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Fenalt denuncia le “falle” nella rete delle RSA del Trentino

giovedì, 29 ottobre 2020

Trento – Feste di compleanno e operatori con tamponi positivi, Fenalt denuncia le “falle” nella rete delle RSA del Trentino. Il coronavirus è tornato a colpire nelle case di riposo trentine dove si contano ormai numerosi focolai. La Fenalt – sindacato di maggioranza fra gli operatori delle RSA trentine – esprime forte preoccupazione per la tutela della salute degli ospiti e degli operatori.

Fenalt 1Roberto Moser, vice segretario generale del Sindacato e responsabile del settore Case di riposo, commenta così la situazione: “Quest’estate abbiamo avuto un po’ di tregua che avrebbe dovuto servire per prepararci alla seconda ondata. Sono stati fatti protocolli da parte dell’Assessorato alle politiche sociali, ma senza mai consultare gli operatori forti dell’esperienza maturata sul campo nei mesi più drammatici dell’emergenza. Ora che la situazione si aggrava è il caso fare alcune precisazioni. Chi come l’Unione Provinciale delle Istituzioni per l’Assistenza (UPIPA) ritiene che si sia esercitata la massima vigilanza per tutelare gli ospiti e ora attribuisce agli operatori la responsabilità dei contagi, sottovaluta la gravità della situazione ed offende la professionalità di chi opera nelle Case di riposo.

Quello che come Fenalt denunciamo è la mancanza di una regia complessiva da parte dell’Assessorato che ha consentito che si aprissero pericolose falle nella rete. Abbiamo avuto notizia dello svolgimento di feste di compleanno all’interno delle residenze che, se umanamente comprensibili, in una fase di pandemia hanno verosimilmente aumentato il rischio di infezione. Abbiamo visto operatori chiamati al lavoro con tamponi positivi in violazione di ogni norma. C’è stato uno sbaglio? Tutti possono sbagliare, ma direi che certi sbagli sono inaccettabili. Si è preteso che gli operatori delle case di riposo facessero un tampone ogni 2 settimane massimo, e si è chiesto loro di farsi un tampone a proprie spese durante le vacanze prima del rientro. Adesso le nuove normative sono più restrittive, tamponi ogni 7 giorni massimo. Ma come sempre col Covid anziché giocare d’anticipo, perché è impopolare, si preferisce rincorrere gli eventi pur sapendo che da un momento all’altro possono trasformarsi in dramma. Il livello di sopportazione dei nostri iscritti si sta colmando: non accettiamo che la nostra professionalità e il nostro senso di responsabilità siano offesi da chi non ha saputo mantenere alto il livello di guardia e ora, quando la situazione volge al peggio, è pronto a scaricare colpe su chi ha lavorato sempre con dedizione e abnegazione. Siamo pronti ad organizzare manifestazioni di protesta per difendere i nostri diritti e la nostra professionalità”.



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