Trentino - Welfare, non rinunciare alle prerogative della nostra provincia per uniformarci al disegno nazionale. Cgil Cisl Uil del Trentino tracciano le priorità del 2019 e chiedono un confronto con la giunta provinciale.
“Il welfare non è un costo per la collettività ma un investimento. Sposare, come sembra fare questa giunta provinciale, la logica che politiche sociali e crescita economica siano contrapposti e non complementari è un errore gravissimo. E non è accettabile la posizione di un governo provinciale pronto a rinunciare alle proprie prerogative su un tema strategico come questo decidendo solo di uniformarsi al disegno nazionale come ha dichiarato di voler fare il governatore Maurizio Fugatti con l’assegno unico. Così si abdica alle nostre competenze.” Lo dicono i tre segretari generali di Cgil Cisl UIL del Trentino, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, tracciando come consuetudine le priorità per il 2019. Le tre sigle sindacali hanno dunque aggiunto: “Per noi le eventuali risorse risparmiate sul reddito di garanzia vanno reinvestite in welfare, in politiche del lavoro, servizi sociali, revisione lavori socialmente utili, misure. Sostegno di tutte le famiglie , cioè per la conciliazione, per l natalità ma anche per l’invecchiamento”. Accanto al tema delle politiche sociali, anche le scelte di politica economica e della finanza pubblica, in attesa di un confronto con la giunta provinciale che ad oggi, al di là delle disponibilità verbali non si è ancora aperto. Sul tema il sindacato è netto: prendiamo atto che ad oggi gli assessori provinciali, a cominciare del titolare dell’Economia Spinelli, preferiscono interloquire con il mondo imprenditoriale, ed in particolare con Confcommercio, e non con tutte le parti sociali”.
Sul sistema di welfare Trentino Cgil Cisl Uil chiariscono: “Sulle misure di contrasto alla povertà non si può decidere di subire la misura nazionale scegliendo nel contempo di fare mero assistenzialismo così come si progetta di fare a Roma. A noi servono misure che incentivino il lavoro, no mero sostegno al reddito che disincentiva la ricerca di un’occupazione - dicono i tre segretari generali -. Non si può rinunciare alle politiche attive e soprattutto è preoccupante quanto afferma il governatore Fugatti che contrappone nella sua logica crescita a welfare. Il welfare sono politiche attive del lavoro, ma anche misure per rispondere all’invecchiamento della popolazione oltre che al sostegno alla natalità, per favorire una maggiore flessibilità nella gestione dei lavoratori anziani. Senza dimenticare che il welfare favorisce la coesione sociale e crea lavoro”.