Un’azienda su tre (il 36%) ritiene poi fondamentale che le strategie adottate in questo campo siano improntate a diffondere l’immagine aziendale, mentre per una percentuale di poco inferiore (il 30%) determinante diventa fa conoscere la propria value proposition.
Sono stati numerosi gli interventi che si sono susseguiti nel corso della giornata, a partire da quello di Angelo Di Gregorio, direttore Criet, Università degli Studi Di Milano-Bicocca e presidente Società Italiana di Marketing. Hanno poi parlato, davanti a una platea composta in larga parte da studenti, Dario Cavenago, direttore Di.SEA.DE, Università degli Studi di Milano-Bicocca; Andrea Alemanno, partner Ipsos Strategy 3; Franco Calza, professore ordinario Università degli Studi di Napoli Parthenope; Tonino Pencarelli, professore ordinario Università degli Studi Carlo Bo di Urbino; Vincenzo Noviello, founder e general manager Nazca; Daniele Cardesi, sales & marketing director Thinkopen Group; Gaetano Aiello, professore ordinario Università degli Studi di Firenze; Andrea Perna, professore ordinario Università Politecnica delle Marche, Francesca Astorri, direttore commerciale Witor’s ed Elena Cossio, ceo e co-founder N&TS Group.
"La chiave di volta – prosegue Conte – oggi è rappresentata dal digitale, è in questo campo che si gioca la vera sfida della comunicazione, anche nelle pmi". E in effetti, come conferma la ricerca, sono in forte aumento le pmi che stanno investendo negli strumenti di comunicazione digitale per attrarre nuovi clienti (il 34%) e attivare nuovi canali di comunicazione (il 32%). Una percentuale significativa (quasi il 40%) lo fa però semplicemente per stare al passo con i tempi.
"Ma attenzione – conclude Conte – il digitale è fondamentale, ma oggi non si può fare a meno di dedicare una parte altrettanto significativa di energie e risorse al tema della sostenibilità: lo impone il mercato, lo impongono i consumatori. Purtroppo, soprattutto nelle pmi, la parola “sostenibilità” è spesso legata alla mera partecipazione a progetti green. Non è sufficiente. Essere sostenibili significa ripensare in modo anche radicale i processi produttivi e distributivi. Si tratta di un percorso che non coinvolge alcune aree specifiche dell’impresa, ma le basi stesse su cui poggia, i suoi valori più profondi. Un’azienda che non punti sul digitale non ha futuro, ma una che non punta sulla sostenibilità non ha già più presente".