Soprattutto voglio ringraziare anche tutto il personale sanitario su cui ancora una volta pesa il lavoro più faticoso”.
E’ la comunicazione data dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, in risposta a numerose pressioni giunte dai territori per far diventare zona gialla quelle province lombarde non soggette all’innalzamento esponenziale della curva epidemiologica.
Una doccia gelata soprattutto per i bresciani i cui sindaci, insieme alla Provincia, si son dati appuntamento oggi pomeriggio per una manifestazione in città per chiedere il passaggio a 'zona gialla'.
Dallo stesso Pirellone arrivano voci discordanti con un'apertura all'ipotesi di aree sub-regionali. “Appare chiaro che, per come è stata strutturata, una zona rossa con misure così severe per tutta la Lombardia non ha senso”. Così Floriano Massardi, vice capogruppo della Lega al Pirellone sulla situazione in Lombardia.
“Quando ancora il governo non faceva nulla – spiega Massardi – il Presidente Fontana era già intervenuto, con ordinanza regionale, ponendo in essere una serie di misure che hanno portato progressivamente ad una stabilizzazione dei contagi. Misure severe, come il coprifuoco dalle 23 alle 5, ma che riuscivano a coniugare difesa della salute e tutela dell’economia. Provvedimenti subito copiati da altri governatori, a partire da quelli di sinistra, e poi ripresi dal governo stesso”.
“Sulla falsariga di quel tipo di interventi il Governatore ha continuato a chiedere misure uniformi per tutto il territorio nazionale, certamente meno severe rispetto ad un lockdown totale. A questo punto, visto che il governo ha voluto cambiare le carte in tavola e non ha ascoltato le regioni, come Lega presenteremo ufficialmente la richiesta che i territori della Lombardia che sono lontani da un livello critico, come la Provincia di Brescia e quella di Bergamo – conclude Massardi – vengano tolti dalla zona rossa”.