Trento - Stop al rilascio di palloncini nell’aria in tutto il territorio provinciale per feste ed eventi: approvato in III Commissione il ddl di Claudio Cia per ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente.
Concluse la audizioni sulla petizione per la tutela di Malga Lagorai con il no dei presentatori alla valorizzazione turistica della struttura. Favorevoli i consiglieri di maggioranza e il commissario della Comunità della val di Fiemme. L’assessore Tonina apre alle preoccupazioni degli ambientalisti. Decisioni anche sulle petizioni per la rimozione delle strutture impiantistiche abbandonate sulla Marmolada e in merito alla richiesta di spostare un’azienda da Quaere di Levico.
Presente anche l’assessore all’ambiente Mario Tonina, la III Commissione presieduta da Ivano Job ha approvato oggi all’unanimità il disegno di legge 70 proposto da Claudio Cia (FdI) per introdurre nel territorio provinciale il divieto di liberare palloncini nell’aria in modo da contrastare la dispersione di plastica nell’ambiente. L’organismo si è poi occupato di tre petizioni popolari: la prima contro il progetto Translagorai i cui sostenitori si oppongono alla valorizzazione turistico-ricettiva di Malga Lagorai; la seconda per rimozione delle strutture impiantistiche dismesse dalla zona di Pian dei Fiacconi sulla Marmolada; la terza presentata per chiedere la delocalizzazione di un’attività produttiva particolarmente impattante situata nell’area residenziale di Quaere a Levico.
Approvato all’unanimità il ddl 70 di Cia che vieta di liberare palloncini nell’aria in occasione di eventi, feste e manifestazioni in tutto il territorio della provincia. Un piccolo contributo concreto contro la dispersione della plastica nell’ambiente.
La III Commissione ha approvato il disegno di legge 70 proposto da Claudio Cia (FdI) che introduce il divieto di liberare nell’aria i palloncini di plastica abitualmente utilizzati in occasione di feste, eventi pubblici, ricorrenze o manifestazioni anche sportive, che inquinano l’ambiente. Il provvedimento è formato da un solo articolo che modifica il testo unico provinciale in materia del 1987 applicando ai trasgressori la stessa sanzione prevista dalla legge già in vigore per l’abbandono dei rifiuti.
Cia ha ricordato che l’obiettivo del ddl, il cui unico articolo è stato emendato appunto per assimilare le sanzioni a quelle già applicate dai Comuni per l’abbandono dei rifiuti, è di contenere con questo nuovo divieto la dispersione di materiali in plastica. Materiali che non inquinano solo il territorio del Trentino perché i palloncini valicano spesso anche i confini di regioni e Stati. La Provincia non può impedire la vendita dei palloncini ma può proibirne il lancio all’interno del proprio territorio. Si tratta di un piccolo segnale che non ha l’ambizione di risolvere il problema dell’inquinamento dovuto alla plastica, ma è una goccia concreta con cui impegnarsi. Vi sono già sanzioni comminate dai Comuni per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, mentre questo ddl introduce questo divieto con un emendamento tecnico nel testo unico provinciale sulla tutela dagli inquinamenti.
Coppola, che sarà relatore in Aula, ha espresso condivisione per questo ddl e sostenuto che questo tema non va assolutamente sottovalutato. In realtà i danni che provocano questi palloncini liberati nell’aria in molteplici contesti, giustificano l’approvazione di questa norma. Serve per Coppola anche un lavoro informativo importante soprattutto tra i bambini e i ragazzi. Si tratta di spiegare che questi palloncini che appaiono belli e colorati finiscono per causare gravi danni ambientali, ad esempio alla fauna ittica.
Prima petizione. Malga Lagorai: l’audizione degli ambientalisti secondo i quali non va valorizzata turisticamente ma solo sistemata e conservata.
Sulla petizione popolare 11 per la tutela di malga Lagorai l’organismo, che ha già effettuato alcune consultazioni, ha ascoltato i referenti dei firmatari e la Comunità territoriale della val di Fiemme.
Tiziana Vanzo ha premesso di non rappresentare un comitato ma semplici cittadini. Secondo Vanzo non è chiaro chi beneficerà del progetto di valorizzazione di Malga Lagorai: a suo avviso non saranno sicuramente né i turisti né i pastori ma solo chi assumerà la gestione dell’agriturismo. Per Vanzo sarebbe stato eticamente più sensato incentivare invece la cura della struttura integrando il reddito del pastore. Invece la Magnifica Comunità di Fiemme vorrebbe stipendiare un gestore non si sa bene con quali garanzie di reddito. Secondo Vanzo sarebbe sbagliato favorire il turismo di massa anche per proteggere l’area dall’inquinamento evitando, ad esempio, due delle novità previste dal progetto: l’installazione di un generatore di energia elettrica a motore diesel e una termo-cucina a legna. Se poi l’agricoltore a cui verrà assegnata la gestione dovesse utilizzare il trattore per trasportare la legna, si andrebbe a compromettere anche l’antica strada per la Malga. Manca per Vuna visione completa del progetto che resta oscuro in vari punti. Come quelli relativi ai lavori di realizzazione, che potrebbero comportare il trasporto del materiale anche con l’elicottero. La richiesta, insomma, è di valutare con meno superficialità il progetto.
