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Provincia di Trento: la manovra di Bilancio 2021-2023

martedì, 10 novembre 2020

Trento – Riorientare il sistema trentino, fronteggiando giorno per giorno le emergenze poste dalla pandemia ma anche “alzando lo sguardo”, per definire traiettorie di sviluppo della società e dell’economia locale all’interno dei più ampi processi di transizione al green e al digitale, che sappiano cogliere le trasformazioni in atto, comprese quelle conseguenti al Covid-19. E’, questo, uno degli obiettivi strategici posti dal Bilancio provinciale 2021-2023, che vuole gettare le basi per la ripresa economica del Trentino. L’altro obiettivo strategico, complementare al precedente, è sostenere la Finanza provinciale, nonostante la diminuzione delle entrate fiscali dovuta ad un -10,2 % del Pil nel 2020, attivando tutte le fonti esterne al territorio: risorse europee, statali e private. “Per il 2021 le risorse complessive ammontano a 4.408,8 milioni di euro – ricorda il presidente Maurizio Fugatti, che ha presentato la manovra agli organi di informazione assieme agli assessori Achille Spinelli, Roberto Failoni e Mirko Bisesti. – Questa è la ‘base’ da cui partire per gestire le competenze riconosciuteci dall’Autonomia ma anche per far fronte ai maggiori oneri connessi al Covid-19, in particolare nel settore della scuola, della sanità e dei trasporti. Per superare questa fase e avviare un nuovo ciclo espansivo, al netto degli andamenti della pandemia, è necessario pertanto un eccezionale sforzo di coesione da parte di tutti gli elementi del sistema-Trentino”.

Situazione e misure avviate nel 2020

La manovra di Bilancio adottata dalla Provincia, naturalmente, ha alle spalle una serie di azioni straordinarie già avviate quest’anno, dopo l’inizio dell’emergenza generata dal Coronavirus. Fra queste, nella prima fase:

– il sostegno alla liquidità delle imprese, attraverso il Protocollo siglato con le banche territoriali e i Confidi, che ha avviato operazioni che hanno già interessato complessivamente circa 5000 operatori economici per oltre 400 milioni di euro. Tenendo conto delle domande raccolte l’obiettivo è arrivare a 500 milioni;

– le misure urgenti per il sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei settori economici (fra cui il posticipo del versamento della prima rata Imis);

– la legge “Riparti Trentino”, contenente un ampio ventaglio di interventi per sostenere il reddito dei lavoratori sospesi dal lavoro e aiutare le imprese a superare questa fase, compresi gli effetti provocati dal lockdown (circa 150 milioni di euro).

A ciò è seguito l’assestamento di Bilancio, orientato da un lato a coprire le minori entrate previste in seguito alla crisi, e dall’altro a garantire la possibilità di realizzare nuovi investimenti, in chiave espansiva, ed a rinforzare l’offerta nei servizi più colpiti dalla pandemia, in primo luogo scuola e sanità .

Per quanto attiene ai rapporti finanziari con lo Stato nel 2020, il ristoro per la perdita di gettito dovuta al calo del pil ammonta a 380 milioni di euro, a cui si sommano i trasferimenti statali previsti a copertura delle nuove spese generate dal Covid, per 117 milioni circa. Un ulteriore elemento da considerare è rappresentato dagli aiuti diretti erogati a cittadini e imprese come la cassa integrazione, i crediti di imposta e così via.

La manovra di Bilancio 2021-2023

Con i circa 4.400 milioni di euro stimati, e fermo restando il concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale, la Provincia si fa carico di finanziare l’ingente mole di competenze legislative e amministrative che le sono state trasferite e delegate nel tempo: dalla scuola alla sanità, dal welfare agli aiuti alle imprese, dai trasporti alla gestione delle infrastrutture e così via.

La manovra si propone di avviare un processo volto a:

– accrescere la selettività e l’efficacia degli incentivi alle imprese, favorendo la crescita della competitività, l’ innovazione, l’internazionalizzazione;

– semplficare e rendere più eque le politiche in favore della famiglia, anche alla luce delle misure varate dallo Stato;

– valutare ed implementare possibili miglioramenti da apportare al sistema di finanziamento degli Enti locali, in particolare per il sostegno di specifici servizi, in relazione alla capacità di autofinanziamento dei Comuni.

