TRENTO - Manovra, dopo la conclusione, nella seconda parte del pomeriggio, degli interventi dei consiglieri in discussione generale, l’Aula ha votato e approvato (con 19 sì e 14 no) il disegno di legge 61, il rendiconto generale della Provincia per l’esercizio finanziario 2024. A seguire, dopo alcuni interventi sul rendiconto consolidato per l’esercizio finanziario 2024 anche questo testo è stato approvato, con 18 voti favorevoli e 14 contrari. Gli stessi voti con cui il Consiglio ha detto sì anche alla destinazione a riserva dell’utile di esercizio 2024.
I

lavori riprenderanno domani mattina dal punto all’ordine del giorno relativo al ddl 62, l’assestamento del bilancio di previsione della Provincia di Trento per gli esercizi finanziari 2025-2027. Prima però si terrà una Conferenza dei Presidenti dei gruppi, convocata a partire dalle 9.30. Gli ultimi interventi sul ddl 61 Maria Bosin: d’accordo sulla flessibilità per i Comuni, anche sul taser Maria Bosin (Patt) è intervenuta anzitutto sul tema delle comunità territoriali parlando di allarmismo e dicendo di aver invece visto in modo positivo la cosa. Sulle comunità territoriali, ha detto ricordando la propria esperienza di sindaca, c’era il problema degli avanzi e della programmazione, forse quello che è stato proposto può essere migliorato, ma pensare che viene attribuito un budget che lascia alle comunità la possibilità di programmare e decidere sul territorio dove investire le risorse è una cosa positiva, come anche il fatto di anticipare lo stanziamento. Non è una brutta idea lasciare la flessibilità ai territori, ha dichiarato. La consigliera si è detta poi stupita alla contrarietà sul taser: bene lasciare ai Comuni la possibilità di organizzarsi e programmare, all’interno di un percorso di formazione e di decisioni importanti. Non è giusto togliere a priori la possibilità di questo strumento per Bosin. Sul tema dell’ospedale di Fiemme: è di Fiemme e Fassa e Cembra, questo è l’ambito del servizio che offre. La situazione per la consigliera del Patt va ripresa perché ci sono stati davvero problemi a tutti i livelli, anche il territorio ci ha messo del suo: si è partiti col piede sbagliato, ci si augura ora ci sia un passaggio sul percorso partecipato e si possa riprendere il tema. I soldi a bilancio ci sono, sono quelli del Ppp traslati. La natalità: è questo veramente il tema per Bosin, il confronto è importante, le sfaccettature sono talmente numerose da non permettere ricette facili; ha descritto come positiva in questo senso un’incentivazione per il ritorno al lavoro delle donne, anche per le libere professioniste, alla faccia degli stereotipi e dei retaggi del passato. Alessio Manica: ospedale delle valli dell’Avisio, responsabilità politica Il capogruppo del Pd Manica ha detto che è vero che è tempo che i territori decidano sull’ospedale di Cavalese, perché sono passate le elezioni di Comunità e quelle comunali e sono passati 7 anni da quando è stato depositato un progetto. La responsabilità sull’ospedale delle valli dell’Avisio è totalmente politica, non dei giudici, ha precisato. Mai si sono attaccati gli operatori della sanità, ha precisato rivolto a Guglielmi, semmai l’attenzione che si pone alla sanità è indice del fatto che la si ritiene uno dei temi centrali del territorio, certo dentro una dinamica nazionale. Sugli investimenti sul turismo: certamente hanno innescato un ritorno economico, ma bisogna sottolineare la differenza tra macro e microeconomico. Alcuni sforzi in avanti sono stati fatti, ha concesso, come quello sui salari ai dipendenti pubblici; riscontro positivo anche sullo strumento sul sostegno alle imprese e Irap. Manica ha quindi indicato, nella relazione di Fugatti, la parte iniziale che contestualizza il Trentino nel mondo: