Bolzano - Non solo San Gennaro. Furti d’arte, i Carabinieri del Nucleo napoletano per la Tutela del Patrimonio Culturale restituiscono preziosi reliquiari.
Nel Duecento Napoli traboccava di ori, smalti, argenti e gemme. Cuore pulsante di arte e cultura, crocevia tra le regioni d’Oltralpe e il Mediterraneo, il capoluogo campano era una delle città più prospere d’Europa e quel suo “Secolo d’oro” è tuttora raccontato da mostre che ne ripercorrono la storia millenaria, unica al mondo per l’intreccio di ricchezza, fede e sapienza popolare. In quel tempo la città è divenuta luogo di produzione senza eguali per reliquiari, dipinti, statue, oggetti preziosi ma anche simboli di fede, un’eredità molto sentita in territorio campano. Un reliquiario non è solo un bell’oggetto, ma il riflesso di un credo profondo che si alimenta della vicinanza alle spoglie terrene del Santo. Il fedele, volgendo lo sguardo al suo volto dipinto, crede di essere dinnanzi a lui in carne e ossa, come i primi cristiani al cospetto alle icone. Quando un’opera d’arte legata al culto è rubata da una chiesa, è un danno inestimabile per il ruolo e l’importanza che quel bene riveste per la comunità.