Bormio - L'indirizzo del Governo con un lockdown imposto agli impianti sciistici almeno fino all'Epifania fa tremare anche Valtellina e Valchiavenna. "Senza l'inizio entro metà dicembre, sarebbe una disgrazia economica per interi territori. L’apertura degli impianti sciistici non è un fatto sportivo ma una questione cruciale per chi vive e lavora in Montagna", secondo il presidente di Confartigianato Imprese Sondrio, Gionni Gritti.
"La questione dell’apertura o meno della stagione sciistica è entrata nel dibattito politico nazionale e regionale ma non a tutti è chiaro il significato e la rilevanza di tale scelta. Nella nostra Provincia - ma non è l’unica nel Nord Italia - ci sono località ovvero stazioni sciistiche che non possono permettersi di non aprire almeno a metà dicembre. Per taluni lo sci è solo uno sport mentre per alcuni territori lo sci e quel che ruota attorno ha un significato molto importante che si traduce in lavoro ed economia.
A livello nazionale il Governo ha mostrato subito di non comprendere a pieno l’importanza di questa decisione. Non si può trattare lo sci come un Parco di Divertimenti. Il Governo ha chiesto l’intervento dell’Europa ma sta prevalendo l’egoismo di ciascuna paese.
Attorno alle stazioni sciistiche vi è un elevato indotto di piccole imprese artigiane che operano nei più svariati settori: impiantistica, servizi, alimentare.