Trentino, le audizioni sulla riforma sanitaria e la nascita dell’Asuit
Inizio:
21/10/2025 dalle ore 14:00
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Fine:
21/10/2025 alle ore 15:00
IT
Si sono svolte nel pomeriggio di oggi, presso la Sala Lenzi di Palazzo Trentini, le consultazioni in merito al disegno di legge n. 66 dell’assessore Tonina che introduce la costituzione dell'Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino (ASUIT). L’organismo è stato oggi presieduto dalla vicepresidente Chiara Maule. Sul testo, che prevede modificazioni della legge provinciale sulla tutela della salute 2010 sono stati sentiti numerosi soggetti che in varia misura hanno espresso il parere sulla trasformazione dell’Azienda.
La Consulta per la salute e la Consulta per le politiche sociali
La riforma avrà come conseguenza una forte spinta per elevare l’Azienda ai più moderni standard sanitari, ha osservato Giampaolo Rama della Consulta per la salute. La Presidente Elisa Viliotti ha individuato alcuni limiti nella ridefinizione della governance degli enti che si occupano di salute, osservando che sarebbe questa l’occasione per valorizzare la partecipazione delle rappresentanze dei pazienti come portatrici di competenze, depositarie di una lettura die bisogni e delle istanze dei cittadini. Crediamo, ha detto, che ci sia spazio ancora per inserire la partecipazione, ad esempio all’articolo 13 ove si parla dei pareri da rendere sulla pianificazione strategica. Si consideri il terzo settore al pari degli enti locali e della parte pubblica ed istituzionale, ha suggerito.
Anche per Paolo Tonelli, Presidente della Consulta provinciale per le politiche sociali la partecipazione delle persone è auspicabile. Non è semplice perchè non abbiamo un popolo che chiede a gran voce di partecipare. Proprio per questo, tuttavia, ancora più imporatnte della partecipazione formale è l’azione culturale, continua e “ostinata” sulla “costruzione di partecipazione”. Quanto al comma 5 dell’articolo 34, sarebbe bene potesse essere riscritto perché come formulato sembra arginare anziché incoraggiare la partecipazione, ha osservato.
Non tutte le associazioni riescono ad avere ascolto da parte dell’Azienda sanitaria e ove c’è ascolto i risultati ci sono, viceversa si fa fatica, ha notato Amelia Marzano. La mia impressione è che il discorso di integrazione in questo documento rimanga teorico, ha aggiunto Elisabetta Angiolini: le cose vanno realizzate, oltre che annunciate, ha chiarito, portando l’esempio tra integrazione sanitaria e sociale in Toscana, dove abita. Massimo Molinari, in collegamento da remoto, ha ribadito l’importanza della partecipazione e del rapporto tra istituzioni e comunità: fondamentale a suo avviso la fusione tra università e azienda sanitaria e il mantenimento di una relazione che consenta di rappresentare le difficoltà dei cittadini.
Paolo Zanella (PD) ha evidenziato l’importanza della programmazione sanitaria e ha sottolineato le criticità peraltro già evdienziate come la scrittura dell’articolo 13 che parrebbe escludere la partecipazione, relegandola al piano provinciale della salute e in una forma compressa. A questo riguardo ha letto le osservazioni tecniche al comma 5 dell’articolo 34, ove oggettivamente si ridimensionerebbero i tempi concessi per la partecipazione.
Quello della partecipazione è un tema importante che varrebbe la pena di precisare, anche per Francesco Valduga (Campobase), che si è rivolto in tal senso all’assessore. Gli auditi hanno descritto la trasformazione dell’Apss in Asuit come un’opportunità credo anchio che lo sia, ha detto. Però non credo debba sfuggire che ciò che avrebbe fatto la differenza in un ddl di tarsformazione sarebbe stato parlare in maniera diversa di sociosanità. Abbiamo la grande occasione di ripensare assieme la collaborazione tra sanitario e sociale, magari concentrandoci sul ddl in costruzione in materia. Per la consigliera di Lista Fugatti Eleonora Angeli il ddl deve contenere una visione anche sulla formazione dei professionisti sociosanitari in un’ottica di integrazione sociosanitaria vera. Penso che questo ddl possa essere migliorato in alcuni passaggi, ha osservato, per fare di questa un’Azienda universitaria integrata e non solo l’Università che entra nell’Azienda.
