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Al Trentodoc Festival Gabriele Gorelli, unico Master of Wine italiano

Trento - Iniziata alla grande la prima edizione di Trentodoc Festival. Anche l'unico Master of Wine italiano Gabriele Gorelli ha partecipato alla prima, esauritissima, degustazione.
La tre giorni dedicata alle bollicine di montagna, il Trentodoc Festival si è aperta all’insegna della grandezza, letteralmente, visto che a Palazzo Ocse è andata in scena una super degustazione (da tutto esaurito) dedicata alle “Bollicine Magnum, la grandezza della bottiglia e come esalta il Trentodoc”. Ovvero l’evoluzione di questo spumante affinato nei grandi formati condotta, e qui sta la partenza con il botto, da tutti i degustatori del festival, un vero e proprio “parterre du roi” capitanato nientemeno che da Gabriele Gorelli, primo e unico Master of Wine italiano. Con lui Stefano Berzi, Valentino Tesi, Simone Loguercio, Roberto Anesi, Maurizio Dante Filippi, rispettivamente Migliori Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier 2021, 2019, 2018, 2017 e 2016. Le etichette Trentodoc in degustazione in formato magnum? Etyssa, Rotari, Endrizzi, Cantine Ferrari, Altemasi e Cesarini Sforza spumanti.
(Nelle foto © Alessio Coser al tavolo i sommelier Simone Loguercio, Maurizio Dante Filippi, Gabriele Gorelli, Roberto Anesi, Stefano Berzi, Valentino Tesi e sotto Enrico Zanoni).


La presenza di Gorelli, classe 1984, nato e cresciuto a Montalcino, unico Master of Wine italiano, con titolo ottenuto a Londra nell’istituto più selettivo al mondo per il comparto vitivinicolo, è servita anche per capire come mai nelle bottiglie più grandi, al contrario delle botti, stia il Trentodoc più pregiato, “croccante” come lo ha definito lui: “C’è una tradizione, verificata più volte, che il fatto di avere un volume di liquido più grande ed uno spazio di collo maggiore incidono nella qualità del prodotto. Al momento del “degorgement” abbiamo molto meno ossigeno rispetto al volume del vino, questo significa un trattamento molto meno ossidativo. C’è poi - ha spiegato Gorelli - anche un aspetto legato alla seconda fermentazione che avviene in bottiglia. Più è grande è il contenitore più è lenta la fermentazione e quindi c’è più complessità”.


Nell’aprire la degustazione il presidente dell’Istituto Trento Doc Enrico Zanoni (direttore generale di Cavit) ha detto: “Questo è un vero evento, lo dimostra il fatto che le prenotazioni on line sono andate esaurite in pochissimo tempo. Questo è un chiaro indicatore dell’attenzione al prodotto. Il Festival si articola in diversi momenti, tutti ugualmente interessanti, e qui oggi abbiamo una chance incredibile, quella di avere sul palco il meglio dei sommelier italiani con addirittura l’unico Master of wine italiano, Gabriele Gorelli.

Grazie al vicedirettore del Corriere della Sera Luciano Ferraro, direttore scientifico, di questo Festival che ci pregiamo di ospitare”.


Al Trentodoc Festival il potenziale italiano dell’enoturismo
Nuova frontiera per le cantine, attività importante sia per il fatturato che come modalità per avvicinare direttamente i prodotti ai consumatori, investimento strategico in comunicazione e innovazione: il potenziale italiano dell’enoturismo è stato al centro dell’incontro, moderato dal vice direttore del Corriere della Sera Luciano Ferraro, che si è tenuto questa mattina a palazzo Roccabruna nell’ambito del Trentodoc Festival. Su questo tema si sono confrontati Roberto Failoni, assessore provinciale al turismo, Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit -Agenzia Nazionale del Turismo, Guido Folonari, titolare di Donna Olimpia 1898 - Bolgheri, Stefano Fambri, direttore di Nosio - Gruppo Mezzacorona, Romina Togn, titolare e responsabile commerciale di Gaierhof e Maso Poli e – in collegamento - Stefano Mosca, direttore generale dell’Ente Fiera Tartufo d’Alba.


Luciano Ferraro in apertura ha proposto una fotografia del settore attraverso questi numeri: un fatturato annuo in Italia di 2,5 miliardi e 14 milioni di enoturisti e l’interesse di 1 italiano su 4 nei confronti del settore.
L’assessore Failoni ha ricordato il bando che lo scorso anno è stato emanato con l’obiettivo di aiutare anche le cantine ad elevare la qualità, anche dei servizi. Ha sottolineato inoltre il lavoro che la società Trentino Marketing sta facendo in termini di promozione. “Dalla recente legge di riforma del settore della promozione turistica – ha detto – ci si aspettano ulteriori importanti risultati anche in termini di valorizzazione dei prodotti del territorio, sfida, questa, che caratterizza questi ultimi anni e che ha portato ad un vero e proprio salto di qualità”. L’assessore ha posto l’accento in particolare sul tema della comunicazione per far conoscere i prodotti di eccellenza del territorio. “Possiamo fare tanto – ha aggiunto – se facciamo squadra, anche perché abbiamo la possibilità di avvicinare un numero notevole di turisti che arrivano in Trentino”.


Roberta Garibaldi ha parlato dell’enoturismo come di un fenomeno in costante crescita negli anni, che coinvolge anche un pubblico non necessariamente di specialisti e diverse generazioni oltre che le famiglie. Ha inoltre evidenziato come si stia registrando una notevole diversificazione e innovazione nelle esperienze proposte dalle cantine, anche attraverso la valorizzazione degli spazi aperti e l’abbinamento delle visite con lo sport, con il wellness, con l’arte e la musica.


Stefano Mosca ha parlato di crescita qualitativa ma anche culturale e dell’importanza del rapporto tra tutti gli attori della filiera enogastronomica.


Guido Folonari è intervenuto sulla sua esperienza di enoturismo che lo ha portato anche ad aprire un resort a Bolgheri. Ha posto l’accento sull’importanza che ogni tipologia di offerta e ricettività sia calata nella particolarità che ha ogni zona viticola. Ha illustrato le proposte della sua azienda sottolineando come l’attività legata all’enoturismo abbia un grande valore in termini di comunicazione. Per il territorio in cui opera la sua azienda, ha concluso, è particolarmente importante la possibilità di allungare la stagione turistica.


Stefano Fambri ha parlato degli spazi della cantina Rotari e degli eventi, 130 all’anno, che può ospitare con l’idea di essere anche volano per il territorio e per le sue offerte. Oggi l’obiettivo, ha detto, è avvicinare sempre più l’offerta alle esigenze del cliente e innovarne i contenuti.


Romina Togn ha evidenziato la possibilità, attraverso le iniziative enoturistiche, di avvicinare direttamente un pubblico che è sempre più alla ricerca di un’emozione autentica e di conoscere anche il territorio e la sua cultura. Ha sottolineato l’importanza dell’aggiornamento professionale per gli addetti ai lavori e della capacità di fare rete con il territorio: l’enoturismo rappresenta anche per lei un investimento in comunicazione e cultura.

Ultimo aggiornamento: 07/10/2022 17:14:05
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