Rovereto - Erano da poco passate le quattro di ieri pomeriggio quando alla centrale operativa del Commissariato della Polizia di Rovereto giungeva una telefonata da parte di un uomo che segnalava una persona armata con una pistola nella zona del Bosco della Città.
L’operatore radio, forte di una lunga esperienza, coglieva subito nella voce e nelle parole della persona che qualcosa non andava, e capiva subito anche che la persona armata era proprio quella che stava telefonando.
Veniva immediatamente inviato sul posto l’equipaggio della Volante, che individuava la persona, un giovane ragazzo, su una panchina nell’area del cosiddetto “Vanezom”, ma non riusciva ad avvicinarsi in quanto lo stesso minacciava i poliziotti prima con la pistola e successivamente anche con un grosso coltello a serramanico che tirava fuori di tasca.
A quel punto iniziava una lunga fase di trattativa che vedeva da un lato l’operatore radio sempre in linea telefonica con il ragazzo per comprenderne le ragioni, tranquillizzarlo e convincerlo a gettare le armi, e dall’altra l’equipaggio della Volante che, a sua volta in contatto con la sala operativa, cercava di avvicinarsi per neutralizzare le minacce messe in atto.
Altri equipaggi nel frattempo si portavano sul posto per isolare la zona, frequentata in quel momento da numerose persone che portavano a spasso il cane o facevano sport.
La mediazione durava più di un’ora e veniva portata avanti con notevole professionalità dai poliziotti, chiamati a gestire una situazione sicuramente delicata e pericolosa per tutti i soggetti coinvolti e presenti in zona, attesa la minaccia di un’arma nelle mani di una persona in grande difficoltà.
Fortunatamente non si interrompeva mai il contatto telefonico con il ragazzo e finalmente lo stesso si lasciava convincere a depositare la pistola ed il coltello e farsi avvicinare solamente da un unico poliziotto, dietro la promessa di essere accompagnato in Commissariato, dove avrebbe potuto avere quanto chiedeva.
Solo una volta raggiunto il ragazzo, si poteva poi appurare che l’arma era una pistola scacciacani in tutto e per tutto simile a quelle in dotazione delle forze dell’ordine. Alla pistola il ragazzo aveva comunque tolto il tappo rosso, ponendo in essere quindi una seria minaccia, ma soprattutto ponendosi esso stesso in una situazione di grave rischio nel caso di intervento.