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Sciopero generale, a Trento un migliaio in piazza

Obiettivo: per cambiare la finanziaria del governo Meloni

TRENTO - Sciopero generale, un migliaio in piazza per cambiare la finanziaria del governo Meloni. A Trento la manifestazione regionale contro una manovra che non dà riposte sul caro vita, sui bassi salari e sulla precarietà. Secco no alle politiche di riarmo.

Un migliaio di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati hanno sfilato oggi a Trento durante la manifestazione regionale nell’ambito dello sciopero generale indetto dalla Cgil per cambiare la legge finanziaria del Governo Meloni. Una manovra, come ha ricordato la segretaria generale della Cgil Agb, Cristina Masera, a nome delle confederazioni di Trento e Bolzano “che non fa bene a chi lavora e non fa bene al nostro Paese. Una scelta, quella del Governo, che non vede futuro per giovani né costruisce risposte contro una precarietà che li attanaglia. Anche nella nostra regione diminuiscono posti lavoro stabili e crescono quelli precari. Il caro vita mette in difficoltà le famiglie, in un territorio che ha registrato aumenti dell’inflazione tra i più alti d’Italia. In questo scenario drammtico per molta parte dei cittadini il Governo Meloni non vuole prendere i soldi dove ci sono. Abbiamo proposto una tassazione di solidarietà a chi reddito superiore ai 2 milioni di euro. Quelle persone restano comunque ricche, ma in questo modo si potrebbero avere risorse in più per la sanità pubblica e l’istruzione. Anche sulla politica industriale il Governo dimostra di non avere visione. Siamo qui per cambiare una finanziaria che oggi non fa nulla per i cittadini e aumenta le spese militari”.

Il tema del no al riarmo è stato toccato da più interventi.
Il corteo, a ridosso del Commissariato del Governo, si è fermato e ha dedicato un minuto di silenzio a tutte le vittime delle guerre, ribadendo la contrarietà ad una manovra che taglia la spesa sociale per avere risorse da destinare alla spesa militare.
Nella parte finale della manifestazione si sono alternati diversi interventi di lavoratrici e lavoratori, come quello di Luana, giovane addetta al call center di Dolomiti Energia. “Ci vogliono abbassare lo stipendio e renderci precari, aggirando la clausola sociale. Vogliamo sapere dai soci pubblici, Provincia e Comuni di Trento e Rovereto, il perché di questa scelta”.
E ancora Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario della Fillea, che ha rivendicato le ragioni dello sciopero. “Ci accusano di fare scioperi politici perché sarebbero contro il Governo. Un Governo che si dimentica di lavoratori e pensionati. Se difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, i loro interessi contro una manovra che non dà nessuna risposta è fare politica, allora il nostro è uno sciopero politico”.
Massimiliano Piccolotto dello Spi ha messo l’accento sulle difficoltà delle pensionate e dei pensionati, ricordando che la finanziaria riconosce aumenti di pochi euro per le pensioni.
Le conclusioni sono state affidate ad Andrea Borghesi, per la Cgil nazionale. Borghesi ha puntato il dito contro l’assenza di una politica industriale per il Paese, sul peggioramento della qualità del lavoro “Ci raccontano che cresce l’occupazione, ma è occupazione precaria e con bassi salari”, di un caro vita che sta mettendo in ginocchio fasce sempre più ampie della popolazione ricordando come il taglio dell’Irpef porterà nelle tasche di lavoratrici e lavoratori risorse del tutto inadeguate per fronteggiare gli aumenti dei prezzi. Il tutto mentre con il meccanismo del fiscal drug a pensionati e lavoratori dipendenti sono stati sottratti 25 miliardi di euro. Risorse che devono essere restituite”.

Cambiare è possibile. E per questa ragione oggi la Cgil è scesa in piazza per ribadire le proprie richieste al Governo, dalla restituzione del fiscal drag e la sua neutralizzazione per il futuro al rinnovo di tutti i contratti nazionali di lavoro privati e risorse aggiuntive per i contratti pubblici, dal rafforzamento e all’estensione della quattordicesima per pensionate e pensionati al blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile per tutte e tutti, una maggiore flessibilità in uscita e una pensione contributiva di garanzia per precari e discontinui. Infine il rafforzamento del sistema pubblico dei servizi: sanità, istruzione e ricerca, non autosufficienza, emergenza casa, diritto allo studio, trasporto pubblico.
Ultimo aggiornamento: 12/12/2025 15:11:13

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