TRENTO - Disco verde presso la Quarta Commissione permanente, riunita stamane a Palazzo Trentini, per il disegno di legge 36 di Vanessa Masè che modifica della legge provinciale sui giovani 2007 e la legge provinciale sulla scuola 2006 in materia di prevenzione dai rischi correlati all'esposizione dei minori ai dispositivi digitali ed elettronici. La proposta, che reca quattro modifiche emendative della Giunta e una di Eleonora Angeli, è stata approvata con l’astensione delle minoranze. Presso l’organismo, guidato da Maria Bosin è intervenuta anche l’assessora competente Francesca Gerosa.
A seguire, l’organismo ha concluso con l’approvazione anche l’esame del disegno di legge 57 della stessa Vanessa Masè che modifica le leggi provinciali in materia di politica provinciale della casa e di interventi in materia di edilizia abitativa, introducendo misure particolari per le donne vittime di violenza. La discussione su questo punto è avvenuta in presenza dell’assessore Simone Marchiori e l’esito della votazione finale è stato unanime.

Dispositivi digitali a scuola: si cambia l’approccio al divieto. Ok alle norme emendate. Astenute le minoranze
La prima a prendere la parola è stata l’assessora Francesca Gerosa che ha illustrato i 4 emendamenti presentati al ddl 36. Il primo riguarda l’articolo 2 e sopprime il riferimento agli anni 12 con l’obiettivo di riferirsi ai minori in generale. All’art. 4 l’emendamento contiene due rielaborazioni del testo che non ne snaturano affatto contenuto ed intenti. La modifica più corposa è quella all’articolo 5, ha detto Gerosa, che viene riscritto e riguarda il tema più dibattuto, quello dell’utilizzo dei dispositivi in classe: con questa norma si inverte l’approccio al divieto dell’utilizzo dei dispositivi in generale che diventa non più un divieto tout court, ma una regolamentazione dell’utilizzo dei dispositivi, definendone l’uso consentito, oltre che le sanzioni disciplinari per le violazioni. Il campo di azione del ddl viene altresì allargato, togliendo il riferimento al primo ciclo e rivolgendosi a tutto il sistema scolastico.
Il quarto emendamento, all’articolo 6, riguarda l’impatto finanziario: per l’applicazione della legge non si prevedono maggiori spese a carico del bilancio. Le risorse ci sono già, ha precisato Gerosa, le attività di sensibilizzazione e formazione in questo ambito già si stanno svolgendo.
Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha illustrato la propria proposta emendativa all’articolo 4 che introduce il riferimento ai patti digitali di comunità dei singoli territori, ignorati dal disegno di legge in prima scrittura.
Vanessa Masè (La Civica) ha ricordato che il ddl nasce proprio dalla presentazione dei patti digitali di Gardolo e Meano. La consigliera ha detto di aver apprezzato moltissimo il dibattito attorno a questa proposta in tutte le sue fasi, dalle interessanti audizioni, al proficuo confronto con l’assessora e con i colleghi consiglieri, su un tema sicuramente molto sentito. Ha dichiarato di accogliere con favore gli emendamenti presentati da Gerosa, apprezzando in particolare l’allargamento dell’età dei ragazzi interessati dal ddl. L’approvazione della proposta sarà solo l’inizio di un percorso, ha aggiunto, perché questo provvedimento andrà monitorato e seguito attentamente nella sua traduzione nell’ambito scolastico. Sono rassicurata del fatto che le risorse ci siano, ha concluso, ringraziando tutti per il lavoro svolto e raccomandando che il dibattito continui perché il problema maggiore oggi è dare consapevolezza alle famiglie su questo tema delicato.
Paolo Zanella (PD) ha chiesto una breve sospensione per dar corso ad un confronto di minoranza per valutare gli emendamenti appena sottoposti all’attenzione dei consiglieri.
Al rientro in aula il consigliere Michele Malfer (Campobase) ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa legislativa su un’esigenza reale e condivisa. Fondamnetale anche il tema dei patti digitali, ha aggiunto, riferendo l’esperienza della comunità educante nella valle di Fiemme, un’alleanza territoriale che va aldilà della scuola. Ci sembra che la terza via intrapresa, inserita tra il divieto e l’uso dei dispositivi, sia di buon senso: si da una cornice legislativa offrendo alle scuole uno strumento che le responsabilizza. Con questa norma si arriva a chiedere alle scuole un’attenzione maggiore e di buon senso. Sicuramente sarà importante la formazione continua, perché implica delle rinunce anche per gli adulti.
Di qui l’unica critica sal ddl, in tema di ricorse economiche: se siamo nella logica di rete e di comunità educante occorre investire e accompagnare la legge anche con un impegno economico.
