LECCO - Oltre cento giovani imprenditori edili di Lombardia, Veneto, Piemonte, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Liguria si sono dati appuntamento presso la sede di ANCE Lecco Sondrio in occasione del XV Convegno Area Nord del Gruppo Giovani Imprenditori ANCE per discutere su un tema, quello del rapporto fra tradizione e innovazione, tra manualità e tecnologia dal titolo “Alleati nel futuro”. È stato un pomeriggio di lavoro particolarmente intenso e ricco di stimoli e spunti di riflessione, durante il quale ci si è confrontati sugli scenari evolutivi di un settore, quello dell’edilizia, alle prese da un lato con una ridotta disponibilità di manodopera da inserire nelle imprese e, dall’altro, con l’avanzare di tecnologie sempre più performanti, che stanno trovando applicazione sia nel processo produttivo che direttamente in cantiere.
“Il punto di partenza - spiega Alessandro Valsecchi, lecchese, vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori Edili ANCE - è stata propria la voglia di confrontarci sui profondi cambiamenti che anche l’edilizia, al pari di altri settori, sta vivendo, per effetto dell’innovazione tecnologica e digitale, nonostante la componente manuale o artigianale sia ancora estremamente presente in cantiere. Tuttavia la difficoltà crescente da un lato di reperire tra i giovani nuova manodopera e dall’altro la crescente fuoriuscita dal processo di lavoro di figure con forte esperienza ci pone di fronte ad una sfida estremamente impegnativa circa il futuro: per questo crediamo che tradizione e innovazione, manualità e digitalizzazione debbano essere alleati”.
Lo hanno evidenziato con chiarezza le due tavole rotonde che hanno animato i lavori. Nel corso della prima, introdotta da Lisa Grosso, presidente Gruppo Giovani ANCE Veneto, e animata dagli interventi di Angelo Luigi Marchetti (CEO Marlegno) e dell’architetto Andrea Bona, ci si è confrontati soprattutto sul tema della industrializzazione del processo.
Una soluzione che, se risulta praticabile nel caso si debba costruire ex-novo, è più difficile da attuare laddove si debba intervenire sull’esistente, a causa dei vincoli tecnici e organizzativi difficili da evitare. E poi esistono lavori, come il restauro, in cui “senza la trasmissione di saperi da una generazione all’altra, senza mani esperte capaci di leggere i segni del tempo sugli edifici, diventa difficile persino aprire i cantieri”. La tecnologia può comunque aiutare nel restituire appeal al lavoro in edilizia presso i giovani, sia migliorando le condizioni di lavoro in cantiere ed accrescendone la sicurezza attraverso per esempio l’impiego di esoscheletri per la movimentazione di carichi pesanti, sia attraverso l’impiego di sistemi di gestione dei macchinari da remoto, sia infine grazie all’utilizzo dei visori.
Nella seconda, introdotta da Elena Musso, presidente Gruppo Giovani ANCE Liguria, e animata dagli interventi del presidente ANCE Liguria Emanuele Ferraloro e del prof. Stefano Moroni, Professore Ordinario di Urbanistica presso il Politecnico di Milano, ci si è maggiormente concentrati sul tema della progettazione di spazi e funzioni nelle città e sulla gestione dei cambiamenti determinati dalle mutazioni della società stessa. Un processo a cui la tecnologia è in grado di portare valore per esempio attraverso l’utilizzo del modello del “digital twin”, ovvero della rappresentazione digitale di un oggetto o sistema fisico, progettata per facilitare e migliorare i processi decisionali. Un compito analogo a quello che può svolgere l'Intelligenza Artificiale, il cui impiego nelle aziende edili sta crescendo, come ha sottolineato Livio Petriccione, architetto e ricercatore in Architettura Tecnica presso l’Università di Padova intervistato da Davide Facca, consigliere Gruppo Giovani ANCE Friuli Venezia Giulia.
Al centro, dunque, di ogni valutazione stanno le persone, come ha sottolineato la presidente nazionale dei Giovani ANCE Angelica Krystle Donati prima della conclusione dei lavori a cura di Donato Iannece, presidente Gruppo Giovani ANCE Piemonte. E, soprattutto, sta il grande tema di come favorire il recupero di un’attrattività verso il lavoro manuale da parte dei giovani oltre che di una loro formazione all’impiego delle potenzialità che la tecnologia mette oggi a disposizione anche in edilizia.