Forse sto studiando Scienze politiche proprio per questo… Devo subito dire al sindaco del mio paese, Palo del Colle, che serve una pista non certo per me, ma per i bambini e per i giovani».
Il marciatore barese ha confidato di divertirsi quando i giornalisti scherzano, soprattutto nei titoli, con il suo cognome. ha raccontato di come gli piaccia la fatica («tutti noi atleti di endurance siamo un po’ pazzi»), della passione per il Giappone e il giapponese («ho studiato un po’ la lingua, per destabilizzare con qualche frase i miei avversari, che sono soprattutto giapponesi»), e di come attraverso lo studio, scarichi le pressioni dello sport e viceversa. Crippa, origini etiopi, adottato con i sui fratelli da una famiglia lombarda trasferitasi nelle Giudicarie, ha confermato di essersi subito sentito a casa in Trentino: «Arrivare qui da bambino – ha commentato – per me è stato come arrivare in Paradiso. Il Trentino, poi, è il posto perfetto per praticare qualsiasi sport: piste, sentieri, ciclabili, infrastrutture». Sincero al massimo, Yeman, quando gli è stato chiesto il rapporto con i campioni di atletica italiani del passato: «Ci sentiamo, magari al telefono o in videoconferenza e c’è grande rispetto. Ma fra trent’anni spero di non fare come loro, che ricordano sempre come ai loro tempi le scarpe, le luci, le piste, fossero tecnologicamente meno avanzate di oggi…». Grande onestà, per Yeman, nell’ammettere come nei 5000 agli europei il norvegese e lo spagnolo che lo hanno preceduto fossero «di un altro livello». La sfida per il 2023 del re d’Europa dei diecimila? «La maratona! Voglio unire la strada alla pista». «Se le vittorie ci hanno cambiati? No, siamo rimasti umili come sempre. Ma con più consapevolezza» hanno risposto in coro.