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San Gerardo dei Tintori, il cardinale Cantoni a Olgiate Comasco

Olgiate Comasco - C’è un velo di tristezza nella popolazione olgiatese durante il saluto, l’arrivederci a San Gerardo dei Tintori, questo uomo umile e mite che nella sua vita, lui che era di famiglia ricca aiutava i poveri, i bisognosi è vero siamo attorno all’anno 1200 ma anche allora come oggi le persone in difficoltà erano molte e san Gerardo in questi giorni durante la sua permanenza nella nostra comunità ha risvegliato il senso di amore che da secoli gli olgiatesi hanno vesto questo Santo.
L’entusiasmo di otto giorni fa si è trasformato in un lungo applauso che la sua gente gli ha voluto donare al momento del congedo sul sagrato dedicato a monsignor Lorenzo Calori. Un grazie portato dal cardinale Oscar Cantoni, Vescovo di Como, da don Flavio Crosta, prevosto di Olgiate Comasco, dalle autorità civili, dal sindaco Simone Moretti, dagli amministratori, dai sindaci dei comuni limitrofi e del sindaco di Figino Serenza, Roberto Moscarelli, i rappresentanti dei Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e Polizia Locale, in picchetto d’onore accanto all’urna, e dalle tante associazioni che hanno accolto Gerardo dei Tintori al suo arrivo otto giorni fa. Per la comunità di Olgiate Comasco è stata una settimana di fede e di preghiera dove, dai bambini alle persone centenarie, hanno pregato davanti alla sua urna posta di fronte all’altare maggiore della chiesa parrocchia di SS Ippolito e Cassiano.
Questo pomeriggio una chiesa parrocchiale gremita ha partecipato al solenne pontificale presieduto dal cardinale Oscar Cantoni (foto credit Giulia Grisetti).


Omelia Cardinale Cantoni
Con molta soddisfazione mi è stato segnalato il grande accorrere di popolo nelle celebrazioni liturgiche offerte dalla vostra parrocchia in questa settimana, in occasione della presenza dell'urna con i resti mortali di s. Gerardo.
Anche i mass media hanno dato una vasta risonanza all'evento, domandandosi con stupore se la larga partecipazione corrisponda a un nuovo risveglio della fede.
Chi ama il santo popolo fedele di Dio sa che "nella pietà popolare, ci sottolinea papa Francesco nella Evangelii gaudium (126), è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l'opera dello Spirito Santo".
È’ certo che il Signore utilizza e promuove tutte le occasioni per permettere a ciascuno di noi di incontrarlo, di riconoscerlo presente dentro la nostra storia e in quella del mondo. Ci presenta persone semplici e umili, che ci narrano il loro cammino di fede, che manifestano come è possibile vivere il vangelo e sentirsi attivi e creativi nel mondo di oggi, proponendo scelte di fraternità, di pace e di giustizia, dentro una cultura invasa piuttosto da un forte individualismo, da tanta indifferenza, dove si moltiplicano episodi di violenza e di odio, tanto da rendere la vita disumana.
Voi membri della parrocchia di Olgiate vi caratterizzate per una secolare e radicata devozione a s. Gerardo, fino al punto da rinnovare di anno in anno il pellegrinaggio nella chiesa di Monza dove è custodito. Così s. Gerardo è da voi venerato di generazione in generazione e si mantiene ancora oggi un vero modello di vita, oltre che un potente intercessore.
Si può affermare a buon diritto che tutti voi di Olgiate avete S. Gerardo per amico ed è anche attraverso di lui che vi rivolgete a Dio Padre.
I santi sono sempre attuali in qualunque stagione storica e nelle differenti situazioni spirituali nelle quali noi ci troviamo. Essi ci testimoniano l'influsso benefico di Cristo nella loro vita, che spesso ha sconvolto la loro vita e l'hanno radicalmente trasformata.
San Gerardo è quindi un compagno di viaggio che vi è familiare, un fedele testimone di Gesù. Come s. Gerardo, i Santi ci confermano che è possibile seguire Gesù e vivere annunciando il suo vangelo. Per la forza del loro ardore, contestano la nostra fede, a volte un poco assopita e ci richiamano alla urgenza di vivere il vangelo oggi, dentro una società non più cristiana.
E lanciano una sfida: all'interno della nostra cultura secolarizzata (e non scappando da essa!) è ancora possibile testimoniare il vangelo perché esso soddisfa le più profonde aspirazioni del cuore umano.
Sì, perché il vangelo, come scrive papa Francesco nella Evangelii gaudium, "C" (265).
Ogni persona è una parola irrepetibile di Dio.
Nessuno è stato fatto in serie, ma ciascuno con i propri doni, nella sua originalità e freschezza. Nessuno è chiamato a ripetere la personalità e l'agire di s. Gerardo.
Ciascuno però può imitarlo, soprattutto perché si tratta di un comune laico. I battezzati laici sono la maggior parte del popolo di Dio, protesi verso la santità, che è la meta comune per tutte le vocazioni.
La fedeltà a Cristo ha suscitato in s. Gerardo il desiderio di riconoscerlo vivente nei fratelli, soprattutto nei malati, nei poveri, che ha accolto, ospitandoli e curandoli nelle loro
infermità. La sua fede e il suo amore appassionato per i poveri hanno generato in lui una forte creatività, tale da arrivare a costruire un ospedale, con i poveri mezzi a sua disposizione.
Oggi i battezzati laici sono chiamati a infondere il lievito del vangelo nella nostra cultura, attraverso un impegno indefesso, mediante una presenza attiva e responsabile in ogni ambiente di vita: nella propria famiglia, nella società civile, nel mondo della cultura, della politica e dell'economia, del tempo libero, ecc.
Occorre che proprio i laici si considerino parte attiva nel far fronte alle sfide del tempo presente, e nello stesso tempo, imparino anche a sentirsi una minoranza creativa, che vivendo il vangelo, possono riversare nuove energie sulla società intera con creatività e responsabilità.
I cristiani laici sono invitati, come insegna l’enciclica "Fratelli tutti" a pensare un mondo aperto, dove ci sia posto per tutti, che comprenda in sé i più deboli e rispetti le diverse culture". Ognuno di noi è chiamato ad essere presenza viva nella società, animandola con il Vangelo e con la linfa vitale dello Spirito Santo.
S.

