Milano - Nuovo passo in avanti per il settore della plastica, dopo Certified Recycled Plastic® arriva il servizio che permette di tracciare i sottoprodotti in modo trasparente e univoco. Riccardo Parrini e Stefano Chiaramondia: "In Europa si generano più di un milione di tonnellate di materiale di scarto all’anno, rimetterle in circolo è fondamentale in ottica di economia circolare".
Quando si parla di economia circolare, si pensa subito alla parola “riciclo”. Un’attività senz’altro fondamentale alla base della quale c’è la creazione di rifiuti, che vengono poi reimmessi nel ciclo produttivo per essere trasformati in nuovi prodotti. La stessa Commissione europea, attraverso un programma quadro relativo alla sostenibilità, identifica però quelle di prevenzione dei rifiuti come attività da incoraggiare rispetto al riciclo. Cosa significa? Semplice, che oggi la sfida dell’economia circolare si gioca anche lungo tutta la filiera della catena del valore. E, per la precisione, nell’ambito degli industrial byproduct. I classici “scarti di lavorazione”, per dirla in modo semplice. Quei residui, insomma, che numerose aziende, almeno fino a oggi, hanno preferito spesso smaltire come rifiuti tout court anziché provare a riutilizzare, con conseguenze gravi per l’ambiente.
A contribuire a velocizzare il cambio di scenario anche in Italia è l’entrata in vigore di una normativa sugli acquisti della Pubblica Amministrazione (e non solo) che mette ora sullo stesso piano sottoprodotti e plastica riciclata. Tutto questo riguarda i materiali che, in campo edilizio, rispondono ai criteri ambientali minimi relativi al cosiddetto “green public procurement”, ovvero i requisiti definiti per le varie fasi del processo di acquisto al fine di individuare la soluzione migliore sotto il profilo ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Ricorrere ai sottoprodotti si trasforma così a tutti gli effetti, sostanziali e burocratici, in una scelta che contribuisce a salvaguardare l’ambiente in modo efficace.
E diventa, a questo punto, quantomai centrale riuscire a valorizzare al massimo l’enorme quantità di residui che si generano durante le diverse attività di produzione, in particolare proprio nel mondo dell’industria dei materiali plastici.