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Trento, prevenzione dei suicidi: ok mozione in Consiglio Provinciale

In aula la risposta a 16 interrogazioni

TRENTO - Prevenzione dei suicidi, il Consiglio approva all’unanimità la mozione 284. In aula la risposta a 16 interrogazioni

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la trattazione della proposta di mozione n.284 di Paola Demagri sulla prevenzione dei suicidi. Dopo l’ampia discussione di ieri pomeriggio, era stato aggiornare i lavori in attesa della valutazione di un emendamento. La consigliera Paola Demagri si è detta soddisfatta del lavoro di concertazione con la Giunta provinciale. Impegno che prevede aumento di budget al progetto “invito alla vita”, di attivare sulla base delle segnalazioni in accordo con le amministrazioni della Val di Sole e della Valle di Non e di intervenire per la messa sicurezza e infine di intervenire laddove sia segnalati luoghi dove possono avvenire suicidi. “Anche una sola vita, per il Consiglio e i trentini che rappresentiamo è fondamentale”. Daniele Biada (FdI) ha ricordato di aver presentato sul tema una interrogazione per sensibilizzare sul tema: “Apprezzo la mozione della collega – ha detto ricordando il convegno "Restiamo Insieme”, dedicato alla prevenzione dei suicidi. Parlando dei luoghi, si è soffermato sul ponte di Mostizzolo “E’ un posto tristemente famoso, dove arrivano anche da fuori regione per porre fine alla propria vita”. Ha parlato anche della possibilità di mettere in opera sistemi, come parapetti e altre opere che possano essere da deterrente, oltre ad azioni di sensibilizzazione. Anche la consigliera Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha ricordato l’importanza del progetto “Invito alla vita”. Paola Demagri ha ringraziato i consiglieri che sono intervenuti anche per chiedere alla Giunta a fermarsi e riflettere. A favore, a nome del gruppo Campobase, Michele Malfer, che ha detto di apprezzare il fatto che la Giunta abbia esteso l’obiettivo della mozione.

La proposta è stata approvata all’unanimità

Finite le mozioni, si è passati all’esame delle interrogazioni a risposta orale.

Interrogazione 1210 - Carenza di personale, Servizio di Patologia Clinica dell’Ospedale di Cles
Paola Demagri (Casa Autonomia)
Nell’aprile 2024 era già stata sollevata, con un’interrogazione a risposta immediata, la necessità di intervenire sulla riorganizzazione dei turni notturni e festivi del Servizio di Patologia Clinica dell’Ospedale di Cles, proponendo la trasformazione della pronta disponibilità in guardia attiva. Tale richiesta nasceva da una situazione di forte criticità: le chiamate notturne, infatti, sono aumentate da una media di tre a oltre dieci per notte, generando un carico di lavoro insostenibile e compromettendo il recupero psicofisico del personale. A distanza di oltre un anno, la situazione non solo non è migliorata, ma appare ulteriormente aggravata. Le due nuove assunzioni previste dall’assessorato competente non si sono concretizzate, mentre a inizio 2025 la coordinatrice del laboratorio ha rassegnato le dimissioni, costringendo la struttura a riorganizzarsi internamente e sottraendo ulteriori risorse tecniche a un organico già fortemente ridotto. Demagri chiede pertanto alla Giunta provinciale di chiarire per quali ragioni le decisioni politiche non abbiano trovato attuazione da parte dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, perché l’Ospedale di Cles non riceva la stessa attenzione riservata ad altre strutture sanitarie provinciali, e come mai, nonostante la disponibilità di concorsi e graduatorie, non si sia ancora provveduto a rafforzare il personale del laboratorio. La consigliera domanda infine quando sarà attuata la trasformazione dei turni di pronta disponibilità in turni attivi, al fine di garantire un’organizzazione più sostenibile e un servizio più efficiente.
La risposta
L’assessore Mario Tonina ha spiegato che APSS è impegnata nel piano personale 2026-2028 e che potranno essere previste nuove assunzioni. Allo stato attuale, i posti sono coperti per 9,23 unità in full time, con un 0.69 unità in aspettativa con rientro a novembre 2025. Ha detto che i turni sono contenuti nei limiti del contratto provinciale. “Si conferma che tutti gli ospedali della rete tengono le medesime attenzione, tuttavia si rileva che vi sono difficoltà a trovare professionisti per le strutture di valle”. Ha detto, aggiungendo che la professione di tecnico biomedico vede difficoltà nel reperire personale e per questo è stato attivato un corso universitario per studenti residenti in Provincia. “La graduatoria del 20 marzo 2025 ha visto 12 idonei, è stata organizzata per coprire le sedi”. Nello specifico a Cles è stata assegnata una unità”. “La graduatoria è stata rapidamente esaurita ed è stata bandita una selezione a tempo determinato che arriverà a breve a termine”. “La trasformazione in turno attivo sarà possibile quando si arriverà a 11 unità, auspicabilmente con il risultato del concorso in atto”.
La replica
Paola Demagri ha ricordato che gli operatori sono costretti a fare anche 7-8 ore nel turno di pronta disponibilità perché le richieste sono moltissime. Ha auspicato che si arrivi presto a coprire la carenza di personale.

