Brescia - In occasione della Giornata internazionale della famiglia Poste Italiane ha raccontato un mestiere antico, attraverso la storia di
Rosaria, Mattia e
Niccolò, la famiglia dei portalettere che consegna la
Valsabbia e
Salò.
Maria Rosaria Ramunno, originaria di Paola in Calabria, ma bresciana di adozione dal 2000, ha quattro figli, Mattia 30 anni, Niccolò 24 anni, Daniele 22 anni e Andrea 17 anni e un legame speciale con Poste Italiane. Suo nonno, infatti è stato portalettere prima di lei e ora, oltre a lei, lavorano in Azienda due dei suoi figli, Mattia presso il centro di recapito di Salò e Niccolò da poco in forza al centro di distribuzione di
Barghe in
Valsabbia, dove lavora proprio con la mamma.
“La scelta di tornare a lavorare dopo essere stata solo mamma per diverso tempo, è stata inizialmente difficile, ma a me piace mettermi in gioco e per questo ho partecipato alle selezioni per il ruolo di portalettere in Poste Italiane, una bella sfida, che fortunatamente è risultata vincente! - continua Maria Rosaria che lavora fra Bagolino, Agnosine Casto e Mura-. Adoro il mio lavoro e gestire una famiglia numerosa mi ha insegnato ad organizzarmi nelle mie giornate.
Mi piace la genuinità delle persone di queste parti e sapere che sono diventata per loro un punto di riferimento quotidiano mi rende orgogliosa. “Anche a me piace molto il mio lavoro - racconta Mattia che fa il portalettere sulle sponde del lago, fra Salò e Gardone Riviera - mi piace essere indipendente, stare all’aria aperta nella bella stagione e soprattutto lavorare come portalettere mi permette anche di organizzare la mia giornata per dedicare del tempo allo studio. Mi mancano pochissimi esami per laurearmi in ingegneria informatica e poi, con questo nuova qualifica, vorrei tanto poter continuare a crescere in Poste dove le opportunità sono diverse per noi giovani. “Mio fratello Niccolò, ad esempio, è entrato da poco in Azienda e lavorando nello stesso centro della mamma, alle volte è proprio lei che lo affianca e lo supporta nelle attività su cui ancora non è esperto”. “Sono felice che i miei figli amino il loro lavoro - prosegue Maria Rosaria - e che abbiano colto l’opportunità di lavorare come portalettere, coltivando anche l’ambizione di crescere, sfruttando le opportunità più affini ai loro studi che si presenteranno in una Azienda così grande e ricca di prospettive”. Quando la sera ci ritroviamo a cena - conclude Rosaria - ci confrontiamo. Ognuno di noi ha un aneddoto della sua giornata da raccontare, sia noi 3 che lavoriamo in Poste sia mio marito che lavora in una scuola, sia Daniele che fa la guardia giurata, sia Andrea, il piccolo di casa, che va ancora scuola e gioca a calcio a buoni livelli nel BSV Garda” Ritrovarci ogni sera a cena è il momento più bello e vedere i miei figli sereni delle loro scelte è un regalo meraviglioso!.