Val Cadino - Una strage di capre a Malga Agnelezza, nella zona del passo Manghen in Val Cadino. Un branco di lupi composto da due adulti, tre cuccioloni e cinque piccoli ha compiuto una strage nonostante il doppio recinto elettrificato di cui uno fisso a 8.000 volt fornito dalla Provincia autonoma di Trento e collaudato dalla Forestale. Nel gregge c'erano anche due capre pezzate mochene "Selvaggia e Timida" che si sono salvate ma resteranno traumatizzate dallo spavento per tutta la vita.
"Senza tutele si rischia che la montagna venga abbandonata e che il bosco prenda il sopravvento sui pascoli alterando la bellezza della Montagna", è questo il messaggio che arriva dagli alpeggiatori.
Veronica Nones dell'associazione allevatori caprini-ovini della Val di Fiemme ha scritto una lettera-appello che pone al centro la questione e fa riflettere. I giovani pastori, tra cui Josef Froner, Giulia Froner, Nicola Longo, Nicola Froner e Romano Froner che lavorano in malga vivono ora nella paura e nell'incertezza.
"Voglio ribadirlo e questa volta con foto più crude, così che possiate, anche solo lontanamente, capire del disastro di cui stiamo parlando! Li avete mai visti gli occhi di chi si alza alle 5 e non sa quando potrà andare a letto?
Di quelli che non hanno orari, non hanno ferie, non hanno giorni di malattia e di riposo, che dormono con un occhio aperto e l’orecchio teso. Sono occhi pieni di vita passata, stanchezza, soddisfazione. Se li incontrate sulla vostra strada, osservateli bene e potrete scorgere le mille sfumature del nostro antico mestiere.
Per fare il contadino, il pastore, l’allevatore, non ci vuole una laurea, si dev’essere ricchi di buona volontà, un’infinità di pazienza ed una buona dose di coraggio. Il contadino non è un lavoro, è la vita. Chi decide di intraprendere questa strada lo fa per passione e per passione la sua famiglia segue le orme.
La gente è affascinata da questo mondo lontano, dalla vita di montagna, dai pascoli verdi e il cielo azzurro sopra di noi.