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Trentino, polemiche per caccia ai cervi nel Parco dello Stelvio

Trento - Fa discutere la decisione della Provincia col via alla caccia al cervo nella zona trentina del Parco dello Stelvio. Lo prevede una delibera della Giunta provinciale di Trento approvata nel novembre 2022 ed entrata in vigore oggi, 7 novembre.


Il Progetto cervo, che risale al 2008, si legge nella delibera, "prevede due anni di prelievo in controllo sperimentale di circa 180 cervi e un successivo triennio di prelievo in controllo a fini riduttivi di circa 400 cervi all'anno, secondo i dati verificati con i censimenti primaverili 2022. Il progetto è stato sottoposto al parere dell'Ispra, che ha dato via libera "al piano in oggetto e alla fase sperimentale del controllo numerico (anni 2022-2023)", rimanendo, "in attesa di una relazione consuntiva dei risultati ottenuti e della programmazione delle attività successive".


Animalisti sul piede di guerra: l'Enpa chiede "sia applicato il principio di precauzione e che, di conseguenza, nella parte trentina del Parco dello Stelvio venga fermata l'uccisione di 1.500 cervi.

Il provvedimento, a cui si erano opposte le associazioni che partecipano al piano di gestione del Parco, tra cui proprio Enpa, è rimasto “quiescente” per quasi dodici mesi ed è stato poi riesumato lo scorso 13 ottobre - in piena campagna elettorale per il rinnovo della Provincia - con una integrazione che, oltre a prevedere consistenti rimborsi per i cacciatori che uccidono gli ungulati, fissa addirittura un prezzo per l'acquisto della loro carne (3,5 euro al chilo). Ovviamente, sempre a beneficio delle doppiette".


Secondo l'associazione BearsAndOthers - Trento, "è svilente vedere che la politica decida di togliere barriere alla caccia, con la giustificazione assurda di volersi sostituire alla regolazione naturale del ciclo biologico di un parco; addurre che abbattere cervi serva per tutelare il resto della fauna è incredibilmente assurdo: la natura autoregola tela ciclo, non a caso ci orsi e lupi che mangiano cervi, e il loro abbattimento andrà a togliere selvaggina per questi grandi carnivori, così da costringerli ancora maggiormente alla ricerca di cibo altrove, magari favorendone ulteriormente l'avvicinamento ai centri abitati", il commento firmato Ornella Dorigatti - Marco Ianes.


LE MOTIVAZIONI E I NUMERI
La giustificazione è racchiusa nei "danni alla rinnovazione forestale e ai prati a sfalcio, interazioni competitive con capriolo e camoscio (con la popolazione dimezzata in vent'anni), impatti su abbondanza e ricchezza del sottobosco, impatti indiretti sui galliformi".


In Val di Sole la popolazione è di poco meno di 3mila cervi, di cui circa 1.880 (il 65%) presenti all'interno del Parco. L'obiettivo è il "raggiungimento e mantenimento di un numero complessivo (primaverile) di circa 900 cervi nel Parco".

Ultimo aggiornamento: 07/11/2023 17:03:33
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