SAVIORE DELL'ADAMELLO (Brescia) - Il Comune di Saviore dell’Adamello ha disposto con l'ordinanza numero 11 dello scorso 17 ottobre la demolizione delle opere non autorizzate e non conformi e il ripristino dei luoghi nell’area della centralina idroelettrica a servizio della Baita Adamè, in alta Valle Adamè.
Il documento richiama il progetto approvato dalla conferenza di Servizi del 1 aprile 2022 e fa seguito a sopralluoghi e a un rapporto dei Carabinieri Forestali. I destinatari dell’ingiunzione, tra cui l'
Associazione Onlus Gruppo Baita Adamè (committente) e il Comune di
Cedegolo (proprietario delle aree), dovranno eseguire gli interventi entro 90 giorni dalla notifica.

In caso di inottemperanza sono previste sanzioni e l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle opere e delle aree interessate. La decisione arriva in un contesto di tutela ambientale rafforzata: il progetto ricade nel cuore del
Parco dell’Adamello e interessa due siti della rete
Natura 2000 - la ZSC “
Vallone del Forcel Rosso” e la ZPS
“Parco Naturale dell’Adamello”. In questo quadro, la valutazione della compatibilità ambientale è decisiva.
A dare impulso all’azione delle istituzioni è stata la relazione tecnico-ambientale
“Idro Baita Adamè” del Comitato per la Difesa del Parco dell’Adamello. Il lavoro di monitoraggio, analisi e informazione pubblica del Comitato ha portato all’attenzione presunte difformità esecutive e criticità rispetto alle tutele vigenti.
Grazie alla pubblicazione della relazione, enti e istituzioni si sono attivati per la salvaguardia di un’area estremamente protetta del Parco, chiedendo il pieno rispetto delle regole.
Il Comitato sottolinea che, pur essendo l’opera pensata per ridurre l’uso di combustibili fossili al rifugio, essa insiste in un reticolo di vincoli tale da non poterne affermare la piena compatibilità con il valore naturalistico e paesaggistico della Valle Adamè.
Cosa prevede l’ordinanza il Comune di Saviore dell'Adamello ordina di rimuovere tutto ciò che è stato costruito senza autorizzazione o in modo diverso dal progetto approvato e di ripristinare l’area allo stato originario. Tra gli interventi contestati rientrano opere nel letto del torrente (muri e deviazioni dell’acqua non previste), la realizzazione di un bacino artificiale in cemento al posto dell’invaso più naturale autorizzato, tratti di tubazioni posati in modo non conforme e rifiniture mai completate.
I responsabili hanno 90 giorni per intervenire a proprie spese e dovranno presentare documentazione fotografica a fine lavori; seguirà un sopralluogo di verifica del Comune. Se l’ordine non viene rispettato, oltre alle sanzioni amministrative, le opere e i terreni necessari possono essere acquisiti gratuitamente al patrimonio comunale. La legge consente di chiedere una sanatoria soltanto se quanto realizzato risulta pienamente conforme agli strumenti urbanistici: in caso contrario, le opere devono essere rimosse. Questa ordinanza offre uno spunto di riflessione significativo, anche alla luce delle recenti proposte di riperimetrazione del Parco dell’Adamello. Dimostra come i vincoli ambientali e paesaggistici (regionali, nazionali ed europei) non siano un limite allo sviluppo umano, ma strumenti di equilibrio e responsabilità che garantiscono una corretta convivenza tra attività umane e tutela della natura.
La vicenda dell’opera “Idro Baita Adamè” mostra tuttavia come, nonostante queste tutele, si sia intervenuto in un’area sottoposta ai più alti livelli di protezione, dove peraltro le Norme Tecniche del Piano del Parco dell’Adamello vietano espressamente la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici e di edifici, salvo deroghe molto limitate per i rifugi, a condizione che non vengano alterati il regime idrico o gli equilibri delle torbiere. Alla luce di queste norme, l’autorizzazione dell’impianto appare difficilmente conciliabile con le norme stringenti che tutelano quest’area protetta. L’ordinanza di demolizione e ripristino disposta dal Comune rappresenta quindi un passo importante, ma limitatamente alle difformità riscontrate rispetto al progetto autorizzato: resta dunque aperto il tema più ampio della coerenza complessiva dell’opera con i vincoli del Parco dell’Adamello e delle aree Natura 2000.
Il Comitato continuerà dunque a chiedere che siano pienamente rispettate le norme del Parco e i principi di salvaguardia che proteggono la Valle Adamè, per garantire che il valore naturalistico e paesaggistico di quest’area resti integro per le generazioni future.