Ad ogni buon conto, le procedure sono ormai collaudate e si registra la collaborazione della popolazione in ordine al rispetto delle prescrizioni anti-Covid.
Il Sindaco di Bormio ha chiarito che dal punto di vista sanitario la situazione non è particolarmente preoccupante e al momento si contano una cinquantina di casi. Si paventano le difficoltà nella gestione di un’eventuale affluenza da parte dei proprietari di seconde case per trascorrere il periodo di “lockdown”.
La Direttrice della Casa Circondariale di Sondrio ha chiarito che la situazione sanitaria all’interno della Casa circondariale è sotto controllo. L’istituzione della “zona rossa” potrà avere delle ripercussioni a livello dei colloqui per i quali si procederà con metodiche a distanza.
Il Questore, per quanto concerne le attività di controllo del territorio, ha precisato che la situazione è per alcuni aspetti simile a quanto già affrontato negli scorsi mesi di Marzo – Aprile, anche se, al momento, la maggioranza delle attività economiche continuano a svolgersi regolarmente.
Nel corso della riunione si è discusso, altresì, di una progettualità da attivare in ambito sicurezza stradale, che vede coinvolta oltre alla Prefettura, la Provincia di Sondrio e le Polizie locali dei cinque Comuni capoluogo di Mandamento, allo scopo di beneficiare di un finanziamento pari a 350mila euro per l’attivazione di apposite iniziative in materia, oltre all’acquisto di attrezzatura specifica.
RSA, ALTRA RIUNIONE
In data odierna si è tenuto in videoconferenza un incontro presieduto dal Prefetto Salvatore Pasquariello a cui hanno partecipato il Presidente della Provincia di Sondrio, i Direttori Generali dell’Agenzia di Tutela della Salute della Montagna e dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL ed i rappresentanti delle RSA di Sondrio, Tirano, Morbegno, Chiavenna, Bormio e Ponte in Valtellina.
In considerazione dell’attuale contesto di nuova espansione del contagio da Covid-19 si è ritenuto opportuno riattivare il tavolo di confronto, in precedenza costituito; l’odierno incontro ha avuto lo scopo di fare il punto della situazione sullo stato delle RSA della provincia ed in particolare sulle criticità, nonché una valutazione congiunta delle prospettive future anche alla luce della passata esperienza.
Dagli interventi e dalle esperienze esposte dai rappresentanti delle RSA sono emerse problematiche comuni legate sia al profilo gestionale-organizzativo, sia a quello economico-finanziario. La gestione della pandemia ha messo a dura prova l’organizzazione di molte RSA, contribuendo ad aggravare talune situazioni di criticità già presenti e più volte segnalate: prima fra queste la perdurante carenza di operatori sanitari e sociosanitari (medici, infermieri, fisioterapisti, ausiliari socio assistenziali (ASA) e operatori socio sanitari (OSS), aggravata da trasferimenti, lunghi periodi di malattia, quarantene, dimissioni e trasferimenti presso le strutture ospedaliere.
Per quanto riguarda in particolare il profilo dell’operatore socio assistenziale e sociosanitario, le RSA hanno auspicato lo svolgimento di corsi di formazione e qualificazione a partecipazione gratuita, finanziati dalla Regione Lombardia.
Sono state rappresentate nuovamente le difficoltà in ordine al grande impegno amministrativo ed economico per mantenere in isolamento gli anziani affetti da COVID-19 ed erogare loro adeguate prestazioni sanitarie, in assenza dei requisiti strutturali e gestionali propri delle strutture ospedaliere. A tal proposito, è stata ribadita la necessità di individuare alcune strutture da dedicare agli eventuali isolamenti di ospiti che risultassero positivi.
A tal fine, il rappresentante dell’ASST ha fatto presente che il IV padiglione dell’Ospedale “Morelli” di Sondalo, pur avendo la disponibilità di 45 posti letto da impiegare per le degenze di sorveglianza, non è operativo a causa della succitata mancanza di personale.
L’incontro si è svolto in un clima di proficua collaborazione e nella condivisa volontà di utilizzare tutti gli strumenti consentiti per coordinare le attività necessarie a contenere il propagarsi del contagio, salvaguardando la salute di medici, degli operatori e degli ospiti.