Trento - I Governatori di Trentino, Friuli Venezia Giulia e Lombardia a confronto sul tema: "Regioni per la crescita". Ugo Rossi, Debora Serracchiani e Roberto Maroni: i governatori di Trentino, Friuli Venezia Giulia e Lombardia stamani a confronto su uno dei temi cardine dell'undicesima edizione del Festival dell'Economia, il rapporto fra crescita economica e dimensione regionale. Posto che il nostro Paese si caratterizza da sempre per i forti squilibri territoriali è possibile individuare criteri, parametri, indicatori oggettivi per valutare l'efficacia delle politiche di sviluppo poste in essere dalle regioni e dalle province autonome? E quanto conta il fattore istituzionale, a partire dagli statuti di Autonomia?
Le risposte sono state naturalmente variegate. Se i percorsi sono diversi, e così le risorse a disposizione, comune è però l'auspicio che le peculiarità regionali vengano valorizzate e ampliate. Un auspicio espresso dalle due realtà a statuto speciale ma rilanciato anche da quella a statuto ordinario, "perché se una regione autonoma cresce, i benefici si riflettono su tutto il Paese".

Luci ed ombre anche nei giudizi espressi riguardo alla revisione costituzionale che sta avanzando: nelle sue linee generali, è stato detto, essa contiene riforme che attendevano da tempo, ma non valorizza i territori come meriterebbero. Tuttavia, nelle pieghe nella norma, vi sono anche opportunità per un "regionalismo ad assetto variabile", come lo ha definito Rossi.
IL CONFRONTO
Dunque, due regioni a statuto speciale, ma diverse fra loro, Trentino e Friuli Venezia Giulia, e una terza, la Lombardia, che speciale vorrebbe esserlo, e che ha anche il primato regionale in Italia per la produzione del Pil. Tre regioni che hanno modelli di sviluppo diversi.
Rossi ha ricordato che "il Trentino era, nell'immediato dopoguerra, ai livelli della Calabria come indici di sviluppo socio-economico. Al tempo stesso, qui storicamente si erano date le condizioni per sperimentare forme di autogoverno responsabile. La Repubblica italiana, grazie anche alla conduzione illuminata di un trentino, Alcide Degasperi, ha saputo valorizzare questa peculiarità. Oggi il Trentino ha livelli di qualità della vita di standard europeo. Come è stato possibile? Grazie al fatto che le dinamiche di sviluppo sono state governate localmente, in virtù di uno Statuto di Autonomia, quello del 1948, che nel tempo si è continuamente aggiornato. Da allora sono state varate 146 norme di attuazione, che hanno adattato lo Statuto del Trentino Alto Adige ai bisogni delle popolazioni e hanno ricondotto alla dimensione locale quasi tutti i poteri altrove gestiti a livello centrale. Nelle prossime settimane ad esempio entreremo in possesso delle competenze riguardanti la gestione amministrativa dell'apparato della Giustizia. Questo impegno dunque prosegue, e investe anche il tema degli indicatori. Vogliamo misurare gli indici di soddisfazione delle persone e delle imprese, la qualità del sistema scolastico e formativo, la coesione sociale del territorio, il rischio povertà e così via. Perché vogliamo una crescita di qualità, che vada a beneficio di tutta la popolazione". Ciò, ha ricordato Rossi, senza alcuna tentazione separatistica, anzi, in un rapporto virtuoso e responsabile con lo Stato, e dimostrando sempre efficacia ed efficienza dell'utilizzo delle risorse pubbliche.