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Brescia, Coldiretti: aperte il 50% delle imprese per garantire cibo

Brescia - Il 50 per cento delle imprese di Coldiretti aperte per garantire cibo. Tra le imprese lasciate aperte in Italia circa il 50% lavora per garantire le forniture alimentari alla popolazione con oltre un milione di realtà divise tra 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita, tra ipermercati (911) supermercati (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dei Dpcm dell'11 e del 22 marzo sulle base dei dati Istat secondo i quali complessivamente non sono state sospese le attività di poco meno di 2,3 milioni di unita' produttive.


ettore prandiniLa filiera alimentare continua ad operare con 3,6 milioni di persone con un valore dai campi agli scaffali – sottolinea la Coldiretti – pari a 538 miliardi di euro, il 25% del Pil. Un sistema che poggia sull’agricoltura nazionale che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino a molti prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi.


L’Italia – riferisce la Coldiretti – è il primo produttore UE di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta l’Italia primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne. La Penisola risulta poi il secondo produttore dell’Unione Europea di lattughe, cavolfiori e broccoli, spinaci, zucchine, aglio, ceci, lenticchie e altri legumi freschi. È altresì seconda per la produzione di pesche, nettarine, meloni, limoni, arance, clementine, fragole (coltivate in serra), olive da olio, mandorle e castagne. Infine, l’Italia detiene il terzo posto in Europa per quanto riguarda asparagi, ravanelli, peperoni e peperoncini, fagioli freschi, angurie, fichi, prugne e olive da tavola, secondo la Fondazione Edison. Ma l’Italia – continua la Coldiretti – è leader indiscusso nella Ue per la qualità alimentare con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari


“L’emergenza Coronavirus che ha ridotto gli scambi commerciali, per la chiusura delle frontiere e le difficoltà nei trasporti sta facendo emergere la consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini(nella foto) nel sottolineare che in questo scenario “l’Italia, che è il Paese con più controlli e maggiore sostenibilità, ne potrà trarre certamente beneficio ma occorre invertire la tendenza del passato a sottovalutare il potenziale agricolo nazionale”. L’ultima generazione – precisa Prandini – è responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari.

Oggi in Italia gli agricoltori devono vendere ben 5 chili di grano tenero per potersi pagare un caffè ma con una giusta remunerazione l’Italia puo’ ulteriormente aumentare la produzione per diventare addirittura autosufficiente in molti settori.


Per affrontare l’emergenza Coronavirus e costruire il futuro è nata “l’alleanza salva spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole” promossa da Coldiretti e Filiera Italia insieme ai grandi gruppi della distribuzione commerciale.


A RISCHIO IL SETTORE FLOROVIVASTICO


Senza fiori e piante in Lombardia sono a rischio più di 7 mila imprese, tra coltivazione e cura del paesaggio, per un totale di oltre 17 mila posti di lavoro in uno dei settori più belli e amati del Made in Italy, che ora si trova in grave difficoltà con lo stop a cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali, ma anche con il blocco della mobilità e la chiusura dei negozi. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti Lombardia sulle difficoltà provocate dall’emergenza Coronavirus al settore florovivaistico.


Niente fiori per gli innamorati, per la mamma, per i propri cari nei cimiteri che in molti casi restano chiusi come – sottolinea la Coldiretti – i mercati settimanali, i fioristi e i centri giardinaggio. E in difficoltà – precisa la Coldiretti – sono anche le esportazioni con i blocchi al confine ed in dogana di tanti paesi, UE ed extra-UE, i ritardi e i problemi del trasporto su gomma.


Il risultato sono milioni di fiori e piante fiorite invendute in Lombardia – riferisce la Coldiretti – dove sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza tra il 50% e il 70% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.


Nel pieno rispetto di tutte le disposizioni sulle restrizioni per contenere il contagio i vivai sono chiusi al pubblico ma continuano a lavorare al loro interno per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani e visto che i cittadini devono per forza restare a casa, gli agricoltori che gestiscono i vivai della Coldiretti si stanno organizzando per fare consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail, per consentire agli italiani di restare a casa senza rinunciare all’emozione di stare a contatto con la natura.


Il giardinaggio, l’orticoltura e la cura di piante e fiori su balconi e terrazze, sono uno dei più potenti anti-stress conosciuti, tanto che esistono attività riabilitative che si basano proprio sugli effetti del verde nel dare maggiore serenità alle persone. E non poter vivere il verde nel momento in cui si apre la stagione ed esplode la natura – precisa la Coldiretti – è una sofferenza per tanti.


Il settore ha bisogno di misure urgenti e il presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per evidenziare le drammatiche conseguenze per un settore importante del Made in Italy che a livello nazionale impegna 27 mila imprese, garantisce 200mila posti di lavoro e vale 2,5 miliardi di euro e che, senza interventi specifici di sostegno, rischia di essere completamente cancellato.


di Chiara Panzeri

Ultimo aggiornamento: 25/03/2020 17:19:30
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