Interrogazione 215 - Contributi ai disabili per ausili necessari all’attività sportiva
Vanessa Masè (La Civica)
Il decreto ministeriale del 22 agosto 2022 ha previsto uno stanziamento di 5 milioni di euro per l’assegnazione, in via sperimentale, di contributi finalizzati all’acquisto di ausili e protesi tecnologicamente avanzate, funzionali allo svolgimento di attività sportive amatoriali da parte di persone con disabilità motoria. Alle Regioni e alle Province autonome è demandata la definizione dei tempi e delle modalità per la presentazione delle domande. Considerato che diverse Regioni e Province autonome, tra cui quella di Bolzano, hanno già attivato specifici bandi e che la Provincia ha storicamente sostenuto la pratica sportiva delle persone con disabilità attraverso la legge provinciale sullo sport 4/2016, Masè ha chiesto alla Giunta provinciale perché non si sia ancora provveduto ad avviare il bando per l’erogazione dei contributi per l’acquisto di protesi e ausili e quali siano i tempi e le modalità per rendere effettiva l’attuazione del Decreto.
La risposta dell’assessore Mario Tonina: la Pat non accede a questi fondi statali, ma dispone però a favore degli atleti con disabilità fisiche contributi efficaci, previsti dalla legislazione provinciale.
La replica: la segnalazione mi era stata fatta anche in virtù del fatto che il decreto statale finanzia anche i non tesserati a club sportivi ed è molto attenta poi al tema delle protesi necessarie agli atleti con disabilità. Chiedo quindi alla Giunta un’attenzione particolare a verificare se si possa colmare ogni distanza tra le provvidenze previste dallo Stato e quelle erogate dalla Pat.

Interrogazione 1004
La sicurezza nei punti nascita è la priorità dell’Azienda sanitaria trentina
La consigliera Mariachiara Franzoia (PD) interroga l’assessore Tonina sui costi e sulla qualità dei punti nascita di Cles e Cavalese. In Trentino permane il fenomeno della denatalità, pur con un andamento più stabile rispetto al contesto nazionale. Nel 2024 i quattro punti nascita provinciali hanno registrato complessivamente 3.529 parti, per un totale di 3.576 neonati, segnando una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente. Tuttavia, l’analisi per singolo presidio ospedaliero rivela differenze significative: mentre gli ospedali di Trento e Cavalese mostrano un lieve incremento, quelli di Rovereto e soprattutto Cles evidenziano un calo rilevante, con quest’ultimo che registra 182 parti nel 2024, ben al di sotto dei parametri minimi stabiliti dall’accordo Stato-Regioni. Il trend negativo del punto nascita di Cles, aggravato dalla carenza di personale e dal ricorso crescente a medici “gettonisti”, solleva preoccupazioni per la sicurezza e la qualità dell’assistenza alle partorienti e ai neonati. Tale situazione impone una riflessione approfondita sulle politiche provinciali in materia di sanità territoriale e sulla sostenibilità dei punti nascita periferici, anche alla luce delle difficoltà strutturali e organizzative che ne compromettono l’operatività. Alla luce di quanto esposto, la consigliera Franzoia invita la Giunta provinciale a chiarire quali misure intenda adottare per garantire la continuità e la sicurezza del punto nascita di Cles, a fornire dati aggiornati relativi alle donne residenti in Val di Non e Val di Sole che vi hanno partorito negli ultimi anni, nonché a precisare il numero e il costo dei medici “gettonisti” impiegati presso gli ospedali di Cles e Cavalese. L’esponente del PD chiede inoltre di specificare le modalità di verifica dei curricula di tali professionisti e di indicare le prospettive della Provincia rispetto al futuro dei punti nascita periferici, al fine di assicurare un servizio equo, sicuro e di qualità per le famiglie dei territori montani.
La risposta
“Il tema della sicurezza è particolarmente attenzionato dall’azienda sanitaria”, ha detto Tonina nella risposta, “nel rispetto degli standard operativi, di sicurezza e tecnologici richiesti dal Ministero della Salute. Per quanto riguarda l’attività del punto nascita di Cles, i dati CeDAP relativi al quinquennio 2020-2024 indicano che il numero di donne residenti in Val di Non che hanno partorito presso l’ospedale di Cles è passato da 162 nel 2020 a 103 nel 2024, mentre in Val di Sole si è registrato un andamento più stabile, con valori compresi tra 34 e 61 parti annui. Non sono invece disponibili informazioni sul numero di donne residenti che, durante la gravidanza, si sono rivolte a strutture ospedaliere della provincia di Bolzano. Un ulteriore elemento di attenzione riguarda l’impiego dei medici ginecologi “gettonisti”, utilizzati per garantire la continuità dei servizi nei presidi di Cles e Cavalese. Nel 2023 l’Azienda sanitaria ha conferito incarichi a 18 professionisti, di cui 7 operanti in entrambe le sedi; nel 2024 i ginecologi gettonisti sono stati 21 (8 in servizio su entrambi gli ospedali), mentre al 1° luglio 2025 risultavano attivi 18 medici, 4 dei quali impegnati in entrambi i punti nascita. I costi sostenuti per tali incarichi ammontano complessivamente a 951.539,99 euro nel 2023 (490.803,59 euro per Cles e 460.736,39 per Cavalese), a 1.178.923,47 euro nel 2024 (579.616,33 euro per Cles e 599.307,14 per Cavalese), e a 265.268,86 euro nei primi quattro mesi del 2025. Le candidature per questi incarichi vengono raccolte attraverso avvisi pubblici e valutate da una commissione di esperti, composta in genere dal Direttore del Servizio ospedaliero provinciale e dal Direttore del Dipartimento competente. La selezione avviene sulla base della qualificazione professionale, dell’esperienza maturata, dei titoli aggiuntivi e della disponibilità del professionista in relazione alle esigenze organizzative. Gli esiti e i curricula dei professionisti incaricati sono consultabili nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito dell’Azienda sanitaria. In conclusione, l’assessore Tonina ha ribadito che il mantenimento dei punti nascita “in deroga” resta vincolato al rispetto degli standard operativi e di sicurezza stabiliti a livello nazionale e costantemente monitorati. Le eventuali decisioni future sulla rete dei punti nascita provinciali saranno assunte – ha precisato – previo confronto e coinvolgimento dei territori interessati.
La replica
Mariachiara Franzoia (Pd del Trentino) ha sottolineato che il punto centrale è la garanzia della sicurezza per le donne e i bambini, fintanto che rimangono aperti. Ha detto che i numeri mostrano che donne delle valli del Noce scelgono altri luoghi per partorire. “Mi rassicura il fatto che la sicurezza sia un punto fermo”. “Il momento del parto, pur rimanendo un momento fondamentale, ciò che avviene in gravidanza e nei giorni successivi, è importantissimo per quello che vivono la donna e il neonato”.

