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Regolamento del Parco Nazionale dello Stelvio, prima adozione tra Peio, Rabbi e Pellizzano

sabato, 8 agosto 2020

Pellizzano – Disciplinare l’esercizio delle attività consentite, limitate o vietate nel territorio trentino del Parco Nazionale dello Stelvio: è l’oggetto del regolamento approvato in prima adozione dalla Giunta provinciale su proposta del vice presidente e assessore all’ambiente e che ora sarà pubblicato per consentire la presentazione, entro sessanta giorni, delle osservazioni dei cittadini.

pejo lago paluLe disposizioni contenute nel regolamento mirano a conseguire la conservazione e la valorizzazione della biodiversità, del patrimonio naturale, paesaggistico, antropologico, storico e culturale del Parco, garantire la difesa e la ricostituzione degli equilibri naturali, idraulici e idrogeologici, promuovere l’uso sostenibile delle risorse, la ricerca scientifica e l’educazione ambientale, favorire l’integrazione tra conservazione e sviluppo locale sostenibile.

Il regolamento è diviso in titoli: dalle disposizioni generali sulle attività alla tutela e gestione della fauna, degli habitat, della flora e delle specie vegetali, del suolo, delle risorse minerarie e delle acque, dalle attività consentite all’accessibilità e alla possibilità di circolare nell’area protetta.

Sul testo sono stati acquisiti i pareri del Comitato scientifico per le aree protette e del Comitato provinciale di coordinamento e di indirizzo, nel quale sono rappresentati i portatori di interesse locale, dai comuni (Peio, Rabbi e Pellizzano), agli enti proprietari, alle associazioni di protezione ambientale.

Risale al 2015 l’intesa in base alla quale è stata disposta la gestione del Parco da parte della Regione Lombardia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. La stessa intesa prevede che il Parco si doti di unico Piano e Regolamento, predisposto dai tre enti, ciascuno per il proprio territorio e secondo i rispettivi ordinamenti. La predisposizione di questi strumenti richiede, pertanto, una stretta collaborazione fra i tre enti territoriali che, partendo da situazioni socio-culturali che possono essere anche molto differenziate – si pensi in particolare alla diversità dell’insediamento o delle prassi alpicolturali – devono giungere ad una disciplina coordinata. Sul piano e sul regolamento approvati in via definitiva sarà, infine, necessario acquisire il parere vincolante del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.



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