interessante è il passaggio in cui si parla di regressione post globalizzazione, ha detto, ricordando di non essere d’accordo sul cenno al presidente degli Stati Uniti (l’esempio è quello dei dazi). Ci si ricordino i messaggi di gaudio della maggioranza, ha aggiunto: fu più prudente Kompatscher che avanzava preoccupazione sugli impatti mondiali già dal momento dell’elezione, ci vide giusto. A livello globale non può funzionare il modello per cui ciascun territorio funziona a sé, bisogna difendere l’Europa con i denti. Sull’export al 12% ha detto che piacerebbe sapere come potrebbe incidere su alcuni settori nodali, tra cui l’agricoltura. Parlando del sistema della pubblica amministrazione ha ricordato che non c’è stata negli ultimi 7 anni una tensione ad aggiornare il sistema pubblico e che uno dei primi totem fu fermare la riforma dell’assessore Daldoss. Manica si è detto perplesso anche su altre tematiche di respiro internazionale, ad esempio sul superamento della delega dell’energia alla Russia: perché si stanno infrastrutturando i territori per il metano mettendoli a rischio di una dipendenza che ancora non hanno. Infine: il tema dell’autonomia come responsabilità, vero è che l’autonomia si regge sulla responsabilità di tutti, ma il primo luogo dove si costruisce un’autonomia che si rispetti è l’aula. Ha quindi ribadito l’invito a rendersi conto della necessità di mettere il Consiglio nelle condizioni di essere il luogo del dibattito, dove si costruisce l’autonomia. Dai tempi dell’iter della manovra alla necessità di presenziare in Aula, di giustificare i pareri negativi su atti della minoranza, ha concluso. Francesco Valduga: sanità, nessun allarmismo a discapito del personale Valduga (Campobase) si è detto testimone, nel passato, di una stagione in cui si è lavorato per il protagonismo dei territori, non di assenza di democrazia. Ha citato l’intervento di Guglielmi dicendo che dalle sue parole si capisce che si sarebbe allarmata la popolazione sulla questione della sanità a discapito del personale che vi lavora: ma non è così, ha assicurato, sono gli stessi operatori che chiedono di lavorare in condizioni che possano garantire una maggiore qualità. Sulle aziende partecipate (A22 e Dolomiti energia): nessuno demonizza i privati, esisteva un tempo in cui la collaborazione pubblico-privato non era sottoposta alle regole a cui è sottoposta ora. Bisogna rendersi conto che i tempi dal punto di vista delle norme sono cambiati e servono modalità di azione diverse. Altro tema è quello del taser: Valduga non si è detto contrario, ma prima di parlare dello strumento, ha detto rivolto a Bosin, bisognerebbe parlare del ruolo della polizia locale che anche dal punto di vista delle selezioni ha bisogno di un metodo diverso. Metodo che per il consigliere sarebbe importante avere anche per l’ospedale di Cavalese, per cui ha descritto le cifre citate dalla consigliera Bosin come insufficienti. Bosin: le Comunità di valle possono essere luogo di concentrazione dei servizi Sull’ospedale Bosin ha ricordato che è inutile rifinanziare finché non si hanno le idee chiare, ma che i soldi ci sono ancora. A Manica ha detto che non sono 7 anni che si aspetta l’ospedale di Cavalese, ma molto di più. Va un po’ di moda cambiare la progettualità senza chiarirsi sui territori, ha aggiunto, sono più di 20 anni che si sta parlando di mettere mano all’ospedale in maniera seria. Ci si augura sia la volta buona e lo si faccia con la volontà di dare un servizio per le valli e per tutti (l’Ortopedia potrebbe essere attrattiva per tutto il Trentino). Sulle gestioni associate: Bosin ha detto di non essere contro, ma di ritenere che renderle obbligatorie non sempre vada nella direzione giusta e che non sempre crei virtuosismi. Le Comunità di valle, con