L’integrazione della partecipazione è una sollecitazione che va ascoltata e accolta, ha osservato Francesca Parolari (PD). Vero che ci sarà un successivo disegno di legge, lo ha annunciato l’assessore, ma forse se noi non cambiamo la logica, ci sarà sempre un motivo per non arrivare a fare le cose e calarle dall’alto, nonostante le buone intenzioni. Auspico che si riesca a fare un cambio di paradigma che nella logica del buon funzionamento dell’assistenza terrioriale sarà centrale.
L’assessore Mario Tonina ha rassicurato e confermato che la partecipazione è assolutamente garantita, ma se c’è bisogno di precisare lo faremo. Ci saranno sei mesi di partecipazione e un coinvolgimento allargato, che è anche nel nostro interesse, ha aggiunto. Convengo che avrei potuto inserire il tema dell’integrazione socio sanitaria in quetso ddl, ha proseguito, ma l’ho voluto eslcudere perchè questo è un ddl tecnico (seppure più ampio rispetto a quello previsto dalla legge nazionale). Sull’integrazione c’è la necessità di fare un discorso diverso, fondato su un percorso di partecipazione e confornto dedicato, ha detto.
Gli ordini professionali
Giovanni de Pretis (Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Trento) ha evidenziato che partire con un’Azienda integrata Università-Opsedale comporta dei rischi perchè ci si troverà a lavorare fianco a fianco componente accademica ed ospedaliera, la prima in minoranza. Integrare nelle funzioni questi professionisti è oggettivamente difficile e comporta livelli elevati di conflittualità. Questa è un’ocacsione preziosa per pensare ad un modlelo che ponga in tutti i passaggi estrema attenzione a presidiare quetso aspetto facendolo oggetto di confronto con gli ordini. La normativa fa tarsparire questo probelma, anche solo nell’inseriemnto di un rappresenate dell’Università ma nessuno dell’Azienda nel Comitato di indirizzo.
Daniel Pedrotti (Ordine delle professioni infermieristiche) ha detto di accogliere con interesse e senso di responsbailità il disgeno di legge che rappresenta oltre che un dovere dal punto di vista normativo, un passo in avanti verso un sistema coeso che potrà rendere le professioni sanitarie più attrattive e la sfida è potenziare i servizi territoriali e promuoevre un’integrazione socio sanitaria efficace e commisurata ai bsogni delle persone, nell’integrazione tra assistenza, formazione e ricerca. Fondamentale il coinvolgimento di tutti i professionisti nei processi decisionali, ha aggiunto, suggerendo alcune modifiche puntuali in ottica di rafforzamento della partecipazione delle professioni sanitarie.
Katia Libardi (Presidente della professione di fisioterapista) ha espresso sintonia con il collega Pedrotti, rafforzando due aspetti: il primo relativo alla valorizzazione delle competenze dei professionisti (auspicando il coinvolgimento del Consiglio sanitario provinciale quale strmento importante nel raggiungimento degli obiettivi di integrazione), l’altro aspetto è la valorizzazione delle competenze dal punto di vista formativo (con l’auspicio dell’implementazione della formazione anche per tutti i ruoli professionali).
Il vicepresidente dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica, Marcello Cestari, ha ricordato che il Consiglio sanitario provinciale include attualmente un solo rappresentante dell’Ordine, retaggio di quando esso era collegio di una sola professione. Con la legge 3/2018, invece, le professioni sanitarie rappresentate sono oggi 19, articolate in quattro aree. Ha proposto quindi di ampliare la componente del Consiglio per rispecchiare la reale articolazione del settore, che conta ora 2.200 iscritti.
Cestari ha inoltre suggerito di superare la struttura piramidale prevista per la Direzione delle professioni sanitarie, in favore di un modello più orizzontale e rappresentativo delle diverse aree. Ha segnalato come criticità l’assenza, fino al 2027, di uno staff di supporto per il Direttore assistenziale, ritenendola una lacuna significativa in una fase di avvio così delicata. Nel merito della formazione e della ricerca, ha auspicato un equilibrio tra le varie aree professionali e l’estensione delle opportunità formative anche ai professionisti del settore privato. La presidente dell’Ordine dei farmacisti, Tiziana Dal Lago, ha proposto di modificare l’articolo 11 per garantire la valorizzazione di tutti i professionisti attivi sul territorio provinciale, ampliando le offerte formative anche a chi opera al di fuori del settore pubblico.