Interrogazione 552 - Scuola per l’infanzia nel mese di luglio Tutti i dati
Chiara Maule (Campobase)
L’apertura delle scuole dell’infanzia nel mese di luglio rappresenta una specificità del sistema trentino, nata come misura sperimentale nel 2020 durante l’emergenza Covid e successivamente consolidata, anche in risposta alle esigenze delle famiglie di conciliare i tempi di lavoro e di cura. Tale scelta, pur rispondendo a un bisogno sociale, ha tuttavia generato criticità di tipo didattico, organizzativo ed economico, in quanto comporta costi aggiuntivi legati al personale, alle utenze e alla manutenzione degli edifici scolastici. L’assessora competente ha recentemente confermato l’intenzione della Giunta provinciale di mantenere, anche per il 2025, l’apertura su undici mesi, con eventuali adeguamenti in base alle richieste dei territori e al numero delle iscrizioni. Tuttavia, nonostante le richieste di chiarimento avanzate in Consiglio provinciale, non sono stati forniti dati puntuali sui costi e sull’effettiva partecipazione al servizio. La consigliera Maule interroga dunque la Giunta per conoscere quali siano stati i costi sostenuti dall’amministrazione pubblica (Provincia e Comuni) per il prolungamento dell’apertura delle scuole dell’infanzia nel mese di luglio, il numero dei bambini, suddivisi per circolo didattico, che hanno frequentato il servizio rispetto ai restanti mesi dell’anno e la media dei giorni di presenza per ciascun bambino nel medesimo periodo triennale.
La risposta
L’assessora Francesca Gerosa (FdI) ha riportato i dati L’impegno finanziario aggiuntivo per l’11 mese è correlato al costo correlato ad un mese in più per la copertura del personale a tempo determinato e di apertura delle strutture e sono progressivamente connessi al numero di bambini che sono aumentati di anno in anno. Nel 2022, la Provincia ha sper 2 milioni e 227 mila euro, ha detto, ricordando da questa cifra vanno sottratti circa 400mila euro ed era richiesta iscrizione. Nel 2023 il costo è stato di 2milioni e 600 mila euro. Nel 2024, 2.420 mila euro, con “minor costo perché non c’è stata spesa per il riconoscimento delle ferie. La Giunta aveva dato mandato di sottoscrivere l’accordo, ma le sigle sindacali non l’hanno riconosciuto”. C’è però un maggior costo nel nuovo contratto. Non c’erano specifiche iscrizioni per l’undicesimo mese perché di fatto era il prolungamento dell’anno. La frequenza media è passata da 5614 bambini nel luglio 2022, a 6496 nel 2023, a 7943 bambini nel 2024. “C’è un costante incremento nella fruizione da parte delle famiglie. Nel 2025 abbiamo inserito la conferma dell’iscrizione per settimane per capire la distribuzione settimana per settimana, prevedendo anche per l’anno 2026, di provvedere una corresponsabilità da parte delle famiglie, qualora iscrivano il minore ad una qualsiasi settimana e poi non lo facciano (fatto salvi i casi di malattia). Frequenza media aumentata di 2300 bambini in due anni.
La replica
La consigliera Maule ha ringraziato per la disponibilità dei numeri in vista dell’arrivo in aula del disegno di legge per l’infanzia 0-6.

Interrogazione 1201 Riflettori sul Comitato di valutazione del sistema educativo
Michele Malfer (Campobase)
Il Comitato provinciale di valutazione del sistema educativo è un organismo tecnico-scientifico con il compito di valutare la qualità e l’efficienza del sistema educativo trentino. Con la legge provinciale 9/2023 le sue funzioni sono state ampliate includendo la verifica degli obblighi di trasparenza delle istituzioni scolastiche. La nuova composizione del Comitato è chiamata a svolgere un ruolo strategico per garantire la qualità, la trasparenza e la coerenza del sistema educativo provinciale con gli obiettivi di sviluppo sociale e formativo della comunità. Malfer intende verificare l’effettivo funzionamento del Comitato, approfondendo quante riunioni siano state convocate dalla nomina dei nuovi componenti e nel precedente quinquennio, quali temi siano stati affrontati e quali atti o relazioni siano stati finora prodotti. Si chiede inoltre se la Giunta intenda rendere pubblici i report elaborati dal Comitato e quale sia, infine, il ruolo attribuito a tale organismo in relazione all’incarico conferito alla Fondazione Bruno Kessler (FBK) per la redazione di un quadro conoscitivo aggiornato del contesto educativo trentino.
La risposta: l’assessore Francesca Gerosa ha chiarito che il Comitato viene riunito dal suo presidente. Da maggio – con il rinnovo della sua composizione disposto dal governo provinciale - il Comitato si è riunito 5 volte, 59 invece furono le riunioni nel precedente quinquennio. Diversi i monitoraggi, gli studi e i documenti prodotti su svariate tematiche come pandemia, carriera e valutazione dei docenti, crisi demografica e altri di rilievo. Nel sito web del Consiglio è ora pubblicata la risposta di dettaglio dell’assessora Gerosa.
La replica: vista l’importanza del Comitato, credo fosse e sia opportuno fare opera di trasparenza sul suo operato, a beneficio della comunità scolastica. L’ultimo report generale del Comitato risale al 2019. Nessun documento di sintesi, nessuna valutazione sintetica resa pubblica, nessuna restrizione. Nulla c’è sul sito Vivoscuola rispetto ai documenti prodotti in questi 5 anni. Prendo per veritiere le affermazioni “opera regolarmente “ o che “ha avviato interlocuzioni “, ma la legge pone compiti chiari e verificabili. È uno di questi la produzione di un rapporto periodico di valutazione.

