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Beatificazione del trentino Alfredo Dall’Oglio

Il programma

PARIGI - A Notre-Dame attesa per la beatificazione di 50 martiri francesi, tra cui Alfredo Dall’Oglio, il trentino che sfidò il nazismo Sarà proclamato beato domani, sabato 13 dicembre, nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi, il trentino Alfredo Dall’Oglio, nato a Borgo Valsugana nel 1921, emigrato con la famiglia in Francia all’età di tre anni, militante della JOC – Jeunesse Ouvrière Catholique (Gioventù Operaia Cattolica) e martire della fede nel campo di lavori forzati di Wühlheide, a Berlino, dove morì nel 1944. Insieme a lui saranno beatificati altri 49 martiri francesi, appartenenti a 38 diocesi, tra sacerdoti, religiosi e laici, tutti riconosciuti come martiri in odium fidei (odio alla fede) durante la Seconda Guerra Mondiale.

La celebrazione sarà trasmessa integralmente in diretta sulla TV cattolica KTO a questo LINK a partire dalle ore 14.30. La delegazione trentina a Parigi Alla Messa di beatificazione, presieduta dal cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e vicepresidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa, sarà presente una delegazione proveniente dal Trentino. Ne fanno parte la sindaca di Borgo Valsugana Martina Ferrai, il vescovo emerito di Mossorò, monsignor Mariano Manzana e don Piero Rattin, che negli ultimi anni ha contribuito in modo decisivo alla riscoperta della figura di Alfredo Dall’Oglio.

Con loro anche due rappresentanti della parrocchia di Borgo Valsugana e due lontane parenti del nuovo beato, oltre al referente della Comunicazione della Diocesi di Trento, Piergiorgio Franceschini. L’arcivescovo Lauro Tisi non potrà essere presente poiché impegnato nella Visita pastorale e nel Giubileo delle carceri nel pomeriggio di domenica 14 dicembre, presso la Casa Circondariale di Spini di Gardolo.
(vedi comunicato di giovedì 11 dicembre) I momenti di commemorazione Nel pomeriggio di oggi, venerdì 12 dicembre, la delegazione trentina vivrà un momento di raccoglimento presso la tomba di Alfredo Dall’Oglio nel cimitero di Romainville, comune della periferia parigina in cui Alfredo visse con i genitori e le sue due sorelle.

Seguirà una cerimonia ufficiale nel municipio di Romainville, alla presenza del sindaco François Dechy. Il martirio dei 50 nuovi beati I cinquanta martiri francesi morirono a causa delle terribili condizioni di detenzione: stenti, tifo senza cure, talvolta esperimenti medici da parte del regime nazista. Alcuni persero la vita durante le marce della morte, quando i campi venivano evacuati e i prigionieri costretti a spostarsi a piedi; chiunque cedesse lungo il percorso veniva ucciso. Il profilo spirituale e umano di Alfredo Dall’Oglio Don Piero Rattin, in un editoriale pubblicato su Vita Trentina, descrive Alfredo come un “provocatore evangelico”: mai arrogante, ma capace di una fede audace e contagiosa.

La storia personale di Alfredo si intreccia con quella di tante famiglie migranti di ieri e di oggi. I suoi nonni materni emigrarono in Bosnia, quelli paterni in Austria; il padre Antonio lavorò in Belgio e poi in Francia, dove la famiglia visse inizialmente in una roulotte prima di trovare una casa stabile. Anche Alfredo, a sua volta, conobbe una migrazione forzata: la deportazione. Fin da adolescente, attivo nella JOC (Gioventù Operaia Cattolica), metteva in guardia i coetanei dal nazismo: “Il cristianesimo non può accettare questa dottrina… Il male peggiore del nazismo è il suo umanesimo pagano che rivendica la priorità dello Stato sulle coscienze”. Per quella coscienza libera e vigile pagò il prezzo più alto. Egli amava ripetere una frase di Paul Claudel, poeta francese: “Purché Dio continui ad essere l’unico Signore, vale la pena dare anche la vita”. Una frase che, come ricorda don Rattin, Alfredo sembra aver interiorizzato fino alla testimonianza suprema.
Ultimo aggiornamento: 12/12/2025 17:02:02

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