Trento - Il Consiglio provinciale di Trento ha concluso i lavori di questa tornata di fine novembre con l’ascolto delle comunicazioni dell’assessora alla Salute Stefania Segnana in merito all’andamento della pandemia da Covid 19 in Trentino e la votazione di due risoluzioni ampiamente dibattute dei consiglieri Paola Demagri e Filippo Degasperi. Inoltre sono state accettate le dimissioni del consigliere provinciale Paolo Ghezzi e la surroga del seggio con l’ingresso in aula di Paolo Zanella. Rimane inevaso l’esame del disegno di legge in materia di cave per il quale, vista l’urgenza, verrà convocata una data di Consiglio “dedicata”, individuata preventivamente dai Capigruppo nella giornata di venerdì 4 dicembre.
Situazione COVID-19
Dopo l’approvazione del ddl 72 il Consiglio è passato alla comunicazione dell’assessora Stefania Segnana sulla situazione Covid. Ricordando i dati di ieri (478 ricoveri, 42 in rianimazione) la responsabile della sanità ha affermato che l’Rt in Trentino è l’1,03 e il tasso di occupazione dei posti letto è pari 65%, la settimana scorsa era al 59%, quello nelle rianimazioni del 39% contro il 47%.
Sul potenziamento delle capacità diagnostiche l’assessora ha ricordato che sono 30 le farmacie distribuite su tutto il territorio provinciale che effettuano i test rapidi. Ha poi sottolineato che da ieri i positivi possono prenotare il test molecolare di guarigione direttamente al Cup online. Ha poi ricordato che 5 giorni fa, in attuazione dell’accordo nazionale, è stato sottoscritto quello con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per le modalità dei tamponi e sulle quarantene degli assistiti. Negli ultimi giorni, inoltre, sono stati riconosciuti ristori per le associazioni dei servizi di emergenza 118 per i maggiori costi sostenuti per l’emergenza. Oggi la Giunta ha approvato il piano operativo provinciale per il recupero delle liste di attesa già trasmesso ai ministeri competenti l’11 settembre per permettere l’introito del finanziamento statale per la Pat di 4 milioni 257 mila euro. Soldi destinati al recupero delle prestazioni ambulatoriali, screening e ricoveri ospedalieri non effettuati in seguito all’emergenza Covid. Visto il quadro epidemiologico, ha continuato Segnana, è necessario potenziare i posti letto Rsa - Covid a basso impegno sanitario. Si stanno predisponendo le determinazioni per trasformare in Rsa – Covid l’Rsa di transito di Ala con 20 posti letto e quella di San Vendemiano con 25 posti. Infine, l’assessora si è soffermata sul Tavolo Covid nel mondo del lavoro con un ruolo di ascolto e di monitoraggio dell’epidemia sul lavoro. Inoltre è stato predisposto un vademecum che detta le procedure di diagnosi in modo chiaro.
Luca Zeni (PD) ha detto che è poco utile il mero elenco di alcuni provvedimenti come quella fatta dall’assessora Segnana ed ha chiesto di sapere quali sono le strategie di politica economica e sanitaria. Ha chiesto qual è l’andamento della curva, quali strategie si mettono in campo. Ruscitti, ha aggiunto Zeni, ha detto cose in contrasto con quelle dette dal Presidente affermando di bocciare la logica del lavoro fatto in Alto Adige, quando, nella seduta del Consiglio della scorsa settimana, si è votata una risoluzione che chiede di valutare l’iniziativa di Bolzano. E, ha detto ancora, non si può dire che si boccia il sistema altoatesino perché non sono affidabili i tamponi rapidi quando noi ci fondiamo principalmente su questi ultimi. Esercitare l’autonomia, ha proseguito Zeni, non vuol dire applicare quello che dice Roma. Il Veneto, ad esempio, sta cercando altre strade provando a mettere in moto un sistema. Zeni ha aggiunto che nell’aggiornamento di oggi ci si sarebbe dovuti occupare del tema dell’apertura delle piste da sci, di un’analisi e una programmazione forte sugli impatti del Covid sulla nostra società , sull’economia e sulla scuola.
Il presidente Fugatti ha risposto che c’era un accordo per una comunicazione Covid in Consiglio e quindi dire ora che ci si limita ad una letterina non va bene. Se invece si dovrà parlare di strategie e politiche lo si dica chiaro.
Ugo Rossi (Patt) ha detto che sarĂ importante sapere qualcosa sulle aperture delle scuole. Di informative ne sono state fatte molte, ma nelle ultime ha ricordato di aver posto due domande specifiche: sapere quanti tamponi vengono somministrati ai positivi da test rapidi e cosa pensa la Giunta sul fatto che la nostra percentuale di ricoveri sia la piĂą alta rispetto ai positivi.
Mara Dalzocchio (Lega) ha detto che Zeni dovrebbe girare le sue domande a Conte che è nella confusione più totale anche sulla scelta di aprire le piste da sci.
Lucia Coppola (Futura) ha chiesto conto della proposta di apertura delle scuole il 9 dicembre ipotizzata a livello nazionale e se, nell’eventualità , la Giunta intenda mettere in atto le misure necessarie per aprire in sicurezza e contenere al minimo la presenza degli alunni della scuole superiori sui mezzi pubblici. La mia preoccupazione in merito rimane alta, ha aggiunto, temo che questa bella notizia possa diventare nuovo motivo di contagio per i nostri ragazzi.