Interrogazione 556 banche dati trentine: In corso l’aggiornamento Dei data set
Calzà (PD)
L’iniziativa degli Open Data, promossa a livello internazionale per garantire trasparenza, partecipazione e collaborazione tra cittadini e istituzioni, mira a rendere accessibili i dati pubblici per favorirne il riuso, la conoscenza e l’analisi. Anche la Provincia autonoma di Trento, con la legge 16/2012 ha adottato tale principio, impegnandosi a valorizzare il patrimonio informativo pubblico in coerenza con le direttive europee e nazionali in materia di digitalizzazione e Agenda Digitale. Tuttavia, il portale Open Data Trentino non sembra rispondere pienamente a tali obiettivi: molte sezioni risultano datate o incomplete, con aggiornamenti fermi in alcuni casi al 2017. Mancano, ad esempio, report sullo stato di avanzamento del progetto, dati completi e accessibili relativi al turismo e numerose informazioni economiche risultano obsolete. Inoltre, la mancanza di un coordinamento unitario nel caricamento dei dati ne compromette qualità, coerenza e fruibilità. Calzà si rivolge quindi al Presidente della Provincia e all’assessore competente per sapere chi sia responsabile dell’aggiornamento del portale Open Data Trentino e della fornitura dei dati nei diversi settori, se la Giunta sia a conoscenza delle lacune e dell’assenza di aggiornamenti in alcune aree e quali azioni intenda intraprendere per garantire che il servizio venga effettivamente aggiornato, in coerenza con gli standard di qualità richiesti. Si chiede inoltre di chiarire se i dati vengano raccolti direttamente o indirettamente da strutture provinciali o da altri enti come i Comuni e se, in caso di informazioni mancanti, non si ritenga opportuno sollecitarne la trasmissione per assicurare la completezza del patrimonio informativo pubblico provinciale. Il vicepresidente Achille Spinelli è entrato nel dettaglio dell’evoluzione tecnica del sistema ed ha parlato del lavoro in corso per l’aggiornamento dei sistemi e per la sicurezza dei dati.
La replica
Critica nella replica la consigliera Calzà che ha detto che i dati, anche nella rete pubblica, dovrebbero essere interscambiabili tra sistemi.

Interrogazione 807 - Pericoloso l’incrocio sulla ex statale 43 all’altezza di Vigo di Ton
Daniele Biada (FdI)
Nel febbraio 2025 si è verificato un incidente all’altezza del bivio per Vigo di Ton, lungo la ex statale 43 della Val di Non, che ha nuovamente evidenziato la pericolosità del tratto stradale. L’incrocio, situato in località Rinassico a Castelletto, presenta infatti una visibilità ridotta. Le criticità del tratto, comprese quelle legate all’eccessiva velocità dei veicoli tra Rocchetta e l’incrocio per Denno, sono state più volte segnalate dal Comune di Ton, che già nel 2021 aveva proposto l’installazione di postazioni fisse per il controllo elettronico della velocità e previsto, nei propri strumenti urbanistici, un’area idonea alla realizzazione di una rotatoria. Tali sollecitazioni, tuttavia, non hanno finora trovato riscontro operativo da parte degli enti competenti. Biada ha chiesto i dati relativi agli incidenti avvenuti tra la Rocchetta e l’incrocio per Denno nel 2014-2024, indicando se siano previsti interventi di messa in sicurezza del tratto.
La risposta dell’assessore Achille Spinelli: la principale criticità è determinata dal non rispetto dei limiti di velocità. Il Comune di Ton ha recentemente inoltrato (reiterata) richiesta al Commissariato del Governo di poter installare delle postazioni fisse di autovelox. C’è in programmazione un intervento finalizzato a moderare il traffico e la velocità sulla ex S.S. 43 tra le località Rocchetta e Sabino. E’ di prossimo avvio la fase di progettazione dell’intervento con l’obiettivo di cantierizzare i lavori nel corso del prossimo anno.
La replica: non capisco bene quali provvedimenti in concreto verranno adottati, l’importante è che ci si attivi e in fretta, perché si succedono gli incidenti – l’ultimo mortale - e c’è anche il problema dell’asfalto viscido.

Interrogazione 948 - Avanzo di amministrazione per famiglie, imprese e welfare l’esortazione di Lucia Maestri (PD)
Nel rendiconto finanziario 2024 della Provincia autonoma di Trento emerge un avanzo di gestione superiore al miliardo di euro, definito dalla stampa locale “mostruoso”, che solleva interrogativi circa la capacità di spesa dell’attuale Giunta provinciale e l’effettiva efficacia della sua azione amministrativa. Tale cifra, che porta la percentuale di utilizzo delle risorse per investimenti a un modesto 32%, viene interpretata come un segnale di immobilismo e di difficoltà nel tradurre in atti concreti le politiche annunciate. A ciò si aggiunge la presenza di ulteriori 4,7 miliardi di euro depositati presso la Banca d’Italia e mai impegnati, una somma superiore alla spesa corrente annuale della Provincia. Tale situazione, unita alle recenti criticità in ambito economico e sociale, evidenzia una gestione finanziaria ritenuta inefficace, che rallenta gli investimenti pubblici e priva famiglie, imprese e servizi essenziali di risorse immediatamente disponibili.
Alla luce di tali considerazioni, la consigliera Maestri invita la Giunta provinciale a chiarire le motivazioni politiche alla base delle proprie scelte in materia di spesa pubblica, a precisare se l’attuale impostazione condizionerà le future manovre di bilancio, a illustrare le ragioni dell’accumulo di fondi in conto capitale e a spiegare la distinzione introdotta tra “avanzo disponibile” e “avanzo effettivamente disponibile”. La consigliera chiede inoltre di conoscere quali orientamenti intenda assumere la Giunta nella prossima manovra di assestamento, al fine di garantire una gestione più efficiente delle risorse e favorire lo sviluppo economico e sociale del territorio trentino.
Nella risposta, Achille Spinelli, ha ricordato che nella recente riunione presso il Consiglio delle Autonomie locali, è stato portato il tema degli avanzi nei Comuni.
“L’avanzo si può formare, è fisiologico e deriva da molti fattori”, ha detto. Ha spiegato che dai 1.237 milioni di euro di avanzo, vanno tolti 400 milioni per l’opera “Polo Ospedaliero” e 367 milioni sono andati a coprire opere già in bilancio. L’avanzo effettivamente a disposizione è di circa 400 milioni, ha ricordato.
La replica
“E’ di oggi la notizia del taglio dei trasferimenti ai Comuni, del quale nessuno è contento.” ha detto Maestri. “C’è un problema di rapporto tra la Provincia e le autonomie locali, e c’è un problema di corretta ridistribuzione delle risorse”. “Quello che conta è promettere e non realizzare e i 4 miliardi sono lì”.

