Predazzo - Marcialonga e la bicicletta, un binomio che funziona e destinato a crescere con successo nei prossimi anni. Oggi a Predazzo (Trento), si è disputata la dodicesima edizione della Marcialonga Craft, sfida unica nel suo genere, eletta a gran voce dagli atleti come “una delle prove più significative dell’anno”, merito degli scenari paesaggistici che le Valli di Fiemme e Fassa propongono, dei passi dolomitici a mettere la prova anche gli sportivi più arditi, e di un’organizzazione esemplare da sempre marchio di fabbrica della manifestazione trentina. Il toscano Stefano Cecchini si è imposto per la seconda volta consecutiva alla Marcialonga Craft, facendo proprio l’itinerario granfondo di 135 km e 3279 metri di dislivello (foto @Newspower.it).
Seconda posizione per Domenico Romano, bravo a sopraffare Luigi Salimbeni, penalizzato da un piccolo inconveniente nel tentativo di raggiungere il toscano. Fra le donne Monica Bonfanti non ha lasciato scampo a Deborah Rosa ed Arianna Marchesini per le quali è stato necessario il fotofinish. Per quanto riguarda l’itinerario mediofondo maschile di 80 km e 1894 metri di dislivello, invece, il veronese Riccardo Zanrossi ha avuto la meglio sull’altro scaligero Andrea Pontalto, mentre Alessio Pareschi ha chiuso sul gradino più basso del podio. Mediofondiste con la trentina Jessica Leonardi davanti a Barbara Zambotti e Marisa Coato.
Tra gli appassionati in bicicletta del percorso mediofondo anche lo slalomista Manfred Moelgg: “Mi piace tanto andare in bici, e la Marcialonga Craft volevo farla perché non l’avevo mai fatta prima. Mi sono divertito, ma peccato aver bucato perché ci tenevo, ho perso un quarto d’ora. La bicicletta serve come preparazione per gli sci ed anche mentalmente come competizione. Ho fatto gli 80 km per farla un po’ più tirata anche se normalmente vado sul lungo. Percorso bellissimo e fortunati anche con il meteo”. A partecipare anche l’ex campione degli sci stretti Cristian Zorzi, anch’egli cimentatosi con l’itinerario più breve e sempre con la battuta pronta, da grande campione che sapeva anche far divertire (e per questo è amatissimo ancor oggi): “La bici mi diverte, si sta in gruppo, c’è solidarietà, e si vedono paesaggi fantastici dove prima, “tirando”, non ci facevo mai caso. Avevo detto che nel giorno in cui mi batterà una donna mi ritirerò… Ma in bici meglio non farci caso! In mezzo al gruppo mi riconoscono, probabilmente per il “sedere” che ho adesso!”.
La gara si è infatti aperta con uno splendido sole a fare capolino, ma lungo i passi dolomitici la pioggia si è fatta sentire, rendendo la contesa più difficoltosa, tuttavia non si sono riscontrati problemi di alcun tipo – anzi – i cicloamatori hanno esaltato il manto stradale pressoché impeccabile, tanto da far osare qualche atleta anche in discesa. Il domatore delle granfondo Stefano Cecchini l’ha fatta ancora una volta da padrone, era il favorito della vigilia ed il vincitore della passata edizione, ma si sa, riconfermarsi non è mai facile ed il toscano c’è riuscito, tenendo alle proprie spalle l’osso duro Salimbeni, penalizzato da una caduta nel finale: “Sono contento, è sempre difficile ripetersi. Ha piovuto ma questa è una bellissima corsa, una delle più importanti, voglio dedicare la vittoria al nostro manager Marco Salvagni. Il mio segreto? La passione, questo non è un lavoro per me.