Luigi Casanova ha letto il documento condiviso da tutti i sottoscrittori della petizione. Restano da chiarire e approfondire alcuni aspetti progettuali ritenuti fondamentali. Dopo aver ricordato la vocazione della Magnifica Comunità di Fiemme all’ecosostenibilità e alla partecipazione, la domanda è come mai questo enti non si è occupato della tutela della Malga dal progetto Translagorai. Si è preferito beneficiare dei contributi provinciali destinati al percorso della traversata che soddisfano alcuni appetiti. Secondo i firmatari del documento chi porta avanti il progetto non vogliono ammettere che Malga Lagorai verrà trasformata in un’attività ricettiva. Occorre conservare un patrimonio naturale che sta scomparendo in questa zona. I cittadini chiedono di non cambiare la destinazione d’uso della Malga perché non sia sfruttata a fini turistico-commerciali. La Malga andrebbe invece ristrutturata a beneficio solo del pastore per dare un riparo agli escursionisti. Un agriturismo costringerebbe il gestore a rifornirsi quotidianamente di prodotti acquistati nel fondovalle e non certo prodotti in zona. Le principali criticità riguardano per i presentatori della petizione l’energia elettrica, i rifiuti e l’acqua. Non emerge dal progetto una stima della produzione dell’energia e i 14 pannelli fotovoltaici previsti non copriranno il fabbisogno di una struttura che potrebbe ospitare 17 persone. Un gruppo elettrogeno alimentato a gasolio, previsto anche questo dal progetto Translagorai, dovrà quindi essere utilizzato frequentemente. Tuttavia non si precisa dove sarà raccolto il combustibile. Mentre la realizzazione di una centralina idroelettrica sul Rio Pieroni è stata esclusa per carenza di acqua. Impianto fognario: la fossa prevista dovrà essere pulita e svuotata, ma i mezzi che dovranno raggiungere Malga Lagorai potrebbero danneggiare l’antica mulattiera. Si dovranno smaltire le acque nere per 20 abitanti oltre a 30 derivanti dalla somministrazione di 50 pasti al giorno. Questo potrebbe portare alla saturazione della vasca Imhoff con conseguenti e molto probabili rischi di inquinamento del lago Lagorai, tenuto conto della permeabilità del suolo. L’auspicio dei firmatari della petizione è che non sia stravolto l’uso della Malga e che si riconosca la non idoneità dell’attuale progetto a garantire l’integrità ambientale della zona che sta a cuore a molti. Si tratta di guardare al valore etico di questa tutela. Casanova ha anche citato una riflessione di Papa Francesco che chiede a tutti di farsi carico della custodia della natura affinché essa si prenda cura di noi. Si tratta, in definitiva, di garantire la pastorizia e la cura del pascolo a Malga Lagorai, contro il consumo del suolo e il degrado del territorio. Un esempio negativo è dato dalla baita Monte Cauriol nel Comune di Ziano di Fiemme, cui è stata attribuita la qualifica di rifugio alpino. Se il progetto per Malga Lagorai rimarrà come ora è strutturato, ci troveremo in un’analoga situazione. Sta alla coscienza di tutti impedire che ciò accada.
Lucia Coppola (Misto) ha detto di condividere pienamente la richiesta conservativa di Malga Lagorai evitando una trasformazione che rischia di impattare negativamente sul territorio. La Malga è stata trascurata e va sistemata – ha aggiunto – ma questo non giustifica interventi finalizzati alla ricettività. Per Coppola non tutto all’interno del territorio provinciale dev’essere sacrificato ad un turismo di massa. Vi sono nicchie che per le loro caratteristiche di conservazione delle specie sono da adibire ad accogliere tutti i visitatori. Giusto prevedere un bivacco adeguato per gli escursionisti e un riparo dignitoso, ma senza che la ristrutturazione superi limiti e necessità di questo tipo.
Gianluca Cavada (Lega) dopo aver premesso di seguire da valligiano la vicenda di Malga Lagorai e di tenere molto all’ambiente, ha preso posizione a favore della termo-cucina alimentata a legna dal momento che questo combustibile è presente in abbondanza in questa zona, della realizzazione di servizi igienici adeguati al malgaro, al pastore e anche ai turisti di passaggio, e anche della trasformazione della struttura in un rifugio. Certo il lago va protetto dall’inquinamento ma questo si può garantire costruendo bene la vasca Imhoff.