Si è unito alla discussione Giorgio Leonardi (FI), osservando che la politica deve essere politica “di responsabilità ”. L’opposizione preconcetta e denigratoria non è utile a nessuno in queste circostanze, ha aggiunto, facendo appello a un maggiore senso di responsabilità di alcuni colleghi e rivolgendosi espressamente al collega Zeni: il Trentino è in buone mani, ha aggiunto, mani di persone capaci, tecnici e professori che sanno fare il loro lavoro e fanno i conti con quello che altri nelle precedenti amministrazioni hanno lasciato.
Il collega di maggioranza Alessandro Savoi (Lega) ha notato che le informative sull’andamento dell’epidemia stanno diventando troppo spesso l’occasione per criticare ed esprimere dissenso, mettendo in dubbio l’utilità di un siffatto dibattito, che non raggiunge nessuno dei risultati che la comunicativa si pone, prima di tutto quello di informare la comunità trentina. Non si può stare qui a “gufare” contro il Trentino e ad ascoltare polemiche strumentali e inutili. Noi siamo orgogliosi di essere zona gialla e vogliamo un Natale diverso da quello prospettato dalle sinistre chiaccherone che governano Roma, incoscienti di quello che sta avvenendo, delle partite Iva che soffrono: noi ci prederemo le nostre responsabilità , ma se ci sono le condizioni dobbiamo poter aprire la stagione invernale perché vogliamo lavorare, vogliamo fare, vogliamo dare speranza ai nostri cittadini.
Stimolata dai colleghi, Paola Demagri (Patt) è intervenuta ad esprimere la propria delusione in ordine alla relazione “ricca di dati e povera di contenuti” pronunciata dall’assessora. Partiamo dalla percentuale esponenziale di ricoveri rispetto ai positivi, ha detto: qui sarebbe utile capire se questo numero così alto sia legato all’andamento della pandemia sul nostro territorio, oppure se sia piuttosto connesso con la difficoltà di gestire i pazienti al proprio domicilio. Di qui si potrebbe poi comprendere se non sia il caso di implementare i servizi territoriali in modo da evitare i ricoveri. Altro dato, quanti test molecolari sono stati fatti e quanti test rapidi? Infine, Demagri ha illustrato una risoluzione che fa riferimento all’argomento Rsa e all’isolamento al loro interno, con gli ospiti confinati in attesa di conoscere l’esito dei tamponi: è necessario dare corsia preferenziale nell’elaborazione dei tamponi eseguiti ad ospiti e sanitari ed accelerare entro un giorno l’esito per ridurre al minimo il confinamento degli ospiti nelle loro stanze. Altro aspetto, è indispensabile introdurre mezzi in plexiglas o altri strumenti che vengono utilizzati in altre regioni, per permettere il contatto tra familiari ed ospiti perché sappiamo quanto sia importante rendere più umana la relazione che gli ospiti avevano con l’esterno e con le loro famiglie.
Claudio Cia (Agire) ha ringraziato la Giunta per essersi resa disponibile a dare l’informativa. Sarebbe però necessario che questa fosse ripagata con il rispetto per il lavoro complesso e delicato che si sta svolgendo, ha osservato. Cia ha dichiarato di essere totalmente d’accordo con le parole contenute nell’intervista rilasciata oggi dal dirigente Ruscitti su un quotidiano locale, nella quale afferma di non condividere la scelta operata dall’Alto Adige sulla ricerca dei positivi al Covid tra gli asintomatici. Noi dobbiamo partire dalla consapevolezza che il 32% dei contagiati ha tra 0 e 40 anni, il 42% fra 30 e 70 e il rimanente 25% ha oltre 70 anni, con il 90% dei morti complessivi in quest’ultima fascia di età . L’età media dei deceduti da marzo ad oggi supera gli 80 anni e mediamente si trattava di soggetti con tre patologie pregresse. Se crolla l’economia, crollano anche le risorse dell’autonomia e con essa crolla il welfare sociale, ha aggiunto: dobbiamo quindi fare scelte che tengano conto di questi soggetti, quelli più a rischio, che subiscono il danno maggiore. Sulle piste da sci non ci si infetta, ha concluso eventualmente nei punti di ristoro, ma con le dovute, ormai note precauzioni, la montagna è un luogo sicuro.
Alex Marini (Misto) è intervenuto sul servizio di assistenza domiciliare con persone con demenza, che a lui risulta sia stato per numerosi soggetti interrotto e sul software di collegamento con gli strumenti digitali nelle rsa ed è tornato nuovamente sulla propria proposta di istituzionalizzare un momento fisso in quarta Commissione dove affrontare queste delicate tematiche legate al Covid.
Filippo Degasperi (Onda Civica) ha ringraziato l’assessora per l’informativa, sicuramente piena di dati, anche se mancano informazioni che sarebbe importante conoscere, come il numero di tamponi rapidi e il tempo che trascorre tra il tampone antigenico e quello molecolare. Preoccupa poi il rapporto tra i ricoveri e i contagiati che in Trentino è più del triplo rispetto, ad esempio, al vicino Alto Adige zona “rossa”. Se non si vuole lasciare spazio ai “dietrologi” qualche spiegazione su questi e su altri dati sarebbe opportuna. Ovvero, i dati ci sono, ma manca l’informazione. E manca anche la strategia ad esempio sulla scuola e sugli impianti di risalita.