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Zone rosse delegate ai territori nel nuovo dpcm? Anci: “E’ scaricabarile sui Comuni”

lunedì, 19 ottobre 2020

Sondrio – Nessuna zona rossa (al momento) imposta dal Governo ma possibilità data alle istituzioni locali di crearne per piazze e vie a rischio assembramento: poi nella notte il dietrofront?

L’annuncio di Conte ieri aveva scatenato l’immediata reazione dei Comuni per il presunto “scaricabarile”, anche se è giallo visto che nel Dpcm firmato e pubblicato sul sito di palazzo Chigi il riferimento ai primi cittadini salta, visto che si legge “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento – si legge nel testo approvato – può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”. Dal testo, sorgono dunque dubbi sul soggetto al quale spetta la decisione di creare la zona rossa.

REAZIONE ANCI
Il governo inserisce in un dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo“. Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro sottolineando che “nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare“.

I sindaci – prosegue Decaro – sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso“. Origine dello scontento dei primi cittadini, la norma contenuta nel dpcm che attribuisce proprio ai sindaci la possibilità, e la responsabilità, di chiudere dalle ore 21 quelle vie e quelle piazze dove si ritiene che possano crearsi assembramenti, imponendo quindi di fatto un “coprifuoco” a determinate zone cittadine.



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