TRENTO - La questione orsi tiene banco, ospitiamo l'intervento del consigliere provinciale
Claudio Cia (gruppo misto): "
In un mio intervento dell'agosto 2024, avevo ricordato come la gestione dei grandi carnivori sia una questione che supera i confini locali e ideologici. Già allora sottolineavo che l’aumento degli attacchi e delle incursioni degli orsi nei centri abitati è un fenomeno mondiale, che riguarda la difficoltà dell’uomo moderno a convivere con la fauna selvatica.
Portavo esempi dalla Romania, dagli Stati Uniti, dalla Slovenia e dalla Slovacchia: Paesi che, come il Trentino, si confrontano con l’esigenza di tutelare la vita umana senza rinunciare alla conservazione della natura. L’obiettivo non è la “convivenza” – termine improprio in etologia – ma una possibile “coesistenza” basata su regole, prevenzione e rispetto reciproco delle distanze tra uomo e animale.
Oggi l’attualità ci riporta con forza a quella riflessione. In Giappone si sta vivendo una delle peggiori crisi da orsi bruni degli ultimi decenni: dodici persone morte, oltre cento ferite e più di ottomila avvistamenti solo nella prefettura di Akita.
Gli orsi, spinti dalla fame e dalla scarsità di risorse alimentari nei boschi, arrivano fino ai centri abitati, alle scuole e perfino nei supermercati. Il governo giapponese ha mobilitato le forze di autodifesa per affiancare i cacciatori locali nel posizionamento di trappole e nella gestione dell’emergenza.
Gli esperti parlano di un intreccio di cause — cambiamento climatico, spopolamento delle aree rurali, calo del numero dei cacciatori e perdita del presidio umano sul territorio — che, pur in scala diversa, ritroviamo anche in Europa e nelle nostre valli alpine.
Ancora una volta emerge che il problema non è “l’orso del Trentino”, e men che meno “i trentini” o il loro rapporto con la natura. Al contrario: è proprio grazie alla sensibilità e alla cultura ambientale radicate in questa terra se orsi, lupi e altre specie selvatiche hanno potuto tornare a prosperare in un mondo sempre più densamente popolato e antropizzato.
Gli attacchi in Giappone dimostrano quanto sia fragile l’equilibrio tra conservazione ambientale e sicurezza pubblica, e quanto sia urgente un approccio razionale, scientifico e non ideologico alla gestione della fauna selvatica.
Non si tratta di scegliere tra l’uomo e l’orso, ma di garantire che entrambi possano continuare a vivere — ciascuno nel proprio habitat — senza che la difesa della natura diventi una minaccia per la vita delle persone".