FIRENZE - Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, grazie al qualificato contributo investigativo della Compagnia di Empoli, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, ha portato a compimento una complessa attività d’indagine che, anche attraverso numerose perquisizioni eseguite su tutto il territorio nazionale con l’impiego di oltre 200 militari del Corpo, ha consentito di individuare 41 soggetti privi dei requisiti previsti dalla normativa per l’esercizio della professione di nutrizionista operanti in diverse regioni italiane.

Le investigazioni hanno avuto origine dall’individuazione di più strutture pseudo-universitarie con sede a Empoli e Montespertoli, riconducibili a un imprenditore toscano, che permettevano a numerosi frequentatori provenienti da tutta Italia di conseguire, per il tramite di un ateneo svizzero appositamente costituito, presunti titoli accademici rilasciati “online”, tra cui una laurea in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana.
Un’approfondita interlocuzione con il Ministero dell’Università e della Ricerca ha consentito ai finanzieri di accertare che tali enti non risultavano abilitati al rilascio di titoli aventi valore legale in Italia.
L’attività investigativa, condotta attraverso un approccio integrato basato sul monitoraggio dei canali social, riscontri territoriali e approfondite attività di osservazione, ha permesso di accertare che i soggetti coinvolti esercitavano abusivamente la professione presso studi medici attrezzati, palestre specializzate in body building o da remoto, direttamente dalle proprie abitazioni.
La normativa vigente stabilisce che la professione di nutrizionista possa essere esercitata esclusivamente da soggetti in possesso di un titolo rilasciato da un ateneo riconosciuto dal MUR e regolarmente iscritti all’Ordine dei Biologi o, in alternativa, a quello dei Medici, Dietisti o Farmacisti: condizioni totalmente assenti nei confronti degli indagati.
Nonostante ciò, venivano somministrati piani alimentari personalizzati, si prescrivevano integratori, proteine, amminoacidi e, in alcuni casi, sostanze potenzialmente dopanti, esponendo i pazienti a concreti rischi per la salute.
L’operazione ha portato al sequestro di 5 studi professionali, di 41 titoli accademici, nonché della sede delle pseudo-università, dove sono stati rinvenuti diplomi e tesi pronti per l’utilizzo, oltre all’oscuramento dei relativi portali web per prevenire ulteriori iscrizioni.
L’attività conferma il costante impegno della Guardia di Finanza nella tutela della salute pubblica, nel contrasto all’abusivismo professionale e nella protezione dei cittadini da condotte ingannevoli che sfruttano una falsa apparenza di competenza scientifica.