Ma allo stesso tempo non ha mostrato alcuna volontà di interrompere le aggressioni fisiche e psicologiche nei confronti della madre.
Quest’ultima, innanzi agli investigatori della Squadra Mobile, ha raccontato di essere stata costretta dalla ragazza, sotto la minaccia di aggressioni anche con oggetti contundenti, quali delle forbici, a consegnare, in più occasioni, a quest’ultima denaro per acquistare sostanza stupefacente.
Inoltre, più volte la minore, senza alcun preavviso ed in spregio alle indicazioni ricevute dal genitore, ha trascorso la notte fuori della propria abitazione, senza indicare con chi e dove si trovasse.
Nel corso delle indagini sono stati escussi alcuni testimoni così come coetanee della minorenne collocata in comunità, che hanno confermato il quadro di violenze inferte dalla figlia alla madre, tale da determinare il ripetuto ricorso a cure mediche.
Nel mese di gennaio la donna è stata aggredita dalla figlia che le ha provocato una contusione ad un braccio guaribile in venti giorni. Allo stesso modo nel mese di marzo, in pieno lockdown, la donna è stata schiaffeggiata dalla minore determinando delle percosse guaribili in due giorni, secondo i referti medici rilasciato dall’Ospedale Santa Chiara.
Ulteriori ricorsi a cure mediche ospedaliere sono state accertate dagli investigatori della Squadra Mobile, in due occasioni, rispettivamente nel mese di aprile e giugno. Nel primo episodio, la donna, nel corso dell’ennesimo litigio con la figlia, sorto per l’insofferenza della ragazzina a sottostare a qualunque regola, è stata spinta, cadendo così dalle scale della propria abitazione, procurandosi uno stiramento della gamba, guaribile in cinque giorni. Nel secondo episodio, la donna è stata aggredita con un oggetto lanciato dalla minore, che ha provocato alla made un trauma alla testa guaribile dieci giorni.
In considerazione dell’escalation di violenze rilevate nel corso delle indagini, l’Autorità giudiziaria minorile ha disposto che la ragazza per i prossimi tre mesi, prescindendo dalla sua volontà, fosse collocata in una comunità per seguire dei programmi educativi, nonché attività di studio finalizzate ad un pieno recupero della minore.