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Lavori sul Ponte Caffaro e viabilità provvisoria: il progetto

Bagolino (Brescia) - È stato approvato il progetto esecutivo per la realizzazione della viabilità provvisoria in località Ponte Caffaro, nel comune di Bagolino (Brescia), necessaria durante i lavori di riqualificazione e consolidamento del ponte esistente sul torrente Caffaro. L’intervento in progetto è finalizzato alla messa in sicurezza del traffico, sia leggero che pesante, gravante sull’arteria provinciale e sulle strade secondarie ad essa convergenti, e si prefigge l’obiettivo di rendere più scorrevole il flusso dei veicoli e migliorare la rete stradale tra Trento e Brescia durante la fase di riqualificazione del ponte storico esistente.


Infatti, l’attuale ponte sul torrente Caffaro, realizzato ad inizio novecento secondo i criteri progettuali dell’epoca, non è più in grado di garantire un adeguato livello di sicurezza per il transito veicolare a causa degli evidenti segni di degrado dell’impalcato e del progressivo aumento delle masse transitanti. Pertanto, si rende necessario un significativo intervento di rinforzo sia puntuale, per quanto attiene le travi reticolari, i traversi ed i ripartitori, ma anche più generalizzato, per quanto attiene il sovrastante pacchetto stradale. Per tali ragioni è stata emessa un’ordinanza di limitazione del transito per i veicoli aventi massa superiore a 40 tonnellate.


Un ponte provvisorio verrà noleggiato durante l’intervallo temporale necessario all’esecuzione dei lavori di riqualificazione del ponte storico, la cui durata si stima essere pari a 9 mesi. La messa in servizio del ponte provvisorio è indispensabile al fine di evitare l’imposizione di un regime di transito a senso unico alternato, che inevitabilmente provocherebbe pesanti ripercussioni sulla viabilità della Strada Provinciale 237.


Il manufatto, costituito da elementi prefabbricati in acciaio, di luce pari a 33 metri avrà una larghezza utile per il transito veicolare pari a 10 m, tale da consentire l’inserimento di due corsie di larghezza pari a 3,50 m e di due banchine di larghezza pari a 1,50 m.

Entro la prossima settimana verrà pubblicato il bando di gara per l’individuazione dell’impresa che eseguirà tali lavori il cui importo complessivo, comprensivo del canone di noleggio mensile del ponte provvisorio, è di 1.155.000 euro, finanziata anche dalla Provincia Autonoma di Trento che si è impegnata, attraverso la stipula di un protocollo d’intesa con la Provincia di Brescia, per dare attuazione a questo articolato intervento di reciproco interesse.


Sono previste 10 settimane di lavoro per la realizzazione delle nuove spalle del ponte, per la posa del ponte provvisorio, lo spostamento dei sottoservizi interferenti e la realizzazione della sovrastruttura stradale completa di segnaletica e raccolta delle acque meteoriche.


Durante queste lavorazioni, verrà garantita la viabilità di collegamento fra la Provincia di Brescia e quella di Trento. Nel frattempo, procedono gli studi e gli approfondimenti per il delicato intervento di riqualifica di un manufatto vincolato. Una volta realizzata la nuova viabilità verrà deviato tutto il traffico sul ponte provvisorio ed inizieranno finalmente le operazioni di consolidamento del ponte esistente.


In Trentino è polemica

A gestire il traffico tra Trentino e Lombardia in prossimità del torrente Caffaro c’è un ponte storico (datato 1906) che è ammalorato e necessita di interventi di consolidamento. Anni fa il Fondo Comuni confinanti aveva finanziato (per oltre 2 milioni e mezzo di euro…) un secondo ponte che, messo a sistema con quello vecchio, avrebbe dovuto formare la cosiddetta “rotonda asimmetrica quadrata” e risolvere i problemi di circolazione interregionali. I lavori del nuovo ponte sono stati terminati nel 2017… peccato che da allora non sia mai stato aperto. Risultato: per intervenire sul vecchio ponte, visto che quello nuovo non si può aprire (è stato costruito talmente bene che pone problemi alla percorrenza dei mezzi pesanti) si è deciso di piazzare un terzo ponte provvisorio fra i 2 esistenti. Quindi, gli interventi sul ponte vecchio li paga la Provincia di Brescia (1 milione e 200 mila euro) alla quale spettano anche la progettazione, l’esecuzione dei lavori e il collaudo del ponte provvisorio. E la Provincia Autonoma di Trento cosa fa? Presto detto. Paga la progettazione e la costruzione del ponte provvisorio (904 mila euro).


"A fronte di tutto ciò noi chiedevamo se la Provincia non ritenesse opportuno informare il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili dell’opportunità di inserire la rotonda quadrata asimmetrica sul fiume Caffaro nel registro delle opere incompiute, al fine di riconoscere l’unicità della vicenda progettuale e realizzativa della stessa. La risposta che ci viene fornita è da antologia e merita di essere sottolineata. Secondo i nostri luminari infatti “ciò premesso non risulta compatibile la classificazione di un’opera attualmente ancora in fase di realizzazione come opera incompiuta.”. È una frase che bisogna analizzare per comprenderne la “diversa genialità”: per definizione un’opera ancora in fase di realizzazione è un’opera incompiuta, dato che se fosse aperta e funzionante essa sarebbe, di fatto, compiuta. I lavori del nuovo ponte, come detto, sono finiti nel 2017. Mancano i permessi per aprire? Allora l’opera è incompiuta. Secondo la Provincia di Trento invece, siccome c’è la possibilità, solo teorica, che il secondo ponte venga aperto, lo stesso non può essere considerato incompiuto. Senza considerare che, a lavori sul vecchio ponte ultimati, quello nuovo e quindi l’impianto stesso della “rotonda asimmetrica quadrata” verrebbero a mancare di utilità.A nostro avviso il nuovo ponte non serviva e non andava costruito. Fin da subito era infatti chiaro come il semplice allargamento in congiunzione alla ristrutturazione del ponte storico sarebbero stati più che adeguati a garantire le esigenze della mobilità tra Trentino e Lombardia al valico di Ponte Caffaro. La risposta che abbiamo sopra illustrato è però un esempio brillante di come linguaggio burocratico e giochi di parole vengano utilizzati per non fare le cose che servono, nel caso specifico allertare le autorità nazionali in merito ad un problema che è costato milioni di euro ai cittadini, senza, al momento, aver prodotto alcuna soluzione, anzi con la certezza di richiedere ulteriori finanziamenti milionari. Parole e cavilli si sprecano, i soldi pubblici si sperperano, le criticità restano", Alex Marini, gruppo M5Stelle Consiglio provinciale di Trento.

Ultimo aggiornamento: 24/11/2022 01:13:45
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