SAREZZO (Brescia) - Che Papa Wojtyla amasse la montagna e s’identificasse appieno con la pace di quel mondo è risaputo. Un testimone oculare di quello che è stato il suo eccezionale rapporto con tale parte del creato si chiama Lino Zani, dapprima maestro di sci e guida alpina del Papa poi, a poco a poco, negli anni, suo segreto compagno di fughe verso le cime, a consumare parentesi di vita attiva e contemplativa, solitaria e intensa, ma sempre incredibilmente intrisa di tutta la personalità e la santità di quell’uomo, Papa Giovanni Paolo II, che, con la sua testimonianza di fede, ha scosso le coscienze del mondo. E ancora le numerose visite in Vaticano con la partecipazione alla Messa nella cappella privata del Papa.

Racconti inediti di giorni, notti, emozioni e scambi umani rimasti ostinatamente confinati in un silenzio osservato per anni. Poi, con l’annuncio della
Beatificazione di
Papa Wojtyla, che sarebbe avvenuta il 1° maggio 2011, la decisione di
Lino Zani di raccontare e di condividere con il mondo intero il privilegio di avere vissuto tanti preziosi momenti con papa Giovanni Paolo II.
“Nemmeno dopo la morte di Giovanni Paolo II - scrive
Lino Zani -
me la sono sentita di raccontare e di condividere i ricordi fissati anche in tante immagini fotografiche. È proprio vero che c’è una stagione per ogni cosa. Appena ho saputo della sua imminente beatificazione, ho sentito che era arrivato il momento. Lui ne sarebbe stato contento. E per la prima volta ho aperto la diga dei ricordi, che sono venuti giù impetuosi come una valanga”.
Questi ricordi sono raccolti nel libro
“Era santo, era uomo- Il volto privato di papa Woytila” (edito da Mondadori), scritto a quattro mani con la giornalista
Marilù Simoneschi, da cui poi il film per la televisione
Non avere paura - Un'amicizia con papa Wojtyla, del 2014, diretto da
Andrea Porporati, con
Giorgio Pasotti, Claudia Pandolfi,
Katia Ricciarelli,
Ugo Dighero, Aleksei Guskov, riproposto da Rai 1 anche lo scorso 2 aprile.
Lino Zani sarà a
Sarezzo, al teatro san Faustino,
sabato 4 ottobre, alle ore 20,30 a raccontare proprio della sua frequentazione e amicizia con Giovanni Paolo II.
La serata è stata organizzata dall’Associazione Culturale Redentore “Gölem”, con il patrocinio dei Comuni di Sarezzo e di Gardone Val Trompia, della Comunità Montana di Valle Trompia, delle sezioni di Lumezzane e di Gardone Val Trompia del CAI, dell’associazione Andersen Fest.
Introdurrà e condurrà la serata
Anselmo Palini, mentre alcune proposte musicali saranno offerte da
Eleuteria Arena.
A Giacomo Taddei il compito di leggere alcuni brani tratti dal libro di Lino Zani.
Lino Zani, 67 anni, orginario di Temù, a soli quattro anni venne portato da suo padre fino al rifugio Garibaldi. L’ambiente della montagna, in particolare dell’Adamello ma non solo, è il filo rosso che attraversa tutta la sua vita.
Nel 1969 infatti la sua famiglia realizza un sogno che covava da tempo: prendere in gestione il rifugio “Ai caduti dell’Adamello”, una terrazza affacciata sulla Lobbia con la distesa dei ghiacciai del Pian di neve. Vi si poteva giungere solo a piedi con diverse ore di cammino da tre principali vie d’accesso: dalla val di Genova, dal passo del Tonale e dal sottostante rifugio Garibaldi.
Da allora Lino Zani e i suoi familiari per cinque-sei mesi all’anno, dalla primavera all’autunno, hanno vissuto al rifugio, che hanno gestito per oltre trent’anni, tra i ghiacciai, la neve, le rocce, il sole accecante.
Oltre al papà e alla mamma, c’era appunto Lino, che era il figlio maggiore, poi Franco di un anno più giovane, quindi due sorelle, Renata e Miriam. I genitori lavoravano all’interno del rifugio, mentre, soprattutto i due maschi, Lino e Franco, avevano nel ghiacciaio il loro parco giochi. Accanto allo sci e alle arrampicate, il gioco preferito era andare a caccia di bombe risalenti alla prima guerra mondiale per farle poi esplodere in piena notte non lontano dal rifugio con tremendo spavento per gli ospiti che vi alloggiavano.
Raggiunta la maggiore età, Lino e suo fratello Franco diventano maestri di sci.
La passione per la montagna diventa poi passione per le arrampicate con la scalata a numerosi ottomila. Ricordiamo ad esempio la spedizione in Alaska, per scalare il McKinley, in Nepal per scalare l’Ama Dablam, la montagna sacra del Nepal; poi gli ottomila del Cho Oyu, una montagna situata al confine fra il Tibet e il Nepal; e nella primavera del 1990 con altri sette alpinisti la scalata al Daulagiri, la montagna bianca, sempre in Nepal, di 8167 metri, con la caduta di Lino in un crepaccio per il cedimento della lastra di ghiaccio che lo ricopriva, le conseguenti gravissime ferite riportate e il miracoloso salvataggio operato dagli altri amici di cordata, con il ricovero a Katmandu e il rientro in Italia.
Lino Zani ha organizzato varie spedizioni tra cui le più importanti al Polo Sud e al Polo Nord con l’amico Mike Bongiorno e per 10 anni l’Alpirod, gara internazionale di cani da slitta.
Consulente del Ministero per gli Affari Regionali in materia di Montagna, si è specializzato anche come location manager ed è stato responsabile di produzione per numerosi film e campagne pubblicitarie per importanti aziende soprattutto in materia di montagna.
È stato produttore di alcuni importanti programmi televisivi come “I Miti della Montagna” su Rete4 e “Piccoli Sciatori” su Rai 2. Nel 2014/2015 è stato autore e conduttore di “Linea Bianca” e di “I Rifugi più belli d’Italia” trasmesso da Rai 1. Con Giulia Capocchi conduce la trasmissione di Rai 1 “Linea Verde sentieri”.