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Ponte di Legno, la giornalista Paola Pollo ha raccontato la moda

La serata inserita nel cartellone di “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”

PONTE DI LEGNO (Brescia) - La moda è un mondo sfavillante e un po’ misterioso, proprio per questo ricco di fascino. Ma è anche un mondo che muove rilevanti interessi economici: un milione e 200mila addetti nel settore, oltre 100 miliardi di fatturato annuo, con un’incidenza del 60% dell’export (almeno per le grandi aziende), pari a circa il 5% del Pil italiano. E poi ci sono gli stilisti, le modelle e tutto quanto ruota attorno alle sfilate, che hanno Milano e Parigi (e mettiamoci pure New York) come capitali.

Di tutto questo e tanto altro si è parlato, nella Sala Paradiso del Centro Congressi Mirella, con Paola Pollo, caposervizio moda del Corriere della Sera, una delle firme più conosciute e autorevoli del settore, in una serata inserita nel cartellone di “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, rassegna allestita da Pontedilegno-MirellaCultura con la collaborazione di Pro Loco e Biblioteca Civica e giunta all’undicesima edizione (nella foto da sinistra Andrea Bulferetti e Paola Pollo).

Sotto il vestito…niente?” era il titolo, un po’ provocatorio, dell’incontro. Un titolo che richiama – con l’aggiunta di un punto interrogativo – quello di un film di Carlo Vanzina, uscito proprio il 4 agosto di quarant’anni fa e rieditato nella ricorrenza, con ritorno nelle sale.
Ma quel film è un thriller ambientato nella Milano dell’epoca, la “Milano da bere”, mentre Paola Pollo ha detto di riconoscere il mondo della moda nel “Diavolo veste Prada”, il film interpretato da Meryl Streep e Anna Hathaway, attrici che torneranno anche nell’attesissimo sequel, che uscirà nell’aprile del prossimo anno.

Un mondo sfavillante, si diceva, ricco di personaggi. Uno su tutti, Giorgio Armani. Lo spunto della serata era proprio un libro, che la giornalista ha scritto con lo stilista, dal titolo “I cretini non sono mai eleganti”. Titolo ironico per una raccolta di interviste e dichiarazioni, la cui prima edizione risale al 2014 e recentemente rivista e integrata con l’Armani degli ultimi dieci anni. Dello stilista piacentino si è parlato molto per una carriera cominciata tardi, a 40 anni, ma poi folgorante: la copertina di Time dopo poco più di sei anni, una ascesa continua, con i vari marchi, per un pubblico mirato, al quale dedicare sempre attenzione. Come fa lui, a 91 anni compiuti, osservando i minimi dettagli. Come ha fatto anche dal letto d’ospedale dove era ricoverato in concomitanza con l’ultima sfilata milanese.
Si è parlato molto di Armani anche perché è uno dei pochi marchi rimasto italiano, insieme – giusto per citare i più famosi - a Dolce&Gabbana e a Prada. Gli altri sono finiti in mani straniere perché, ha fatto notare Pollo, in Italia si tratta di aziende nate e cresciute “in famiglia”, spesso senza una ereditarietà, a differenza, ad esempio, della Francia.

Il pubblico, numeroso, ha seguito con attenzione lo sviluppo della serata (in cui si è parlato anche delle differenze fra l’alta moda e il pret-a-porter, del fisico delle modelle, della notevole lievitazione dei prezzi) partecipando alla fine, con domande di vario genere, a renderla particolarmente interessante.

La rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna” prosegue stasera (sempre alle 21) con “Tra pellegrinaggi e indulgenze, le radici storiche del Giubileo cristiano”, incontro con don Livio Rota, docente di Storia della Chiesa, doveroso appuntamento in occasione dell’Anno Santo.
Ultimo aggiornamento: 05/08/2025 23:44:43
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