Trento - Il
cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di
Bologna, nominato presidente della CEI nel 2022, ha partecipato anche a questa edizione 2025 del Festival dell’Economia di Trento, dopo avere animato quella dello scorso anno. In dialogo con Marco Magnani, che insegna International Economics alla Cattolica e alla LUISS
Guido Carli, ha parlato stamani al Teatro Sociale di uno dei temi che gli sono più cari, “La pace, valore universale”.
"La pace - questo il messaggio del cardinale Zuppi - si costruisce non col il riarmo ma con il ri-dialogo. E questo l'Europa che è sopravvissuta a due guerre mondiali lo sa bene".

Lo strumento principe è il dialogo, come insegna l'episodio di
San Francesco e il
lupo. La capacità di accettare l'altro come interlocutore, e di costruire un nuovo patto, per superare la divisione, per unire. "
Dobbiamo riconoscere l'interdipendenza, cioè il fatto che abbiamo bisogno dell'altro. Dobbiamo anche superare un'idea 'muscolare' della pace, ricercare un compromesso al rialzo, non al ribasso. Ma c'è anche bisogno dell'arbitro. Se il terzo non c'è, non mette in dialogo le parti, ma si schiera con una parte soltanto, non andiamo avanti".
E l'eredità di
Papa Francesco, con cui Zuppi ha lavorato a lungo?
"La casa è una sola, impariamo a viverla non come estranei ma come fratelli. E per i cristiani, in particolare, l'idea che solo scoprendo l'altro scopri chi sei tu. Dobbiamo aprirci, non isolarci. E' l'essenza del messaggio cristiano" (a destra il cardinale Matteo Maria Zuppi foto credit Michele Lotti - archivio).
Già ospite del Festival lo scorso anno, come ricordato da Magnani, il
cardinale Zuppi ha spaziato nel suo intervento su molti temi.
"Ha visto il film 'Conclave?" ha chiesto il moderatore in apertura per rompere il ghiaccio. "
No, ma ho visto quello reale" ha risposto Zuppi, strappando un sorriso al pubblico.
"Davvero c'è un aiuto superiore - ha proseguito, sottolineando a rapidità con cui il nuovo Pontefice è stato scelto -
C'è anche un insegnamento importante lasciatoci da Papa Francesco, la necessità di mettersi sempre al servizio degli altri. Qualcuno dice: attenzione, così perdi autorevolezza. Ma a me sembra che in molti con lui abbiano trovato la vicinanza con una figura che era vista forse come un po' lontana. Papa Francesco è stato fra la gente fino all'ultimo, anche in sedia a rotelle".
Venendo al tema della pace,
"non riusciamo a capire che la guerra è una sconfitta per tutti" ha detto Magnani. "In realtà forse lo capiamo, - ha chiosato Zuppi - i nostri costituenti ad esempio lo sapevano. Lo hanno scritto nell'articolo 11 della Costituzione. Poi lo abbiamo dimenticato. Diamo anche per scontata la pace. Io sono nato 10 anni dopo la fine della guerra e ho pensato che la pace ci sarebbe stata sempre. In realtà già solo in Europa, abbiamo visto la guerra nella ex-Jugoslavia, qui accanto. Abbiamo perciò una responsabilità enorme. A maggior ragione l'Europa, che tante guerre le ha esportate".
Ma cosa vuol dire “pace”?
“La nostra pace non è benessere individuale, è sempre relazione. E poi la consapevolezza che come io vivo le mie scelte non è senza conseguenze.