Gazzetta delle Valli

Palù di Giovio - La storia di Palù nei racconti di padre Carlo Paolazzi: domani - sabato 20 novembre, alle 17 - la chiesa parrocchiale di Palù di Giovo, in valle di Cembra, ospita la presentazione del nuovo libro di padre Carlo Paolazzi “Palù di Giovo: le mie radici” (Vita Trentina, 160 pagine).

Assieme all’autore, trentino di Giovo, uno degli studiosi più apprezzati al mondo per gli studi sulle fonti francescane, saranno presenti i familiari e i promotori della pubblicazione. L’intervento è affidato al direttore di Vita Trentina, Diego Andreatta.

Il libro racconta la storia della comunità di Palù di Giovo negli anni del fascismo, dello scoppio della guerra e poi del faticoso dopoguerra, vista con gli occhi di un bambino, Carlo Paolazzi. La vita in famiglia, la formazione tra casa, scuola e chiesa, le corse e i giochi sulle strade, i lavori con carri e animali fino alla sguardo di fede sul futuro con le profezie di Isaia e le parole di Gesù: “Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”.

L’invito è aperto a tutti.

IL LIBRO
La storia della comunità di Palù di Giovo raccontata negli anni del fascismo, dello scoppio della guerra e poi del faticoso dopoguerra con gli occhi di un bambino, Carlo Paolazzi, divenuto poi illustre studioso francescano. La vita in famiglia, la formazione tra casa, scuola e chiesa, le corse e i giochi sulle strade, i lavori con carri e animali fino allo sguardo di fede sul futuro con le profezie di Isaia e le parole di Gesù: “Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”.

L’AUTORE
Il francescano padre Carlo Paolazzi (nella foto in basso, a lato la copertina del libro) è fra i commentatori più attenti a livello internazionale degli scritti francescani (di cui ha curato varie edizioni per Frati Editori Quaracchi). È stato docente di filologia dantesca e di letteratura italiana all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia; negli ultimi anni ha insegnato filologia all’Antonianum.

Pur in una carriera di studioso e docente vissuta nell’umiltà si è imposto al punto da meritarsi due anni fa la laurea honoris causa in teologia da parte della Pontificia Università Antonianum di Roma.