Interrogazione 1078 Per i ciechi civili
la libera circolazione
si ottiene con qualche fatica

Claudio Cia (Misto)
La normativa provinciale in materia di accertamento dell’invalidità civile (lp 19/2007) prevede che, su richiesta dell’interessato, nei verbali possa essere annotata la sussistenza del requisito per il rilascio del contrassegno di libera circolazione con mezzi. Diversamente, la normativa nazionale impone l’obbligo di riportare i requisiti sanitari necessari per la fruizione delle agevolazioni fiscali e dei benefici previsti per le persone con disabilità. Di fatto mentre nel resto d’Italia i codici normativi vengono inseriti automaticamente, in Trentino l’inserimento risulta sporadico e dipendente da specifica richiesta, con conseguenti disagi per i cittadini. Non esiste del resto un archivio informatico strutturato delle richieste e mancano moduli pubblici o istruzioni operative scritte. A ciò si aggiunge un calo significativo delle certificazioni di cecità civile registrato negli ultimi anni, insieme a un aumento dei ricorsi alla Commissione di Seconda Istanza, segno di possibili criticità nel riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’adozione di procedure automatizzate consentirebbe di semplificare i processi e garantire maggiore uniformità e trasparenza. Claudio Cia chiede alla Giunta di chiarire se la Medicina legale dell’APSS applichi in modo sistematico le disposizioni nazionali sull’inserimento dei codici nei verbali di invalidità. Il consigliere domanda inoltre se siano previsti aggiornamenti dei moduli ufficiali e dei sistemi informativi, quali iniziative si intendano assumere per semplificare l’accesso ai benefici e se la Giunta monitori l’andamento delle certificazioni di cecità civile, anche in ottica epidemiologica e di revisione delle prassi di accertamento.
La risposta dell’assessore Mario Tonina: i verbali di invalidità civile sono perfettamente a norma e non a caso è esiguo il numero di richieste di integrazione pervenute all’APSS, circa 5-10 a fronte di 22.000 pratiche all’anno. I moduli in uso per la presentazione delle domande di invalidità civile sono disponibili presso gli sportelli per la disabilità, i patronati, la sede della U.O. Medicina Legale e sul portale istituzionale dell’APSS. Tali moduli vengono aggiornati ogniqualvolta sia necessario.
Le certificazioni di cecità totale sono scemate dalle 890 del 2019 alle attuali 743. Tale riduzione va letta in un contesto caratterizzato da più fattori, tra i quali: evoluzione delle metodologie
diagnostiche specialistiche, maggior efficacia della prevenzione e delle terapie oftalmologiche,
incremento dei volumi delle prestazioni mediche e chirurgiche della U.O. Oculistica.
La replica: non mi risulta che i codici per l’accesso ad agevolazioni come quelle della libera circolazione vengano indicati automaticamente sui verbali di accertamento della disabilità. Lo sono solo dietro richiesta.


Interrogazione 1112
Situazione conflittuale
alla Trentino School
of Management

Alessio Manica (PD)
L’interrogazione chiede lumi e prende spunto dalle notizie di stampa che descrivono una situazione di forte tensione interna e di presunto scontro politico all’interno di Trentino School of Management (TSM). È stato evidenziato come il presidente dell’ente viene considerato vicino all’assessora all’istruzione, mentre l’amministratore delegato risulterebbe in rapporti di fiducia con un’altra componente della maggioranza, circostanza che avrebbe portato a un equilibrio interno fondato su logiche politiche più che su criteri di competenza. Il rettore dell’Università di Trento, componente del CdA, avrebbe inoltre segnalato a verbale la scarsa coerenza dei requisiti professionali di alcune nomine con la missione di TSM. La Giunta provinciale, nell’estate 2024, ha modificato lo statuto di TSM per introdurre la figura dell’a.d., scelta che avrebbe svuotato di funzioni operative la Presidenza. L’a.d., a sua volta, avrebbe trasferito con procura le proprie deleghe alla direttrice generale, creando un’anomalia organizzativa in cui le due figure apicali risultano prive di effettive competenze operative, senza variazioni nei rispettivi emolumenti. A ciò si aggiunge la questione logistica: nel dicembre 2024 la Provincia ha stipulato un contratto di locazione per la nuova sede di TSM a Gardolo, per oltre 3,5 milioni di euro in 6 anni, ma la società risulterebbe tuttora operativa nella sede storica.
La risposta dell’assessore Achille Spinelli: dal 1° gennaio 2025 il citato contratto di affitto è effettivamente operativo, sono in corso lavori di adeguamento che si concluderanno a fine anno. Il testo della risposta è ora pubblicato nel sito web del Consiglio.
La replica: la vicenda non è per niente chiusa, faccio presente che nel cda di Tsm non c’è un solo nome espressione delle minoranze consiliari. E’ inaudito che il rettore abbia dovuto uscire sulla stampa per cercare di risolvere i gravi problemi della società.