la governance in capo ai sindaci, potrebbero essere ora un luogo dove poter concentrare i servizi. Walter Kaswalder: Hde, perché andare in borsa? Ospedale tra Trento e Rovereto Walter Kaswalder (Patt) ha citato la Commissione speciale di indagine sulla società Hydro dolomiti energia e parlato di un lavoro non semplice. Si sa, ha detto poi, che la maggioranza delle azioni sono in mano pubblica (Trento, Rovereto e Provincia), qualche ragionamento va fatto. Ha ricordato la preoccupazione circa la possibile volontà (letta sui giornali) della realtà di quotarsi in borsa: non si capisce perché se effettivamente servono risorse non si può muovere verso un’obbligazione o un azionariato popolare. Andare sulla quotazione in borsa significa perdere il controllo, citando la strada diversa percorsa da Bolzano e da Innsbruck. Bisognerebbe investire sulla sistemazione delle dighe, ha dichiarato portando l’esempio di Stramentizzo. Con la Commissione si sta cercando di capire cosa vuol dire e perché una società che chiude con 400 milioni di attivo deve andare sul mercato e quotarsi in borsa. Studiando il passato in Commissione si vorrebbe inoltre dare un’indicazione per il futuro, ha aggiunto. Sugli ospedali si è rivolto a Fugatti: quella al Desert sarà la zona sfortunata, sono anni che si è fermi. L’ospedale di Trento ha 55 anni, ha continuato, bisognerebbe trovare una collocazione tra Trento e Rovereto per non avere due ospedali a 20 chilometri di distanza, magari a Besenello o nell’area San Vincenzo o altrove, sarebbe una cosa sensata anche perché la sanità moderna si fa sulla casistica. Prolungando la Trento-Malè per Kaswalder si avrebbe una metropolitana di superficie fino a Rovereto con la fermata di fronte all’ospedale.
Non saranno un anno o due in più che fanno cambiare le sorti, gli ospedali vanno concepiti su un orizzonte di 50-70 anni e quindi guardando al futuro, sono state le sue parole. Infine: bisogna fare qualche ragionamento sul fatto di costruire un ospedale in una zona fortemente alluvionale va pensato. Christian Girardi: crescita, anche delle politiche provinciali Girardi (La Civica) ha affermato che sul rendiconto ci sono dati che mostrano che le politiche provinciali hanno avuto un effetto sulla crescita e sui consumi dei trentini. Lo dicono le maggiori entrate, ha spiegato; dei 320 milioni di euro un po’ di merito è sacrosanto darlo anche alle politiche provinciali. Per il consigliere si tratta di una questione di onestà intellettuale. Sul paragrafo relativo al rinnovamento generazionale del Trentino ha affermato che il centrosinistra ha fatto gara a prendere le distanze con una velata accusa di razzismo perché si scrive che nelle politiche c’è un occhio di riguardo nel mantenere le peculiarità culturali del Trentino. Ciò per Girardi marca una differenza politica che si rifletterà nel voto: si tratta di una questione politica valoriale, una differenza tra maggioranza e minoranza legittima, una questione importante per i trentini. Bene voler mantenere le caratteristiche del Trentino e la sua identità: Girardi si è detto orgoglioso del paragrafo. Paolo Zanella: 320 milioni, frutto di maggiori tasse, non di maggiore crescita Paolo Zanella (Pd) ha risposto a Girardi che in quei 320 milioni di oggettivo non c’è nulla: sono frutto di maggiori tasse ma non di maggiore crescita. Ha precisato che nessuno ha parlato del fatto che si vogliono rimpiazzare i trentini, si è detto che la società è multiculturale, che si difende l’identità del territorio che è plurale. Chiusa la discussione generale sul rendiconto e anche quella articolata, si è passati al voto. Gli articoli 1, 2 e 3 sono stati approvati tutti con 19 voti favorevoli e 14 contrari, come il ddl. L’Aula ha affrontato quindi il punto relativo al rendiconto