Breno (Brescia) - Numerose iniziative sono in porgramma nel fine settimana a
Breno e tra queste spicca la presentazione al Palazzo della Cultura, nel pomeriggio di domani,
sabato 21 settembre (ore 15) del libro "
Una strana eredità per il povero don Arlocchi" scritto da
Ernesto Masina. Sarà introdotto da
Marina Moscardi.
Ernesto Masina è nato in Africa da genitori italiani, e vive a Varese, durante la giovinezza, assieme ai suoi fratelli (tra cui il giornalista Rai Ettore Masina), ha molto viaggiato assecondando le esigenze lavorative del padre, Ufficiale dei Carabinieri. Ha svolto numerose mansioni professionali, in Italia e all’estero, sino a ricoprire il ruolo di Direttore commerciale per una nota azienda chimica. È arrivato alla scrittura in tarda età, ma con buon successo. Il suo primo romanzo ha ricevuto ottima critica e i giornalisti del gruppo “La Stampa” lo hanno collocato nel sito “Lo Scaffale”, ove vengono ospitati solo i romanzi che non dovrebbero mancare in ogni biblioteca famigliare. È stato paragonato al “miglior” Vitali e al mitico Piero Chiara.
Particolarmente amato dai lettori il personaggio di don Arlocchi, protagonista di molti dei suoi racconti pubblicati – fra i quali Nessuno, Quasi tutto avvenne per caso e Don Arlocchi e il mistero del tempio romano (Robin Edizioni).
“Buongiorno, caro il mio don Arlocchi" lo salutò tutto festoso il
De Angelis, accendendosi la ventesima sigaretta della giornata.
«Anzi, sarebbe meglio dire: buongiorno, signor erede universale!» «Erede universale?!» ripeté il vecchio prete. «Ma cosa dice, signor notaio! Io di universale conosco solo il buon Dio che indegnamente servo. Molto indegnamente, sa?»”
Sembra un giorno come tanti quello in cui la vita di don Arlocchi viene sconvolta da un’insolita notizia: il professor Checcacci, noto ateo “magiapreti”, si è dato la morte e lo ha designato suo erede universale. Il nostro povero prete, ormai ricco di fatto, si trova così a dover gestire un’enorme fortuna che fa gola a molti: tanto ai nipoti del morto, che arrivano a sporgere denuncia e a intentare un’azione legale pur di riappropriarsi di ciò che ritengono proprio di diritto, sia a un subdolo Monsignore che di cognome fa Soldi e – nomen omen – si mostra non proprio in linea con il voto di povertà.
Ma don Arlocchi può contare su amici fi dati, che riescono a sostenerlo al meglio nell’amministrazione dell’eredità e nella realizzazione di un progetto che gli sta particolarmente a cuore: quello di restaurare il vecchio ospedale di Breno affi nché diventi una dimora pronta ad accogliere le giovani ragazze madri e a reinserirle nella società, off rendo loro la possibilità di apprendere un mestiere. Ma se a bussare alla porta è un giovane ragazzo padre? Lo scrupolo del nostro vecchio prete non potrà che condurlo verso la soluzione migliore.