Fonti di finanziamento esterne

Nell’ambito delle fonti di finanziamento esterne, da cui derivare nuove risorse da immettere nel sistema, è previsto il “lancio”, anche con il supporto di Cassa del Trentino, di tre specifici fondi – Fondo crescita (multicomparto), Fondo Immobiliare (per la rigenerazione urbana) e Fondo Alberghi –  con il coinvolgimento di investitori qualificati (CDP, Laborfonds, Invimit) ma anche dei singoli risparmiatori.

Sempre per quanto riguarda la mobilitazione di risorse esterne alla finanza provinciale, le fonti principali individuate dalla manovra di Bilancio sono le seguenti:

– Recovery Fund: sono state trasmesse al Governo 32 proposte progettuali per un volume complessivo di 2.033 milioni, a cui si aggiungono interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico e per la “transizione verde” per complessivi 165  milioni;

– Indebitamento: la leva del debito sarà utilizzata per il finanziamento di opere pubbliche, già programmate e da programmare, in relazione agli eventuali ulteriori spazi di debito assegnati alla Provincia a valere sul Recovery Fund o ricavabili sul bilancio provinciale;

– Fondi strutturali 2020-2027: dalle prime stime il volume di risorse di provenienza europea per la programmazione provinciale è pari indicativamente a 200 milioni, inclusa la quota a carico della Provincia. A ciò si aggiungono le risorse previste sul PSR;

– Finanziamenti statali ed europei: si fa riferimento qui a specifici fondi nazionali, come avvenuto per i 120 milioni assegnati alla Provincia per la realizzazione di progetti di investimento in vista delle Olimpiadi 2026.

– Poste arretrate con lo Stato, per le quali la Provincia ha in corso la trattativa con il Governo.

Principali novità previste dalla manovra

Fra le principali novità contenute nella manovra di Bilancio 2021-2023 abbiamo:

– agevolazioni tributarie: si rivedono alcune agevolazioni e  si recuperano risorse da destinare ad interventi mirati in favore di imprese e cittadini. In particolare,  l’addizionale regionale all’Irpref resterà a zero per redditi fino a 15mila euro; verranno invece  riviste  alcune agevolazioni relative all’Irap (conferma aliquota base ridotta al 2,68%; conferma aliquota zero per le nuove imprese; aliquota 1,5% per imprese che incrementano l’occupazione di almeno il 5% e di almeno 1 unità), mentre per quanto riguarda l’Imis le agevolazioni restano invariate;

–  Misure per favorire l’avvio della stagione turistica invernale: a causa delle incertezze relative alla stagione turistica, si prevede la possibilità di concedere contributi a parziale ristoro dei costi sostenuti dagli operatori economici per l’innevamento programmato; prevista inoltre la concessione di contributi agli operatori economici che assumono, entro il 31 dicembre 2020,  per la stagione invernale 2020-2021, un numero di dipendenti adeguato rispetto a quello dei dipendenti assunti nell’anno 2019;

– Settore termale: si prevede la concessione di contributi a favore degli operatori del settore termale a parziale  copertura della perdita di fatturato subita nei primi nove mesi dell’anno 2020;

– Fondo per lo spettacolo: viene riproposto anche per il 2021 un fondo a sostegno degli operatori economici e degli artisti del mondo dello spettacolo;

– Misure nel settore finanziario per sostenere lo sviluppo del sistema economico locale: per favorire il rafforzamento del sistema creditizio provinciale, è prevista l’acquisizione di quote di partecipazione del capitale sociale detenute da altre pubbliche amministrazioni nella società Mediocredito Trentino-Alto Adige spa (22  milioni); la Provincia  promuoverà inoltre la partecipazione di imprese e cittadini al finanziamento di infrastrutture strategiche provinciali, anche attraverso la costituzione di appositi strumenti finanziari, nel rispetto della normativa nazionale in materia (bond provinciale);

– Long term care: prevista la concessione di contributi per favorire l’adesione a forme assicurative che garantiscano una rendita in caso di non autosufficienza;

– Canoni ambientali: ampliate le tipologie di interventi a cui possono essere finalizzati  i canoni ambientali versati dai concessionari delle grandi derivazioni a scopo idroelettrico, includendo anche progetto che hanno effetti positivi sul paesaggio;

– Aree produttive: ridotte le sanzioni connesse al mancato assolvimento degli obblighi di edificazione in capo agli assegnatari di aree produttive;

– Semplificazione: previsti infine nuovi interventi per la semplificazione degli adempimenti burocratico-amministrativi.