Katia Castellin (presidente dell’Ordine degli Psicologi) ha ricordato come la professione psicologica sia entrata solo recentemente a pieno titolo nel sistema sanitario nazionale. Ha illustrato il ruolo crescente degli psicologi nei servizi provinciali, con circa 100 professionisti e 9000 accessi all’anno, e ha sottolineato l’importanza di una integrazione multidisciplinare tra professioni sanitarie e scienze cognitive, anche grazie alla collaborazione con l’Università di Trento, che già offre percorsi di laurea, master e dottorato. Anche Marco Ghedina (presidente dell’Ordine dei medici veterinari) ha condiviso l’esigenza di estendere le opportunità formative a tutti i professionisti, inclusi quelli non dipendenti dall’Azienda sanitaria. La presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, Cristina Malpaga, ha confermato la piena disponibilità a partecipare al Consiglio sanitario provinciale, evidenziando tre aspetti chiave: l’importanza di un lavoro integrato con gli enti locali e le realtà periferiche, la necessità di rafforzare la dimensione preventiva e promozionale dei servizi, e l’opportunità di sostenere la crescita professionale e formativa anche dei futuri assistenti sociali. Per l’Ordine dei chimici e dei fisici, Gianumberto Giurin ha auspicato che la nuova legge possa colmare le criticità attuali nella rappresentanza di queste professioni in ambito sanitario, mentre Loris Menegotti ha sottolineato il ruolo strategico della fisica sanitaria nella ricerca, chiedendo che tali figure siano esplicitamente incluse nel Consiglio della salute previsto dall’articolo 23. Nel dibattito politico, Paolo Zanella (Pd del Trentino) ha espresso una posizione prudente, riconoscendo il valore di lungo periodo della riforma ma sottolineando la difficoltà di introdurre un cambiamento così profondo “in un momento di forte pressione sul sistema sanitario”. Ha proposto di riscrivere l’articolo 13, che definisce la programmazione dell’Asuit, per rafforzare il coinvolgimento degli ordini socio-sanitari oggi esclusi dal passaggio decisionale, e ha chiesto chiarezza sulla figura del Direttore assistenziale, che dovrà garantire una reale integrazione sociosanitaria. La consigliera Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha posto l’accento sul tema della formazione continua, segnalando che “il ddl dedica molta attenzione alla formazione universitaria, ma non altrettanta alla formazione aziendale e permanente”. Ha proposto di migliorare l’integrazione tra le diverse professionalità e di coinvolgere anche il personale amministrativo nei progetti di ricerca sanitaria. Francesca Parolari (Pd del Trentino) ha richiamato l’attenzione sulla valorizzazione del personale già in servizio, chiedendo maggiore attenzione nei futuri documenti operativi alle competenze maturate all’interno dell’Apss. Per Francesco Valduga (Campobase), la parola chiave è “gradualità”: “Stiamo innestando un sistema universitario su una realtà che finora ha garantito la cura nel territorio. Serve equilibrio, condivisione e rappresentanza adeguata”. Ha proposto di includere gli ordini professionali nel protocollo d’intesa che regolerà i rapporti tra Università e Azienda, e di promuovere una maggiore osmosi tra ospedali e territorio per garantire la continuità delle cure. Nel confronto conclusivo, Daniel Pedrotti (Ordine delle professioni infermieristiche) ha ribadito la necessità di rafforzare la rappresentatività qualitativa nel Consiglio sanitario provinciale, mentre Cestari ha condiviso l’esigenza di una rappresentanza che premi la competenza e la collaborazione, non solo sul numero. L’assessore Mario Tonina ha infine ringraziato tutti gli intervenuti per i contributi ricevuti, assicurando che le osservazioni raccolte saranno attentamente valutate nel prosieguo dell’esame del disegno di legge.
Ultimo aggiornamento:
20/10/2025 21:58:52