Interrogazione 1122
Donazioni all’APSS: bene
ma va garantito
l’interesse pubblico

Francesca Parolari (PD)
L’interrogazione ha preso avvio dal crescente ricorso da parte dell’APSS a donazioni di privati, associazioni e istituti bancari destinate all’acquisto di apparecchiature mediche e diagnostiche. In particolare, nell’aprile 2025, un istituto bancario ha donato oltre 2,1 milioni di euro per l’acquisizione di diverse strumentazioni di ultima generazione, tra cui un tomografo computerizzato per il pronto soccorso di Trento, un laser per chirurgia refrattiva, un mammografo con intelligenza artificiale, ecografi e dispositivi per la neonatologia e la riabilitazione. Pur riconoscendo l’importanza di tali investimenti per il miglioramento della qualità delle cure, l’interrogazione richiama l’attenzione sullo stato critico del parco tecnologico sanitario provinciale, come emerge dai dati AGENAS del 2024: in Trentino il 54% delle grandi apparecchiature ha più di dieci anni (contro il 33% della media nazionale), con particolare vetustà di risonanze magnetiche, TAC e angiografi. In questo contesto, si evidenzia il rischio che alcune donazioni non rispondano a reali priorità sanitarie. In particolare, viene segnalato il caso dell’acquisto di un laser a eccimeri destinato all’U.O. di Oculistica dell’APSS, necessario per completare la funzionalità di un Femtolaser donato dall’istituto bancario. Poiché la chirurgia refrattiva rientra per lo più tra le prestazioni extra LEA, la scelta appare discutibile sotto il profilo dell’interesse pubblico e della sostenibilità economica, anche alla luce dei costi di manutenzione e della scarsa diffusione di tali apparecchiature negli ospedali pubblici limitrofi. Si sollevano inoltre perplessità sull’impatto che l’introduzione di nuove procedure chirurgiche non essenziali potrebbe avere sulla gestione delle liste d’attesa per interventi prioritari, e sull’eventuale utilizzo di risorse pubbliche per attività in regime di libera professione intramoenia. I quesiti: l’APSS dispone di un piano di sostituzione delle apparecchiature obsolete? Quali sono gli acquisti effettuati con la donazione di oltre due milioni di euro? Quali le procedure seguite per l’individuazione dei fornitori e gli acquisti nelle donazioni? Perché l’acquisto del Femtolaser e laser ad eccimeri? Come verranno organizzati gli interventi di chirurgia refrattiva?
La risposta dell’assessore Mario Tonina: le donazioni al sistema sanitario sono un fatto molto apprezzabile di attenzione della società trentina, quest’anno in particolare siamo grati della generosità del mondo cooperativo che festeggiava i suoi 130 anni di vita. Il piano di rinnovo delle nostre attrezzature è in corso di definizione (la risposta dell’assessore ora pubblicata sul sito web del Consiglio provinciale elenca tutte le singole donazioni avvenute e l’iter che le ha riguardate). L’assessorato chiarisce tra l’altro che in caso di donazione in denaro vincolata all’acquisto di beni viene sempre fatta una valutazione sulla opportunità e fattibilità del vincolo prima di procedere alla sua accettazione. L’APSS si attiene al vincolo di destinazione delle donazioni accettate e talvolta ha chiesto al donatore la modifica del vincolo, in caso di non fattibilità di quanto proposto, pur di concretizzare l’atto di liberalità. In relazione alla donazione specifica della Banca per il Trentino - Alto Adige avente per oggetto “Attrezzatura laser per chirurgia refrattiva LASER ZEISS VISUMAX” da destinare alla U.O.M. di Oculistica - sede ospedale di Rovereto, il donatore ha provveduto ad acquistare direttamente il bene. Il laser ad eccimeri era già stato acquistato da APSS e collocato al 4° piano dell’ospedale Santa Chiara fino al 2012 e poi dismesso in quanto obsoleto. L’U.O. di Oculistica ha in carico numerosi pazienti che troverebbero beneficio da trattamenti laser e che attualmente vengono inviati per tali trattamenti in strutture fuori Provincia. Per la realizzazione di questo progetto è stata prevista una cooperazione tra donatore e Azienda
sanitaria. Nella chirurgia refrattiva si utilizzano due laser in combinazione; la disponibilità del donatore è stata destinata all’acquisto del laser femto. La stima di costo del laser ad eccimeri è 300.000 € + IVA. La procedura non è al momento pubblicata.
La replica: bene le donazioni, che vanno anzi incentivate. Ci sono però aspetti da attenzionare e in particolare per il laser ad eccimeri vorrei annotare che dichiararlo utilizzabile per attività nei l.e.a. è una foglia di fico, perché la gran parte dell’operatività sarà invece per interventi extra Lea effettuati da medici in libera professione intra moenia. Chiederemo numeri e utilizzo di questa attrezzatura.


Interrogazione 1132
Giovani studenti e lavoro occasionale
agricolo: la Provincia
per il lavoro legittimo

Il lavoro occasionale agricolo, ha detto Roberto Stanchina (Campobase) rappresenta una risorsa preziosa sia per le aziende, che necessitano di forza lavoro aggiuntiva durante i periodi di raccolta, sia per i giovani studenti, che possono così vivere un’esperienza formativa e responsabilizzante, oltre a ottenere un piccolo reddito in modo legale e tracciato. Tuttavia, nonostante la normativa preveda esplicitamente la possibilità per gli studenti sotto i 25 anni di accedere a questa forma contrattuale, numerosi imprenditori agricoli segnalano la presenza di ostacoli burocratici e procedure complesse che ne rendono difficile o poco conveniente l’applicazione. Tale situazione rischia di disincentivare le aziende dal ricorrere al LOAgri e di ridurre le opportunità occupazionali per i giovani interessati a esperienze lavorative nel comparto agricolo. Considerata l’importanza del lavoro occasionale nel sostenere la produttività e la continuità delle imprese agricole trentine, Stanchina chiede alla Giunta provinciale di chiarire quale sia lo stato di attuazione della disciplina sul LOAgri nel territorio, in particolare rispetto al coinvolgimento dei giovani studenti; se corrisponda al vero che le imprese agricole incontrano difficoltà burocratiche tali da disincentivarne l’utilizzo e quali siano le principali criticità segnalate; se la Giunta intenda intervenire, anche in collaborazione con INPS e Governo, per semplificare le procedure e rendere più agevole l’impiego degli studenti nelle campagne trentine; quali misure ritenga opportuno adottare per promuovere un più efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro stagionale, valorizzando l’apporto dei giovani e sostenendo nel contempo le esigenze delle imprese agricole. L’assessore Achille Spinelli ha spiegato che la legge 197/2022 ha introdotto una nuova tipologia di lavoro a tempo determinato, il LOAGRI appunto, ma l’operatività non è stata oggetto di proroga per l’anno in corso e quindi non è stato possibile per i datori di lavoro farne ricorso. Il compito della Provincia, ha detto, è che sia data garanzia di legittimità e sicurezza all’impiego. Per questo la PAT ha presentato, tra maggio e giugno, tutte le iniziative volte a garantire l’impiego secondo la normativa. Si è trattata di una sfida di valore per il settore, che è stata affrontata attraverso la “rete del lavoro agricolo di qualità INPS, alla quale si sono scritte più di cinquecento imprese, che attesta la genuinità dell’impresa.
La replica
In assenza dell’assessore Zanotelli, Stanchina si è detto parzialmente soddisfatto della risposta e ha chiesto che gli altri due punti dell’interrogazione siano trattati nella prossima occasione.