Gerardo sostenga ciascuno di noi nella missione che ci è propria: ossia quella di testimoniare che Dio è il centro e il senso per una vita in pienezza.


Discorso di commiato del parroco
Mi sono commosso anch’ io, caro San Gerardo, davanti all’affetto nei tuoi confronti espresso da tante persone in questa settimana. Sono stati giorni di fede sincera che saranno indimenticabili.
Ho potuto constatare il bene e l’amore che da sempre, caro San Gerardo, doni a noi, fedeli olgiatesi, e a tutti i fedeli che sono giunti da ogni parte. Ci hai fatto riscoprire ancora una volta la bellezza del Vangelo che tu hai testimoniato con la tua vita, donandoti agli altri.
Non è facile per me comunicare in poche righe le emozioni di questa settimana, dove le fatiche e le apprensioni di mesi di lavoro sono scomparsi in poche ore.
La semplice descrizione di ciò che è stato a volte rende poco alla trasmissione di quello che è stato il vissuto. Ciò che può sembrare come un evento circoscritto e transitorio in un attimo si è presentato, spiazzando l’ordinario corrente e investendo in tutta la sua interezza la vita di una Città, che tutta si è mobilitata e affaccendata per accogliere al meglio il ‘suo’ San Gerardo.
Senza che sia dato distinguere la presenza e gli effetti del ‘nuovo’, da quelli “stratificati” in 816 anni, in otto giorni siamo stati ‘rapiti’ come in un vortice narcotico, da un ‘contraccolpo della coscienza’ improvviso, quanto necessario, che ci ha permesso, non solo di sentirci, ma di essere una comunità unita attorno al ‘suo’ san Gerardo dei Tintori, testimone di quella misericordia infinita di Dio, riversata verso tutti i fratelli e sorelle.
Proprio per questo affetto conserviamo con venerazione i momenti più intimi di questa esperienza. Iniziando dall’abbraccio ricevuto dal Santo Padre, papa Francesco, che alla nostra comunità parrocchiale ha voluto dedicare una lettera scritta come se anche lui fosse presente con noi non solo spiritualmente in questi giorni.
E poi gli anziani e agli ammalati che, seppur con fatica, hanno voluto essere presenti per venerare e appoggiare la testa sull’urna di san Gerardo. È un segno di gratitudine e di affidamento.
E non posso dimenticare gli adolescenti, i giovani e tutti i volontari che sono stati presenti in questi giorni, ordinando le fatiche e assumendosi la responsabilità del servizio. Un grande grazie a loro.
E come non ricordare i tanti bambini e ragazzi, con i loro catechisti e genitori, che hanno portato un clima di gioia nel nostro cuore, segno tangibile di una comunità che crede ancora al Vangelo con semplicità e purezza.
Dovrei dire tanti grazie: alla corale, ai seminaristi, alle confraternite, al corpo musicale, alle associazioni, alle autorità militari e a tutti coloro che si sono spesi per le celebrazioni di questa settimana: dalla segreteria alle comunicazioni, dalle foto alle riprese, permettendo anche a coloro che sono lontani di pregare con noi.
Grazie al nostro sindaco, Simone Moretti, e all’amministrazione, che hanno condiviso con noi tutti i momenti di questo pellegrinaggio.
Non posso dimenticare un grazie all’Arcivescovo Metropolita di Milano, mons. Mario Delpini, e al parroco di Monza, don Massimo Gaio.
E, non per ultimo, ho lasciato te, caro fratello, card. Oscar Cantoni, nostro vescovo di Como, che ci hai seguito passo dopo passo. Grazie per la tua preziosa preghiera con cui abbiamo realizzato l’immaginetta celebrativa di questa settimana e dei cento anni di consacrazione della nostra chiesa, intitolata ai santi Ippolito e Cassiano. Grazie per la tua intercessione presso la Penitenzieria Vaticana, che ha concesso alla nostra parrocchia l’indulgenza plenaria.
Caro San Gerardo è venuto il momento del saluto. Lo sai benissimo che non è un addio ma un semplice arrivederci: il prossimo 25 aprile ci rivedremo a Monza con mons. Mario Delpini che presiederà la celebrazione eucaristica.
Ti affido tutti gli olgiatesi e, in particolare, chi ha bisogno di te in questo momento.
Tu sai quanto ti vogliamo bene. Grazie San Gerardo.


