Nella strada intrapresa di tutela ambientale, decisiva è stata la sinergia con la Comunità Montana di Valle Camonica, che oltre a stanziare le risorse, ha collaborato alla definizione del progetto ed alla realizzazione dell’intervento, lavorando sempre a fianco della sezione Cai di Borno, concessionario della struttura".
L'INTERVENTO DEL CAI - "Vi sono luoghi, che più di altri, sono intrisi di storia e leggenda e con i quali si crea un legame particolare, tra questi vi è sicuramente il monte San Fermo che dai sui1868 metri domina Borno.
Alla sommità del monte vi è l’omonima chiesetta a cui è addossato sul retro il rifugio San Fermo riattato ed ampliato in tempi recenti.
Al monte San Fermo è legata la leggenda dei tre fratelli: Cristina, Fermo e Glisente, che a seguito dell’esercito di Carlo Magno decisero di fermarsi in Valle Camonica e concludere la loro vita come eremiti ritirandosi sui tre monti, che in seguito presero il loro nome, dai quali la sera accendevano un fuoco per comunicare la loro persistenza in vita.
La chiesa posta sulla sommità del monte è antica e da una lapide collocata al suo interno risulta ricostruita completamente nell’anno 1663, successivamente sono stati fatti altri interventi manutentivi.
Inoltre, a conferma dell’antichissima frequentazione del monte San Fermo vi sono i reperti trovati dagli archeologi nel 2018 nella zona verso la pozza e risalenti ad epoca protostorica - seconda metà del primo millennio a.C.
L’attuale “rifugio di San Fermo” il 5 giugno dell’anno 1911 venne inaugurato come rifugio dal Cai di Brescia e denominato ”Capanna Moren”.
Il rifugio San Fermo subì un intervento di riattamento funzionale agli inizi degli anni ’80 e dal 2016 vi è stato un intervento di ampliamento ed adeguamento funzionale del rifugio con la creazione di 25 posti letto e 40 posti nella sala pranzo.
Il Cai centrale ritiene che i suoi quasi 800 rifugi siano importanti per la frequentazione in sicurezza della montagna e il suo ex presidente Vincenzo Torti sostiene che “I rifugi del Club alpino italiano si devono distinguere dalle altre strutture.
In questa, ottica tradizione e innovazione non sono termini contrapposti, ma indicano la nostra intenzione di non abbandonare quanto effettuato e tramandato in decenni di storia, ma contemporaneamente di guardare al futuro, tenendo bene presente il concetto di sobrietà”.
Quindi l’indicazione del Cai è quella di gestire i rifugi guardando al futuro specialmente con una attenzione particolare alla tutela dell’ambiente che a certe altitudini ha un equilibrio ancora più delicato.
In questa ottica si inserisce a pieno titolo l’intervento per la realizzazione, a servizio del rifugio San Fermo, di un impianto di fito-pedo-depurazione proposto e finanziato dalla Comunità Montana di Valle Camonica di Breno, sostenuto dal Sindaco del Comune di Borno (proprietario del rifugio) ed accolto con grande piacere dalla nostra sezione del Cai Borno, concessionaria del rifugio.
Forti dell’esperienza di altri rifugi, anche situati ad altitudini maggiori, siamo certi che l’intervento, concluso in questi giorni, oltre a dare un’impronta “ecologica” rifugio di San Fermo, risponderà pienamente alle aspettative del CAI di salvaguardia dell’ambiente e dell’utilizzo oculato delle risorse naturali disponibili.
A nome mio e di tutti i frequentatori della montagna un grazie a tutti quanti hanno creduto, operato e collaborato per la realizzazione dell’intervento", sostiene Davide Sanzogni, presidente CAI Borno.