Interrogazione 1141
Il Trentino
Cycling Park
s’ha da fare

Eleonora Angeli (Lista Fugatti)
La Pat ospiterà i Mondiali di ciclismo del 2031 e prevede significativi investimenti: 60 milioni di euro per opere, partenariati e interventi funzionali alla candidatura, successivamente integrati per un totale di 60,4 milioni di euro tra il 2027 e il 2032. In sede di approvazione del bilancio 2025 è stato inoltre accolto un ordine del giorno consiliare che impegna la Giunta alla realizzazione di un “Trentino Cycling Park”. Tale progetto, concepito come struttura polifunzionale destinata sia agli appassionati sia agli atleti, risponde ad una duplice finalità: migliorare la sicurezza e la qualità delle infrastrutture sportive sul territorio e, al contempo, supportare la candidatura ai Mondiali di ciclismo del 2031. Anche alla luce della riforma dei regolamenti UCI, la realizzazione di un velodromo coperto e omologato, parte integrante del futuro “Trentino Cycling Park”, assumerebbe un ruolo strategico. Angeli ha chiesto oggi il punto della situazione.
La risposta dell’assessore Achille Spinelli: nel 2031 arriveranno 10 mila atleti, lo sforzo organizzativo sarà molto rilevante. Per il ciclismo su pista le gare si svolgeranno a Sfresiano e non in Trentino. E’ presto oggi per descrivere le opere che si realizzeranno, in ogni caso nei giorni scorsi è stato annunciato un blocco di realizzazioni nel quadro del Prg di Trento per l’area San Vincenzo, con campi di allenamento per il calcio ma anche un ciclodromo per allenamenti in sicurezza soprattutto dei ragazzi.
La replica: sono parzialmente soddisfatta della risposta. Bene il ciclodromo, ma il Trentino cycling park è un’altra cosa e il Consiglio ha chiesto alla Giunta di realizzarlo e promuoverlo anche in rapporto con il Comune di Trento.

Interrogazione 1185
Olimpiadi invernali
Pubblicità e informazioni
Lungo l’asse di A22

Risposta rassicurante per Luca Guglielmi (Fassa) che ha ricordato che il Consiglio provinciale, nella seduta del 12 febbraio 2025, ha approvato la mozione 41 con la quale impegnava la Giunta a promuovere, presso la Società Autostrada del Brennero S.p.A., il potenziamento della segnaletica in uscita dalla stazione autostradale “Egna–Ora–Termeno”/“Neumarkt–Auer–Tramin”. L’obiettivo era quello di garantire una migliore visibilità delle indicazioni dirette alle valli di Fiemme e Fassa, in vista anche delle Olimpiadi invernali del 2026 che vedranno tali territori tra i protagonisti dell’evento.
La mozione prevedeva inoltre che la Giunta sollecitasse Autobrennero S.p.A. ad attivare ulteriori strumenti di comunicazione, come l’utilizzo dei pannelli a messaggio variabile o l’inserimento di informazioni nelle aree di servizio, per orientare in modo chiaro e tempestivo il flusso dei visitatori verso le località interessate da eventi di rilievo.
Considerato che la corretta e aggiornata segnaletica riveste un ruolo cruciale non solo in vista dei Giochi olimpici, ma anche per la valorizzazione turistica delle valli di Fiemme e Fassa durante tutto l’anno, e rilevato che a oggi non risulta avviata alcuna iniziativa concreta per dare seguito a tale impegno, Guglielmi chiede alla Giunta provinciale di chiarire se e quando siano state avviate interlocuzioni con la società Autobrennero S.p.A., quali interventi siano stati ipotizzati e se sia stato predisposto un cronoprogramma operativo. Il consigliere della Lista Fassa domanda infine se non si ritenga opportuno sollecitare l’avvio dei lavori, anche per stralci, in vista della prossima stagione invernale, particolarmente rilevante per l’economia e il turismo delle due valli.
La risposta
Il vicepresidente Spinelli ha comunicato che in seguito all’approvazione della mozione 41 laProvincia si è fatta carico di una serie di interlocuzioni con A22. L’attuale denominazione è stata assegnata nel periodo di costruzione dell’autostrada. Le valli di Fiemme e Fassa sono
Autobrennero si adopererà per promuovere la conoscenza. Campagna di comunicazione nelle aree di servizio, fissa e video, con adeguata informazione sugli eventi, le località e modalità per raggiungerle. Installerà segnaletica temporanea per raggiungere le località. Ha detto inoltre che i presidente Fugatti e Kompatscher hanno chiesto di inserire nella cartellonista di tutta l’A22 per promuovere i giochi. Ricevuta l’autorizzazione dal CIO, è stata avviata la realizzazione di installazioni promozionali presso le aree di servizio. Per Egna/Ora/Termeno, A22 è già intervenuta.
La replica
Soddisfatto il proponente, che ha sottolineato l’importanza di una corretta informazione per chi si recherà nelle valli di Fiemme e Fassa per i giochi