Discorso di commiato del sindaco
A seguire è intervenuto il sindaco, Simone Moretti, iniziando con il saluto al Vescovo Oscar.
A conclusione, purtroppo, della Settimana Gerardiana volevo iniziare questo mio breve saluto con la parola più semplice ma dal significato più profondo che tutti noi conosciamo: GRAZIE!
Come dice spesso Papa Francesco: Impariamo a dire “Grazie,” a Dio, agli altri. Lo insegniamo ai bambini, ma poi lo dimentichiamo!
Grazie a Lei per la sua preziosa e significativa presenza oggi qui a Olgiate Comasco per la conclusione di questa emozionante, storica, coinvolgente settimana che la Comunità Olgiatese tutta, ma non solo, ha potuto vivere in maniera intensa e totale assieme al suo San Gerardo.
La devozione che abbiamo noi olgiatesi per San Gerardo non si può spiegare in maniera razionale, ma non tutto deve per forza esserlo.
Siamo legati alla figura del Santo dal 1207, il pellegrinaggio il 25 aprile è entrato di diritto nella nostra storia e nelle nostre più care e sentite tradizioni, che si tramandano in maniera naturale in ogni famiglia.
E la partecipazione alla Settimana Gerardiana è stata, se ancora ci fossero dubbi, la conferma che la Comunità Olgiatese tutta ha una devozione totale, sincera, vera e sentita per le spoglie mortali del suo Santo.
Abbiamo avuto tutti quanti noi la possibilità di essere protagonisti di un evento storico che non ci dimenticheremo mai e l’abbiamo vissuto nel migliore dei modi.
Iniziato con l’emozionante cerimonia di accoglienza di sabato scorso fino alla conclusione di questa giornata, dandoci già appuntamento a Monza il prossimo 25 aprile per il pellegrinaggio numero 817.
Sono stati mesi di lavoro intensi e coinvolgenti, con una disponibilità totale da parte di tutti, dai più piccoli ai più grandi, la cittadinanza tutta fino alla Diocesi di Como e di Milano con la Parrocchia di Monza.
Grazie alla Comunità Olgiatese per aver vissuto con partecipazione emotiva questo momento storico.
Grazie a tutti i ragazzi e ragazze, adolescenti ed ai più piccoli per averci messo il cuore, la testa e la presenza, che non va mai data per scontata ed aver animato diverse tappe di questa settimana, non ultima la veglia di stanotte. Grazie a loro la devozione per San Gerardo non verrà mai meno
Grazie, infine, alla Parrocchia di Olgiate Comasco, in particolare ai nostri Sacerdoti, Don Flavio, Don Francesco e Don Alberto per aver pensato, proposto e concretizzato nel centenario della Chiesa Parrocchiale di unire un evento storico di tale portata a 77 anni di distanza dall’ultima presenza di San Gerardo a Olgiate.
E soprattutto a chi, ai tanti che dietro le quinte si sono spesi con una presenza costante e coinvolta per garantire il rispetto della forma e del protocollo, elementi fondamentali per mettere in campo l’organizzazione perfetta.
Spero con queste poche parole di aver trovato il tempo per ringraziare le persone che fanno ed hanno fatto la differenza nelle nostre vite.

Ultimo aggiornamento: 22/10/2023 22:05:01
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