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Valle Camonica: a Darfo Boario Terme il consiglio generale della Cisl. Confronto sulla sanità

Darfo Boario Terme - I lavori del Consiglio generale della Cisl di Brescia e Valle Camonica, riunitosi oggi nel salone Liberty delle Terme a Darfo Boario (Brescia), ha visto la relazione del segretario provinciale della Cisl Brescia Valle Camonica, Francesco Diomaiuta, gli interventi degli amministratori locali, tra cui il presidente della Provincia di Brescia, Pierluigi Mottinelli, che ha sottolineato la massima attenzione a un nuovo dimensionamento delle agenzie sanitarie che tengano conto dell'univocità del territorio provinciale, con il riconoscimento della specificità della ASST della Valle Camonica, come unica realtà di erogazione sanitaria in montagna (nella foto da sinistra Francesco Dioaiuta e Pierluigi Mottinelli).


Diomaiuta-Mottinelli 01

"Nel ruolo di “Casa dei Comuni” - ha dichiarato Mottinelli - la Provincia è l’unico Ente che raggruppa ASST di diverse ATS: l’esito del recente referendum costituzionale ha confermato il vigente assetto istituzionale, che sancisce l’assetto della Repubblica composta da Comuni, Province, Città Metropolitane, Regioni e Stato. Abbandonata di conseguenza l’ipotesi della creazione dei “Cantoni”, è necessario ora che il Consiglio Regionale rifletta sulla zonizzazione delle ATS, affinché coincidano con i confini geografici e politici delle 11 Province e della città Metropolitana di Milano, senza lo scorporo dei territori.

Chiediamo che i Comuni e la politica locale ritornino protagonisti di un'interlocuzione con regione Lombardia, insieme alle rappresentanze sindacali e del privato sociale".


Il segretario provinciale Francesco Diomaiuta ha invece rimarcato che il consiglio generale "Inizia dalla Valle Camonica una serie di incontri che nei prossimi mesi porteranno il gruppo dirigente a riunirsi in sedi diverse della nostra provincia per rendere simbolicamente visibile l’attenzione che la Cisl ha rispetto alle specificità del territorio".


GLI INTERVENTI


DIEGO ZORZI Un invito a riflettere sui dati della sanità bresciana è venuto dal segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica, Diego Zorzi: "Il principio della riforma è certamente condivisibile, ma rimane sulla carta perché la regia che sovrintende 4 grandi realtà ospedaliere pubbliche (Brescia, Desenzano, Chiari ed Esine, con i relativi presidi), 12 strutture private accreditate e un totale di 5.830 posti letto, ha mostrato limiti di programmazione manageriale interna con la mancata assunzione delle decisioni necessarie, e di fronte ad un cambiamento radicale ha lasciato il sistema senza adeguate risorse, scaricando sui 12.000 lavoratori del comparto tutte le aspettative".


FRANCO BERARDI: "Per di più – ha sottolineato dal canto suo Franco Berardi, segretario della Cisl FP Lombardia – oggi non ci preoccupa delle crisi aziendali nel socio sanitario che coinvolgono il Richiedei di Gussago, la Don Gnocchi di Rovato, la Maugeri di Lumezzane. Manca la visione d’insieme della complessità dei bisogni sanitari del nostro territorio, di come dovranno essere strutturate le risposte non nel breve ma nel lungo periodo, di un passaggio dalla centralità dei processi organizzativi in funzione del profitto ad una centralità dei servizi in funzione del malato, della persona, dei cittadini".


PIERLUIGI RANCATI: "Sulla necessità che si torni a discutere delle tante ombre evidenziate - ha insistito Pierluigi Rancati della Segreteria regionale della Cisl -. In Lombardia il sistema sanitario dimostra i limiti di un serio confronto tra istituzione e sindacato, ed è per questo che abbiamo scritto al presidente Maroni chiedendo che la Regione si apra all’ascolto delle nostre proposte e dia strutturazione ad un calendario di incontri dedicati al check up della riforma".

Ultimo aggiornamento: 16/06/2017 18:50:35
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