Qui Osswald, sulla breccia dell'onda, decora sale da ricevimento per l'alta borghesia e dispone di uno studio privato all'interno del castello, dove dipinge febbrilmente scorci urbani, fabbriche renane, vasi di fiori e grandi paesaggi invernali. I quadri dell'artista elvetico suscitano l'euforia delle maggiori gallerie tedesche da Monaco ad Amburgo, da Stoccarda a Berlino, da Heidelberg a Lipsia. È l'apice del successo.
Allo scoppio della Grande Guerra, Fritz Osswald è richiamato in Svizzera per adempiere agli obblighi militari, ma viene congedato per sopraggiunti limiti di età e torna a Darmstadt dove, nel frattempo, ha ottenuto il titolo di professore d'arte; lascia la colonia nel 1919 per trasferirsi nei pressi di Zurigo, dove risiede fino al 1922, quando acquista la grande casa di Starnberg (Baviera) in cui vivrà con la famiglia fino alla morte, che lo coglie senza particolare clamore nel 1966, dopo decenni di produzione artistica ininterrotta.
“Nelle opere di Osswald la poesia è ovunque. La si trova nelle nature morte, dai toni quasi piangenti nonostante la vivacità dei colori; la si trova nei ritratti, che, come nel meraviglioso dipinto "Gente di paese", accostano i temperamenti con mano leggera, permettendo solo al pennello di godere di tutto il calore della forza creativa dei colori.
La si trova anche nello splendido e intimamente forte ritratto di una vecchia signora e la si trova, più viva e più persistente che mai, nei suoi paesaggi. Il solo fatto che tra tutte le stagioni ami così tanto l'inverno, con la sua segreta malinconia, dimostra l’intensità della poesia che pervade tutto il suo essere.
So che in inverno ogni mattina, dietro l'Hofgarten, nel parco di Nynphenburg e in altri luoghi nei dintorni di Monaco, con le mani nascoste in spesse manopole, dipinge, specialmente nei giorni gelidi, e ha fatto del quadro invernale, del simbolo della nostra esistenza che con la luce del sole e l'atmosfera glaciale diventa una parabola della vita che sfiorisce, una specialità della sua arte.
Qui ritrova soggetti che gli permettono, da maestro dell'anima quale è, di far apprezzare l’intensa tristezza gemente dell'inverno all'occhio e al cuore di chi contempla il dipinto, nonostante il sole, con i suoi riflessi gioiosi, scenda quasi sempre sui bianchi arazzi di neve e penetri tra i tronchi del bosco innevato.”
estratto dalla rivista Jugend, 1909
"Fritz Osswald. Un pittore di Monaco di Baviera"
a cura del Dott. Georg Biermann
“L’idea della montagna, costantemente perseguita e formalizzata dall’artista svizzero, prima ancora di trasformarsi in icona metafisica, come succede in gran parte della sua produzione, rappresenta una sorta di attitudine meditativa sulla pratica stessa della pittura: quella che immediatamente può sembrare un’insistita variazione sul tema del paesaggio alpino è in realtà un avvicinarsi progressivo alla definizione di un assoluto formale fatto solo di colore e di luce, articolati in un impianto geometrico ridotto all’essenziale. Osswald non è toccato dalle fiammate avanguardistiche che riducono in cenere gli ultimi residui di un mondo borghese fiducioso in un’idea di progresso ancora tutta ottocentesca; né, allo stesso tempo, è sconvolto come i suoi coetanei artisti tedeschi, che erano sopravvissuti agli orrori della prima guerra mondiale e che da questa immane catastrofe umana e culturale presagivano tragedie ancora più nefaste. Come con tragica puntualità sarebbe accaduto nel giro di qualche decennio. Quello di Osswald è un mondo calmo in cui la natura che lui osserva ha per confini fisici e ideali soltanto le due dimensioni della tela: con fare quasi ossessivo, registra le variazioni dei suoi stati d’animo attraverso continue alterazioni dei colori colti nella luce.” Michele Bonuomo
SCHEDA TECNICA DELLA MOSTRA
1. titolo: Fritz Osswald.
2. sottotitolo: Il senso della neve
3. sede espositiva: Palazzo Assessorile, Cles
4. durata: 1 luglio - 1 ottobre 2017
5. apertura: Entrata libera.
Aperto dal martedi alla domenica dalle 10.00 alle 18.00.
Il lunedi dalle 14.00 alle 18.00.
Aperture serali il venerdì ed il sabato dalle 20.00 alle 22.00.
6. curatela generale: Marcello Nebl, Marcovinico, Pietro Weber
7. organizzazione: Comune di Cles, Assessorato alla Cultura
8. coordinamento: Ufficio Cultura Comune di Cles
9. altri soggetti coinvolti: Associazione culturale ‘L’École des Italiens - Museo Immaginario di Domodossola
10. patrocini: Regione Trentino Alto Adige - Suedtirol; Provincia Autonoma di Trento; BIM dell’Adige; APT Val di Non.