consolidato per l’esercizio finanziario 2024, approvato con con 18 sì e 14 no. Di seguito una sintesi degli interventi tenuti in emiciclo. Filippo Degasperi: senza casa figli non se ne fanno Sull’ospedale di Cavalese Filippo Degasperi (Onda) ha parlato di un approccio fideistico di Bosin: si è partiti da una condizione in cui c’erano 35 milioni in bilancio vigente (2019) e si è finiti in una condizione in cui per 2025-2026-2027 ci sono stanziati 0 euro sulle spese per la ristrutturazione. Ci sono nella riga del Ppp 6 milioni all’anno dal 2028 al 2048, ha precisato. Si può dire che i soldi a bilancio non ci sono per Degasperi. Ci si può fidare sicuramente, ha aggiunto, ma anche nel 2019 c’era chi si fidava quando il presidente diceva che si prevedeva l’avvio dei lavori nel 2022. Sulla sfida demografica e sul sostegno alla natalità ha parlato di quello che ha detto uno dei pilastri a sostegno della natalità, una casa accessibile. Un problema che si è fatto finta di non vedere per Degasperi, il Trentino è il terzo posto in Italia per spesa mensile per l’abitazione e la politica ha inventato sigle (RiUrb, RiVal), sistema esotici o esoterici per aggirare il problema (come i contributi per sostenere i cambi che contribuiscono a mantenere alti i prezzi). L’ente pubblico dovrebbe per il consigliere investire in immobili da immettere sul mercato: allora sì se arrivassero sul mercato immobili pubblici a canoni sociali la bolla speculativa inizierebbe a sgonfiarsi. Invece per Degasperi si continua ad alimentarla, ad esempio riducendo gli investimenti in edilizia pubblica: lo dicono i dati che sono impietosi. Ha citato le cifre: Itea ha 129 alloggi in meno che nel 2015, ha 511 contratti attivi rispetto a 9 anni fa. Gli alloggi occupati: erano mille nel 2015, nel 2024 sono 1.592: senza casa figli non se ne fanno. Valduga: un ospedale unico tra Trento e Rovereto non è sufficiente Parlando di Dolomiti energia, Valduga ha trattato del ruolo del pubblico e ricordato che la quota di privato non è stata annullata con l'operazione Hydro Dolomiti. Bisogna ricordare, ha proseguito, che c’è stata una stagione in cui non è stato demonizzato il tipo di rapporto, ma nello stesso tempo si è consapevoli che alcune regole ci stanno obbligando a rivederlo. Ha citato il referendum del 2011 dove è stato messo il tema della relazione pubblico-privato e ricordato che è esperienza generalizzata in Trentino il fatto che si abbiano tariffe competitive rispetto a chi sta a nord e sud del Trentino. Il ruolo del pubblico nella gestione di Dolomiti è stato attento al fatto che dal territorio l’intuizione è partita e che al territorio doveva tornare, ha dichiarato rivolto a Kaswalder. Quando si parla di una quotazione deve esserci una forte convinzione del pubblico prima del desiderio del privato, ha detto. Si è sempre spiegato, ha aggiunto, che una società quotata in borsa è obbligata alla trasparenza, alla rendicontazione che dovrebbero essere garanzia per i soci. Valduga ha detto comunque di capire la preoccupazione di Kaswalder che il percorso debba essere presidiato dal pubblico. Ha ricordato quanto detto al Dreier Landtag circa la costituzione di una nuova realtà che coinvolga i territori dell’asse del Brennero: saper costruire una nuova azienda che sarebbe competitiva rispetto ai grandi player che ci sono e che permetterebbe di fare Euregio e Autonomia. Sull’ospedale: ha valenza provinciale, regionale ed extra, ma la competenza urbanistica primaria dovrebbe essere in capo al Comune. La sfida di spostare l’ospedale del Trentino più a sud non mi vede contrario, ha dichiarato poi, ma un unico ospedale tra Trento e Rovereto non è sufficiente. Facendo il nuovo ospedale non si dovrà rinunciare nemmeno al Santa Chiara. Gli ospedali di Trento e di