Sono porzioni di territorio che non possono essere dimenticate perche' possono servire ad accrescere le possibilita' di riuso del territorio, con tutte le sue risorse, non solo minerarie".
UNA RETE NAZIONALE DEI PARCHI MINERARI - La Lombardia, fra l'altro, e' stata tra le prime a legiferare in materia, gia' nel 2009, rispetto all'utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dimesso e successivamente, attraverso un regolamento regionale, sul rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione degli interventi. E' attualmente impegnata anche in ambito nazionale per la promozione della rete nazionale per i musei e i parchi minerari e sta lavorando al 'Programma regionale per il recupero e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso' per la definizione delle linee e degli indirizzi per lo sviluppo delle attivita' di valorizzazione, per l'individuazione e il censimento dei siti minerari dismessi e la costituzione dei parchi geominerari.
I siti minerari presenti in Lombardia sono stati dismessi sia per intervenuta anti-economicita' nella prosecuzione dei lavori di coltivazione, sia per esaurimento dei giacimenti. La conseguente, progressiva chiusura delle miniere ha poi inevitabilmente portato all'abbandono, di cio' che generazioni di minatori avevano fatto, dei luoghi della fatica. Tra le materie prime presenti in Lombardia troviamo il piombo-zincifero nella bergamasca; la fluorite, per usi metallurgici e ceramici nel Bresciano e il talco in Valtellina.
GLI 8 SITI DISMESSI - Gli 8 siti minerari dismessi si trovano a:
- Bagnada nel Comune di Lanzada (Sondrio)
- Cortabbio nel Comune di Primaluna (Lecco)
- Piani Resinelli nel Comune di Abbadia Lariana (Lecco)
- Marzioli nel Comune di Pezzase (Brescia)
- Tassara-S. Aloisio nel Comune di Collioe Bovegno (Brescia)
- Paglio-Pignolino nel Comune di Dossena (Bergamo)
- Gaffione nel Comune di Schilpario (Bergamo)
- Costa Jels nel Comune di Gorno (Bergamo)