Un tema importante che pone importanti quesiti in un ambito che dobbiamo riuscire a governare e non subire, ha detto Francesca Parolari (PD). La questione è cruciale e le scuole si staranno certamente interrogando da tempo a questo proposito e il timore è di ingabbiarle imponendo una disciplina generale. Anche il discorso economico preoccupa, ha aggiunto, più che sul fronte delle scuole, su quello delle risorse specifiche sulle politiche giovanili. Non è infatti una norma strettamente scolastica, ha osservato: il tema ha una dimensione di comunità.
Paolo Zanella (PD) ha aggiunto che, se il cuore della proposta è quello della prevenzione, è lì che si deve investire maggiormente. Servono strumenti educativi e sulla norma emendativa che prevede l’impatto economico zero voteremo in maniera contraria, ha dichiarato.
Il consigliere Daniele Biada (FI) ha apprezzato la proposta e il percorso ampiamente partecipato dei mesi scorsi. Le modifiche emendative dell’assessora sono assolutamente condivisibili, ha detto, osservando come su questo tema delicato serva sensibilizzare anche le famiglie. Il documento andrà aggiornato e modificato assecondando le esigenze che emergeranno nell’applicazione, ma questo ddl rappresenta comunque un buon punto di partenza, ha concluso.
Un ddl che affronta un tema che preoccupa tutta la società, ha notato la consigliera della Lega Stefania Segnana che ha ringraziato la collega Masè per aver posto l’argomento che ha suscitato ampio dibattito anche pubblico. Questo è solo l’inizio, ha proseguito, ricordando il lavoro svolto per il piano provinciale di prevenzione, e suggerendo di inserire tra le dipendenze anche quella dai dispositivi digitali.
In conclusione l’assessora Francesca Gerosa ha raccomandato di affrontare la questione con equilibrio: serve capire che scuola abbiamo davanti, una scuola che va a braccetto con le tecnologie che pervadono ogni momento della vita dei nostri ragazzi. Che i ragazzi siano scollegati dai dispositivi per l’intera giornata è impensabile. Dunque o rivediamo il modello di scuola (soluzione impraticabile), oppure ci dobbiamo interrogare profondamente cercando nuove modalità e nuovi metodi. E’ la scuola stessa che chiede la connessione e la comunità educante non da certo un buon esempio. Serve equilibrio e il divieto in un simile contesto non funziona. Sulle risorse Gerosa ha ribadito che quelle già a disposizione sono abbondanti e sufficienti. Detto questo, se l’approccio si vuole far passare per altri strumenti, per esempio sulle politiche giovanili, ha detto che si potrebbe pensare ad esempio ai piani giovani. Ci ragionerà prima di arrivare in aula, ha concluso.
Chiara Maule (Campobase) ha apprezzato le modifiche apportate dall’assessora e l’inversione dell’approccio al divieto. Bene che sia previsto che la scuola decida in autonomia, cercando soluzioni e strumenti per affrontare e gestire il tema con modalità nuove.
La presidente dell’organismo Maria Bosin ha ringraziato la consigliera Masè e l’assessora Gerosa per il lodevole iter della proposta e il tempo prezioso dedicato a questo strategico tema. Quella digitale è una vera rivoluzione della quale comprendiamo con difficoltà la portata e quello svolto è dunque stato un percorso importante.
La proposta è stata approvata con l’astensione delle minoranze (Zanella, Parolari, Maule).
Politiche per la casa: interventi a sostegno delle donne vittime di violenza: sì unanime alla proposta nella forma emendata
L’assessore Marchiori ha brevemente illustrato gli emendamenti concordati con la consigliera Masè che ampliano e rafforzano, ha spiegato, le finalità della previsione normativa sulla scorta di quanto emerso nel corso delle audizioni. Tra le norme di modifica, si specifica la parte relativa all’Icef calcolando il nucleo composto dalla donna e dai figli a carico; si introducono degli elementi nel caso in cui il maltrattante figuri ancora convivente della donna; si introduce un assegno di autodeterminazione per raggiungere l’autonomia personale.
La consigliera Masè ha ringraziato per l’accoglimento degli spunti venuti dalle audizioni. Questa non è “la riforma”, ha chiarito, ma è un passaggio importante che consente di migliorare la normativa e rappresenta la volontà di aiutare le donne vittime di violenza affinando gli strumenti affinché rispondano ai bisogni quotidiani in maniera più precisa.
Come per la precedente proposta Paolo Zanella ha chiesto una breve sospensione per permettere un confronto con i colleghi di minoranza sugli emendamenti appena depositati.
Al rientro in aula il consigliere del PD ha detto di volersi riservare un ulteriore approfondimento di qui all’aula. Ha sottolineato la portata piuttosto limitata del testo: si tratta di una riformulazione di tre opportunità già presenti nella norma o nel regolamento e di fatto cambia poco, ha osservato, se non la specifica sulla residenza e la necessità che il maltrattante non viva con la vittima. Detto questo la votazione sarà favorevole.
Il ddl è stato approvato all’unanimità.