Chiediamo che i Comuni e la politica locale ritornino protagonisti di un'interlocuzione con regione Lombardia, insieme alle rappresentanze sindacali e del privato sociale".
Il segretario provinciale Francesco Diomaiuta ha invece rimarcato che il consiglio generale "Inizia dalla Valle Camonica una serie di incontri che nei prossimi mesi porteranno il gruppo dirigente a riunirsi in sedi diverse della nostra provincia per rendere simbolicamente visibile l’attenzione che la Cisl ha rispetto alle specificità del territorio".
GLI INTERVENTI
DIEGO ZORZI Un invito a riflettere sui dati della sanità bresciana è venuto dal segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica, Diego Zorzi: "Il principio della riforma è certamente condivisibile, ma rimane sulla carta perché la regia che sovrintende 4 grandi realtà ospedaliere pubbliche (Brescia, Desenzano, Chiari ed Esine, con i relativi presidi), 12 strutture private accreditate e un totale di 5.830 posti letto, ha mostrato limiti di programmazione manageriale interna con la mancata assunzione delle decisioni necessarie, e di fronte ad un cambiamento radicale ha lasciato il sistema senza adeguate risorse, scaricando sui 12.000 lavoratori del comparto tutte le aspettative".
FRANCO BERARDI: "Per di più – ha sottolineato dal canto suo Franco Berardi, segretario della Cisl FP Lombardia – oggi non ci preoccupa delle crisi aziendali nel socio sanitario che coinvolgono il Richiedei di Gussago, la Don Gnocchi di Rovato, la Maugeri di Lumezzane. Manca la visione d’insieme della complessità dei bisogni sanitari del nostro territorio, di come dovranno essere strutturate le risposte non nel breve ma nel lungo periodo, di un passaggio dalla centralità dei processi organizzativi in funzione del profitto ad una centralità dei servizi in funzione del malato, della persona, dei cittadini".
PIERLUIGI RANCATI: "Sulla necessità che si torni a discutere delle tante ombre evidenziate - ha insistito Pierluigi Rancati della Segreteria regionale della Cisl -. In Lombardia il sistema sanitario dimostra i limiti di un serio confronto tra istituzione e sindacato, ed è per questo che abbiamo scritto al presidente Maroni chiedendo che la Regione si apra all’ascolto delle nostre proposte e dia strutturazione ad un calendario di incontri dedicati al check up della riforma".