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Il ministro Foti al Festival: verso una nuova revisione del PNRR

L'incontro a Palazzo Geremia a Trento

Trento - "Si procede verso una revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l’obiettivo di mettere l’Italia nelle condizioni di realizzare tutti gli obiettivi previsti". Questo l’annuncio del ministro per gli Affari europei, il PNRR, e le politiche di coesione Tommaso Foti, oggi a Palazzo Geremia per l’incontro “Competitività da aumentare e come riuscirci” al Festival dell’Economia.
Intervistato dal direttore del TG1 Gian Marco Chiocci, il ministro Foti ha declinato il tema della competitività per l’Europa in tutti i suoi aspetti e risvolti, senza poi evitare le domande sull’attualità e la politica internazionale e nazionale. Presenti in sala, fra le diverse personalità istituzionali, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, l’assessore all’istruzione, cultura, per i giovani e per le pari opportunità Francesca Gerosa, il direttore generale dell’Amministrazione provinciale Raffaele De Col. (Da sinistra Tommaso Foti, Gian Marco Chiocci foto credit Alessandro Holneider archivio Pat)
“Sicuramente andremo verso una nuova revisione del Pnrr” precisa il ministro ai microfoni dei giornalisti, per poi tornare sul concetto durante l’incontro. Foti chiarisce come quella presentata al Parlamento nei giorni scorsi sia “una revisione tecnica che riguarda la settima e l'ottava rata” del Piano, mentre c’è la volontà di “ricalibrare gli obiettivi per la nona e la decima rata”. “Noi tifiamo per l’Italia - ha aggiunto - e quindi vogliamo mettere l’Italia nelle condizioni migliori per realizzare tutti gli obiettivi”.

Foti affronta quindi la competitività nelle sue diverse declinazioni. “Lo sviluppo si lega innanzitutto alla sostenibilità e lo dico in una provincia dove si attua uno dei migliori interventi che coniugano questi due concetti, la ‘Funivia delle mele’”, prosegue citando il progetto promosso in val di Non con i fondi PNRR.
Poi menziona i progetti per i collegamenti elettrici sottomarini nel Mediterraneo che coinvolgono l’Italia e le sue isole.
Sviluppo sostenibile, per Foti, vuol dire anche promozione della mobilità elettrica, sulla quale il nostro Paese, dice il ministro, è persino avanti ad altri Paesi europei: “Al 31 dicembre 2024 avevamo 65mila colonnine per la ricarica e 303mila auto elettriche immatricolate. Siamo i primi in Europa per il rapporto colonnine per auto elettriche, avendo però il 5% di questo tipo di auto circolanti rispetto al monte auto totale, quando la Francia è al 16% e la Gran Bretagna al 19%. Gli incentivi per l’acquisto non sono quindi fuori dalla logica, ma un’azione affinché questo dato anomalo inizi a riequilibrarsi”.

La domanda urgente in tema di competitività, prosegue Foti rispondendo a Chiocci, è come passare dal dibattito alle azioni: “Penso l’Europa non sia solo a un bivio, ma deve decidere. Siamo a 11 mesi da elezioni europee, vogliamo iniziare a dire quali iniziative concrete si mettono in campo?”.

Sullo sfondo c’è anche il tema delle emissioni: “Nel 2021-23 l’Europa ha registrato meno 32% di emissioni di CO2, gli Usa -24%, il Giappone -21%, la Russia +17%, la Cina addirittura +289% e l’India ha cifre simili. O il mercato è equilibrato o non si può competere lealmente: in altre parole, con una competizione sleale non c’è competitività che tenga”.

Foti risponde poi alla domanda sulle politiche di Trump: i dazi al 10% sono gestibili? “Io penso che il limite principale alla competitività Ue è la burocrazia, che ci costa più dei dazi - replica -. Detto questo, perché l’Europa unita rispetto ad altri interlocutori come la Gran Bretagna non è in una fase di accordo con l’Amministrazione Usa? Più che sugli annunci è utile discutere di intese, parlando anche dei servizi e non solo di beni”.

Il ministro sottolinea la necessità di trovare coesione su alcune scelte di fondo strategiche per il futuro del continente, quindi l’esigenza di affrontare ulteriori questioni: l’allargamento dell’Europa ai Balcani occidentali e il problema del mercato unico dei capitali “a cui arrivare in tempi non biblici”.

Il dialogo tocca infine i rapporti internazionali, il ruolo della presidente del consiglio Giorgia Meloni e del governo italiano, il dibattito su riarmo o difesa europea, le iniziative dei Volenterosi e il lavoro diplomatico per la fine della guerra in Ucraina. “Deve essere una pace giusta e duratura che abbia ben chiaro la situazione di inizio: è la Russia che ha invaso l’Ucraina, non il contrario”, conclude Foti.
Ultimo aggiornamento: 23/05/2025 20:37:54
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