Rovereto devono comunque rimanere a servizio degli abitanti delle due città. Bisogna porsi il tema della cronicità che non è contemplata in un Nuovo ospedale. Zanella: salute, c’è bisogno degli Stati generali. Casa, il problema è l’affitto Paolo Zanella ha affermato di come il dibattito sugli ospedali dà l’idea di come ci sarebbe bisogno degli Stati generali della salute. Il tema è complicato e bisognerebbe parlarne, confrontarsi. I presidi di Trento e Rovereto dovrebbero essere ospedali di comunità, ha precisato e ha ricordato come non si sta riuscendo a dare risposte di prossimità: allora è meglio che alcuni servizi specialistici rimangano a Trento perché è in centro. Ogni valle deve avere i servizi di prossimità per Zanella, Cavalese non può essere l’ortopedia di riferimento della provincia. Sul rendiconto consolidato ha fatto riferimento alla riforma strutturale dell’Icef in atto: dai primi rumors si sentono cose che potrebbero essere penalizzanti per le famiglie. Si tolgono i soldi al ceto medio-basso, quello che ha bisogno degli aiuti, ha detto: la riforma viene fatta in luglio e la cosa passerà a metà settembre. Non si capisce l’urgenza, ha dichiarato Zanella, si sarebbe potuto per un anno accostare le nuove alle modalità di calcolo vigenti per valutare bene gli impatti sulle vite delle famiglie e sul welfare. Un indicatore che da anni non viene indicizzato: lo si era chiesto l’anno scorso con un emendamento, non lo si è fatto sul calcolo e in questo assestamento si chiede che almeno lo si faccia sulle soglie delle diverse provvidenze (di accesso ai servizi e alla casa). Andrebbe poi indicizzato il quantum, ha proseguito il consigliere. Zanella ha affrontato anche il tema dell’abitare e dell’edilizia residenziale pubblica: il fabbisogno abitativo sta esplodendo e non riguarda solo le fasce più povere della società. Il piano di housing sociale se avrà i tempi della Giunta Fugatti vedrà la ricadute a terra tra 8 anni, ha affermato poi, sarebbe bene almeno iniziare a ristrutturare i mille appartamenti di risulta e non darli a chi ha bisogno tra 5 anni. Il problema casa non è l’acquisto, ma l’affitto, ha spiegato, lo dice l’Euricse. Ciò che propone Euricse era ciò che si proponeva, ha aggiunto, tra cui un piano di edificazione edilizia pubblica che si aggiunga al recupero dell’esistente. Paola Demagri: tenuta finanziaria positiva, ma non basta Paola Demagri (Casa autonomia) ha dichiarato che si vota un documento che non è solo una sintesi contabile, ma anche la fotografia di come la Provincia e il sistema pubblico hanno agito nel corso dell’anno. Ciò che consente di dire se l’approccio politico raggiunge gli obiettivi prefissati. La tenuta finanziaria è positiva, lo ha detto anche la Corte dei conti ma non basta. Le risorse ci sono, dice il rendiconto, ma spesso non vengono spese con la tempestività e l’efficacia necessarie, e non è solo una questione tecnica, ma anche una volontà politica (l’esempio è l’avvio della progettualità sul bonus del terzo figlio a gennaio). Ha parlato dell’avanzo: se non si raggiungono gli obiettivi significa che non si è riusciti a colpire nel segno, che non si è centrato l’obiettivo desiderato, che non si è forzata la mano su un contesto che era di più interesse. Non ci si può permettere per Demagri in questo contesto storico di avere fondi disponibili che rimangono inutilizzati o investimenti che non possono essere fatti. L’auspicio che ha formulato è quello di rappresentare i risultati. Serve dare un senso politico alla gestione politica e per quanto la riguarda la consigliera ha detto di non trovare completezza di informazione in ciò. Dopo l’approvazione del rendiconto consolidato, anche la destinazione a riserva dell’utile di esercizio 2024 è stata approvata con 18 sì e 14 no.