Interrogazione 1192
Assistenza psicologica e riorganizzazione
servizi di salute mentale
in Trentino

Paolo Zanella (PD)
La questione del mancato accesso al “bonus psicologo” in Trentino, già sollevata nell’interrogazione 600, resta tuttora irrisolta e rappresenta un’anomalia a livello nazionale. La decisione provinciale di non aderire al Fondo statale 2024, pur formalmente coerente con l’autonomia finanziaria prevista dalla legge, ha lasciato il territorio privo di uno strumento di sostegno psicologico a cui invece possono accedere i cittadini di tutte le altre regioni italiane. La Provincia ha incrementato i fondi destinati ai servizi di psicologia e psicoterapia convenzionata, ma le risorse risultano ancora insufficienti. Attualmente, infatti, il servizio pubblico e quello accreditato coprono soltanto percorsi brevi (fino a otto sedute) a fronte di un fabbisogno ben più ampio: nel 2023 in Trentino erano state presentate quasi 3.000 domande di bonus psicologico, di cui solo 500 accolte (pari al 17%). Le risorse aggiuntive di 160.000 euro stanziate nel 2024 consentono appena 2.820 ore di assistenza in più, un dato che non copre neppure un’ora per ciascun richiedente potenziale. La psicologia clinica dell’APSS, pur di qualità e capillarmente diffusa, non riesce a rispondere pienamente alle esigenze della popolazione e considerato che gli psicoterapeuti accreditati sono pochi e che gli interventi coperti dal sistema pubblico riguardano solo ambiti specifici, si ritiene necessario un ripensamento complessivo dell’offerta: potenziare le equipe multidisciplinari con nuovi psicologi clinici, ampliare le possibilità di accesso a percorsi di psicoterapia prolungata e individuare forme di sostegno economico per le persone con ISEE medio-basso che non possono permettersi cure private. Sulla base di queste premesse, Zanella ha chiesto alla Giunta provinciale di chiarire come sia oggi ripartita l’attività dell’U.O. di Psicologia clinica tra pazienti seguiti da altri servizi e utenti non presi in carico, quante ore di assistenza psicologica siano state erogate nel 2025 tramite professionisti accreditati e per quanti utenti e se intenda adottare una riorganizzazione dei servizi di salute mentale e misure di sostegno specifiche per le persone che necessitano di percorsi terapeutici di lungo periodo.
La risposta
L’assessore Mario Tonina, ha risposto riportando che, nel triennio 2022-2024, le collaborazioni tra Psicologia, Psichiatria e Neuropsichiatria infantile hanno registrato 816 invii dalla Psichiatria e 358 dalla NPI. Da gennaio a luglio 2025 sono stati 160 i pazienti inviati agli studi accreditati (142 nuovi e 18 per un secondo ciclo), con prevalenza di interventi su ansia, depressione, lutto e disagio lavorativo. Gli interventi di lunga durata (25-100 sedute) rappresentano il 10% del totale, pari a 1.045 trattamenti nel triennio. Previa autorizzazione, la terapia si può anche prolungare I costi per gli utenti restano invariati: 36,15 euro per 8 sedute nel servizio pubblico e 35 euro presso gli studi accreditati. L’Assessore conferma il coordinamento unitario delle funzioni psicologiche per garantire qualità, specializzazione del servizio in sede di analisi.
La replica
In replica, Paolo Zanella, ha sottolineato che occorre guardare quello che ha a che fare con l’appropriatezza, ha criticato la scelta di mantenere l’unità del coordinamento, parlando della necessità di inserire degli psicologi all’interno delle equipe di neuropsichiatria infantile, pur dentro il dipartimento di psicologia, in modo più funzionale. “Non è sempre semplice capire cosa sia più appropriato, quale sia l’interesse legittimo e quale la cosa opportuna da fare”. “Sarebbe utile che ci fosse lo psicologo nell’equipe”.

Interrogazione 1194
Sanità da organizzare
in vista dei Giochi olimpici
Milano-Cortina ‘26
Francesco Valduga (Campobase)
L’appuntamento con i Giochi olimpici invernali del 2026 rappresenta per il Trentino un evento di portata internazionale. La Provincia sarà chiamata a garantire un servizio sanitario efficiente, capillare e in grado di rispondere tanto alle necessità eccezionali legate alla manifestazione quanto alle esigenze ordinarie della popolazione residente. In questo contesto sarà fondamentale predisporre una rete di emergenza e assistenza ben strutturata, capace di coordinarsi con le autorità sportive e di sicurezza, assicurando la piena operatività dell’ospedale di Cavalese e la gestione tempestiva degli interventi in prossimità delle sedi di gara. Sarà inoltre necessario definire ruoli, competenze e risorse umane da impiegare durante le giornate olimpiche, individuando chiaramente la responsabilità del coordinamento sanitario. Valduga ha chiesto come si muoverà la Provincia.
La risposta dell’assessore Mario Tonina: l’Apss farà fronte a tutte le necessità con un assetto dedicato. Ci sarà una medical station per gli atleti in valle di Fiemme, con diversi livelli organizzati di soccorso, ambulanze dedicate e l’ospedale Santa Chiara a fare da hub generale e da trauma centre per i casi più critici. Ci sarà un policlinico attivo h24 al villaggio di Predazzo con tanto di farmacia. Sarà naturalmente garantito il servizio sanitario consueto per la popolazione residente. Per ulteriori dettagli, è ora pubblicata nel sito consiliare la risposta scritta fornita dall’assessorato.
La replica: sugli organici e i costi mi mancano ancora alcuni dati, in linea generale capisco che ci si sta impegnando per un buon lavoro in rete anche con la Fondazione Milano-Cortina. Positivo che si preveda di potenziare l’ospedale di Cavalese, anche perché potrebbe lasciare un’eredità stabile al territorio.
Ultimo aggiornamento: 06/11/2025 23:50:49
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