Proseguiranno inoltre gli impegni già assunti, fra cui quelli riguardanti l’attualizzazione dell’assegno unico (maggiorato del 15% alla voce “sostegno al reddito”), la realizzazione delle opere pubbliche già finanziate e la conclusione dei bandi già avviati per i diversi settori economici (170 milioni).

I sindacati: “Manovra senza visione e investimenti insufficienti per la crisi”

Mancano idee strategiche e una visione del Trentino per il prossimo futuro. Per i sindacati la manovra finanziaria che la Giunta provinciale si appresta a varare è inadeguata a fronteggiare la crisi economica e sanitaria imposta dalla pandemia. La legge di stabilità per il 2021 così come il bilancio sul prossimo triennio non prevedono interventi in grado di stimolare la crescita economica e l’occupazione. E non è solo una questione di risorse insufficienti visto che arriveranno nelle casse di Piazza Dante sia le risorse in compensazione dallo Stato per il mancato gettito sia una quota parte del Recovery Fund.

“In questa fase non ci sono stanziamenti per far fronte all’impatto enorme che la disoccupazione avrà sul nostro mercato del lavoro non appena verranno sbloccati i licenziamenti né sono state previste politiche industriali in grado di sostenere il recupero di produttività e competitività del nostro sistema economico”, fanno notare i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, che sottolineano anche il grande vuoto che si registra sul fronte della sanità. “Siamo nel pieno di un’emergenza sanitaria ed è chiaro a tutti il ruolo centrale che in questa partita deve essere svolto dalla sanità territoriale. A tutti tranne che all’Esecutivo che non prevede risorse adeguate per rafforzare il sistema di prevenzione potenziando l’assistenza territoriale, la prossimità nelle cure e la medicina di base, la domiciliarità e la telemedicina. Un fronte su cui il Trentino è ancora indietro come dimostra la difficoltà a fronteggiare la ripresa dei contagi, ma purtroppo si discute ancora di una sanità fondata sugli ospedali senza vedere che il presente e il futuro sono nella centralità della prevenzione sanitaria diffusa, in totale contraddizione connilmpaino provinciale per la salute 2015-2025”.

Non va meglio sul fronte dello sviluppo economico, dove si decide di non decidere rimandando ad un prossimo futuro la gestione di alcuni nodi critici che affliggono il Trentino a cominciare dalla mancata riforma dell’assetto istituzionale che impedisce di fatto la riorganizzazione degli enti locali e delle loro funzioni. E anche sul fronte delle tanto sbandierate opere pubbliche non si va molto più in là del consueto elenco di interventi. “Nessuna individuazione di priorità e soprattutto nessun intervento sul fronte della manutenzione e messa in sicurezza del territorio, della sostenibilità ambientale e della prevenzione del dissesto idrogeologico – insistono i tre segretari –; ambiti di intervento strategico anche per migliorare la nostra agricoltura e rendere più competitiva la nostra offerta turistica”.

Altra nota dolente le politiche per il lavoro. Le promesse di un rafforzamento di Agenzia del Lavoro con il potenziamento delle risorse umane dei centri per l’impiego sono sparite nel documento finanziario. “Difficile immaginare come verrà affrontata la crisi occupazionale senza risorse umane né economiche”.

Cgil Cisl Uil dunque insistono ancora una volta sulla necessità di avviare un confronto ampio sulla definizione di alcune priorità strategiche per far ripartire il Trentino su basi solide. “La Giunta continua a non decidere, a non fissare alcuna priorità limitandosi ad interventi spot, senza alcuna visione. E’ necessario invece fare scelte coraggiose anche con l’apporto di competenze e professionalità presenti nei vari ambiti della nostra comunità. Anche per questo abbiamo chiesto un incontro urgente alla Giunta: serve una vera cabina di regia anticrisi e un patto per lo sviluppo tra tutte le parti sociali”.

Uno scatto di coraggio che, ricordano i sindacati, si aspettano anche le imprese come emerge dal documento del Coordinamento imprenditori. “Su diverse questioni sindacati e aziende dimostrano di avere visioni molto vicine. La Giunta esca dal suo isolamento e cominci a costruire insieme alle parti sociali. La pandemia ha cambiato tutto. L’Esecutivo non può rimanere arroccato su posizioni di parte, deve cambiare rotta per la crescita della comunità e soprattutto di quelle aree periferiche sulle quali si sono spese tante promesse in campagna elettorale”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.



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