SESTO PUSTERIA (Bolzano) - Nella caserma della Stazione carabinieri di
Sesto Pusteria ha avuto luogo la toccante cerimonia di commemorazione del
60° anniversario della morte del Carabiniere
Palmerio Ariu e del Carabiniere
Luigi De Gennaro, decorati di
Medaglia d'Oro quali vittime del terrorismo. Alle autorità militari e civili presenti, si sono uniti i parenti dei due Carabinieri decorati.

Alle 21 circa del 26 agosto 1965, alcuni terroristi esplodevano, attraverso la finestra della cucina situata al pianterreno della caserma dei Carabinieri di
Sesto Pusteria, alcune raffiche con armi automatiche calibro 9, i cui colpi raggiunsero al torace il Carabiniere
Luigi De Gennaro, che stava seduto al tavolo, e il Carabiniere
Palmerio Ariu, che in quell’istante stava entrando nella stanza. Quest’ultimo militare rimase ucciso sul colpo mentre il primo, trasportato immediatamente all’ospedale di San Candido, vi decedeva poco dopo. Gli aggressori, in numero di tre o quattro, spararono complessivamente trentatré colpi con due armi diverse ad una distanza di circa tre metri dalla finestra della caserma. Dalle indagini condotte dalla Legione Carabinieri di Bolzano, emersero pesanti indizi a carico di quattro terroristi, già ritenuti responsabili dell’omicidio di altro Carabiniere in Valle Aurina.
Ai due Carabinieri deceduti, è stata concessa la Medaglia d'Oro quali vittime del terrorismo, con la seguente motivazione: “Per gli alti valori morali espressi nell’attività prestata presso l’Amministrazione di appartenenza e per i quali, a Sesto Pusteria, il 26 agosto 1965, vennero uccisi da alcuni terroristi che esplosero contro la caserma dove si trovava alcune raffiche di mitra”.
In occasione della cerimonia, Vincenzo De Gennaro, nipote del Carabiniere Luigi De Gennaro, ha donato alla Stazione Carabinieri di Sesto Pusteria un ritratto a pastelli colorati, raffigurante i due militari vittime dell’attentato, e una composizione poetica dallo stesso realizzati. Nell’interpretazione del ritratto, le vesti assumono le sembianze delle Dolomiti. Nel cielo è rappresentato il volo di uccelli migratori per indicare il cambiamento, il passaggio, la migrazione verso una nuova vita. La composizione poetica è un dialogo tra i due Carabinieri nel momento appena successivo all’azione dei terroristi. I due Carabinieri morenti, in un primo momento smarriti e ancora inconsapevoli di quanto sia accaduto, prendono coscienza del loro destino, della loro vita spezzata, fieri della divisa che indossano e della fiamma che per sempre continuerà ad ardere con il loro spirito, nei ricordi dei loro cari.
In ricordo del sacrificio di coloro che hanno immolato la propria giovane vita a salvaguardia della Patria in queste terre, è stata deposta una corona davanti alla lapide presente nella caserma che ricorda i nostri due Carabinieri, benedetta dal Cappellano Militare.
Come ha scritto il Generale di Brigata Roberto Roccardi nel notiziario storico dell’Arma dei Carabinieri “un Carabiniere ha tanti doveri, sono scritti nei suoi regolamenti. Riguardano il servizio, l’uniforme, il contegno. Ma il dovere della Memoria, verso chi ha reso nobile il suo servizio, onorata la sua uniforme, lodato il suo contegno, non è secondo a nessun altro. Dobbiamo ricordarli, i nostri Eroi, per strapparli di nuovo a ciò che sarebbe un secondo crimine: l’oblio”.
L’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Onorevole Aldo Moro, che il 27 agosto 1965 rese omaggio alle salme dei due Carabinieri uccisi dai terroristi, affermò “è un altro tributo di sacrificio e di sangue offerto dall’Arma dei Carabinieri nell’adempimento fedele del suo compito di fronte alla nazione”.