E, poi, i significati, netti, universali, coraggiosi testimoniati oggi: la generosità come eredità senza tempo consegnata da Binelli a chi verrà dopo di lui e l’altruismo, la scelta di vivere per gli altri, per chi è in difficoltà, esemplificata da Ornella Giordana e Marco Battain.
La Targa d’argento è un patrimonio che appartiene a Pinzolo e il desiderio è quello di dargli un futuro accompagnandolo a quale cambiamento in direzione di un’attenzione a problematiche più ampie che comprendano anche la difesa dell’ambiente e della natura, vere urgenze del tempo presente come ha affermato il vicepresidente del Premio di solidarietà alpina Giuseppe Ciaghi.
“Angiolino era un gran testone, ma buono e generoso - ha detto la nipote Alba Binelli ricevendo un riconoscimento da parte di Walter Cainelli (Presidente Soccorso alpino e speleologico Trentino) e di Simone Maestri (Capostazione di Pinzolo) - spero che il Premio possa continuare nel suo ricordo perché era ciò che desiderava”. “Siamo rimasti senza due colonne - ha “risposto” il vicepresidente Giuseppe Ciaghi - e ciascuno dei componenti del Comitato, quest’anno, ci ha messo un po’ del suo. I premiati li avevamo condivisi con Angiolino grazie al quale, in cinquant’anni di Premio, abbiamo toccato i cuori e le menti di tutti. Angiolino era amore per il prossimo. Qui a Pinzolo persone di culture e lingue diverse, anche molto distanti, si sono guardate negli occhi, parlate e ritrovate uguali”.
“Tra i valori del Cai - ha commentato Ornella Giordana - c’è la solidarietà concretizzata nell’accompagnamento di persone che scalano la parete nord della loro vita resa più difficile dalla malattia o dallo stigma. Noi dobbiamo e abbiamo il privilegio di accompagnarle. Io vi immagino tutti attorno al fuoco della solidarietà mentre lo alimentate. Sotto lo sguardo di Angiolino Binelli faremo la nostra parte”.
Marco Battain ha ulteriormente approfondito il concetto di “Montagnaterapia”. “Il termine di “Montagnaterapia” - ha spiegato - è anche uno spirito di inclusione solidale che comprende chi collabora agli accompagnamenti in montagna di persone con difficoltà e anche chi si affida a questi progetti. Il Premio di oggi non va solo a noi, ma alla “Montagnaterapia” in senso lato. In Italia ci sono milioni di persone con disabilità e in montagna c’è posto per tutti”. Come ha testimoniato l’esperienza vissuta e raccontata da Rosalia Ferremi che è stata accompagnata sul palco del Paladolomiti sulla sua joëlette guidata dai volontari del Cai di Gavardo e con la quale ha percorso numerosi sentieri sulle montagne d’Italia.
Presenti, alla cerimonia di assegnazione del Premio, premiati del passato e delegazioni del Soccorso alpino provenienti dalla Romania, dall’Austria, dalla Sicilia, dal Piemonte e dal Friuli Venezia Giulia. Poi numerose autorità civili, militari e religiose con la partecipazione dell’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi e la presenza del sindaco di Pinzolo Michele Cereghini, sempre vicino all’organizzazione del Premio.
La cerimonia è stata presentata da Sara Perugini e allietata dai canti del Coro Presanella. Venerdì sera è stato proiettato il video sui primi cinquant’anni del Premio a cura di GB Video Produzioni: una narrazione tra parole, immagini e testimonianze che restituisce il senso di questo Premio.