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Bolzano: mozioni discusse in Consiglio provinciale

Bolzano - Il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato una serie di monzioni e interrogazioni. Mobilità semplice, alloggi per lavoratori e studenti, accesso al PS per vittime di violenza, bacini artificiali


Proposte Verdi, Partito Democratico - Liste civiche. L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia, Die Freiheitlichen.


Presentando questo pomeriggio la mozione n. 200/19: Mobilità semplice. Per un trasporto pubblico facilmente accessibile!, Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha segnalato che le persone con difficoltá di apprendimento ritengono di avere come unica differenza rispetto alle altre persone una lentezza nella comprensione delle cose, alla quale si può ovviare usando la cosiddetta “lingua facile”, che non usa i genitivi, separa le parole composte, spiega con parole semplici dei concetti, utilizza frasi brevi. La consigliera ha quindi letto una versione in lingua facile della sua mozione, con la quale, evidenziando le difficoltá motorie e di comprensione che incontrano le persone con disabilità che si vogliono muovere autonomamente, chiedeva,al fine si attuare quanto previsto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e facendo riferimento al convegno dell’Osservatorio provinciale sui diritti delle persone con disabilitá dedicato alla mobilità, di attuare una serie di misure per rendere accessibili i servizi di trasporto, quali segnaletica che solleciti almeno due dei tre sensi udito, vista e tatto, un utilizzo senza barriere dei mezzi pubblici, l’accesso ai treni di trenitalia senza necessitá di preavviso, la sensibilizzazione degli autisti alle esigenze delle persone con didabilitá, un sostegno per un trasporto privato a prezzi accessibili e la fornitura in lingua facile di orari e informazioni, anche in forma di app, impegnando la Giunta (versione emendata e co-firmata da Gerhard Lanz, SVP) a censire precisamente la situazione assieme alle parti interessate e alle loro rappresentanze per quanto riguarda le esigenze d mobilitá indipendente per poi individuare e attuare le misure necessarie.


Secondo Alex Ploner (Team K), tanti passi sono giá stati intrapresi per garantire la mobilitá, ma molto resta da fare. mancano pedane per l’accesso all’autobus, un’assistenza al viaggio con un preavviso ridotto, l’eliminazione di barriere. Anche l’eurokey è una buona soluzione. molto di quanto proposto è attuabile velocemente.


Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha ritenuto necessario dare voce a chi non ne ha, sottolineando che la lingua semplice è molto importante per queste persone, che non vanno trattate come cittadini di serie B. per coloro che non hanno uan disabilitá è difficile immaginare le difficoltá che hanno le persone con disabilità, ma proprio per questo bisogna sensibilizzare e invitare al rispetto.


Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha fatto riferimento alla legge sull’inclusione del 2015, ricordando che le persone e rappresentanze con cui ci si era confrontati avevano raccomandato di non limitarsi a una buona legge, ma di garantirne l’attuazione. Tutte le persone, per lungo tempo oppure, da anziani più a lungo, possono vivere la disabilitá e le difficoltá di movimento, come egli stesso ha sperimentato quest’estate muovendosi con le stampelle, sperimentando una condizione di grande fragilitá e anche paura rispetto ai movimenti altrui. Si è quindi augurato che i punti dispositivi previsti nella versione originale della mozione fossero presi in considerazione.


Hanspeter Staffler (Gruppo Verde) ha ricordato il detto tedesco “Ich verstehe nur Bahnhof”, ovvero “capisco solo stazione”, per dire che non si capisce nulla, riferendosi ancora alle difficoltà di approcciarsi a un certo linguaggio tecnico da parte di chi ha difficoltà di apprendimento. Il testo in lingua facile letto da Foppa dimostra che anche concetti complicati possono essere resi in maniera semplice, con lo sforzo di ciascuno. Una lingua priva di barriere è importante soprattutto in politica, dove la lingua è quasi l’unico strumento di lavoro.


Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha detto di condividere quanto detto da Staffler, aggiungendo che se si utilizza la lingua semplice si potrebbe rinunciare a un linguaggio rispettoso dei generi, che costituisce un’ulteriore barriera. Questa è la sua unica critica, per il resto condivide pienamente quanto detto su questo tema sensibile.


Sandro Repetto (Partito Democratico - Liste civiche) ha ritenuto che l’importante mozione chiedesse qualcosa che dovrebbe essere realizzato già da tempo. Non solo chi è sulla sedia a rotelle ha problemi di mobilitá, pertanto tutti i mezzi pubblici dovrebbero garantire facile accessibilità. Nella seduta pubblica dell’Osservatorio è stato dimostrato che ci sono delle problematiche, e indicato come intervenire. La parte dispositiva originaria rappresentava un lavoro di approfondimento molto valido, “mi auguro che venga comunque considerata dall’assessore come indirizzo”. Un altro problema è l’accesso ai bagni pubblici, ora non garantito.


L’ass. Daniel Alfreider ha ringraziato per la presentazione della mozione e per la sua modifica, evidenziando l’intenzione di garantire una mobilitá accessibile, perché questo non riguarda solo le necessitá delle persone con disabilitá, ma quelle di tutti. In Alto Adige ci sono 1.200 fermate di bus per le quali sono competenti i Comuni, per la cui ristrutturazione è messo a disposizione un finanziamento. A livello di ferrovia si è provveduto ad alzare il livello dei binari in molte stazioni, le stazioni di Bolzano e Laives sono accessibili, la prima anche con ascensore, per lavorare ad altre stazioni sono stati messi a disposizione i fondi necessari. Importante è garantire il raggiungimento di stazioni e fermate in modo autonomo. La maggior parte degli autobus SASA e SAD sono accessibili. L’assessore ha fatto riferimento anche al free pass, incentivo per persone con disabilitá che non possono guidare, e riferito che sono state messe in atto molte misure già con il suo predecessore Widmann. Nel 2020 si proseguirá la collaborazione con l’associazione indipendent L, che ha anche sviluppato un’app per la trasmissione di informazioni sulla mobilità; esiste anche un’altra applicazione per trovare parcheggi adeguate alle diverse situazioni di disabilità. Foppa ha ricordato di un guasto al display alla stazione di Bronzolo che aveva fatto sì che delle persone non udenti non fossero consapevoli dei ritardi, e ribadito che l’obiettivo è garantire indipendenza, augurandosi che il catalogo di misure contenuto nella prima versione della mozione, che si basa su quanto emerso dal convegno dell’Osservatorio e su suggerimenti di autorappresentanti, non venisse dimenticato. In quanto al linguaggio rispettoso dei generi, lei non è un’esperta di lingua semplice e quindi non sa se esso è stato considerato. La mozione emendata è stata approvata all’unanimità (31 sì).


È ripresa quindi la trattazione della mozione n. 150/19: Accesso al Pronto soccorso riservato alle vittime di violenza di Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia), giá discussa questa mattina, alal quale il proponente aveva proposto un emendamento al fine di “garantire percorsi protetti di assistenza e supporto immediati non solo di natura medica”.


Ulli Mair (Die Freihietlichen) ha ritenuto che proprio il fatto che una persona venisse indirizzata a un percorso protetto potesse rivelare che era stata vittima di violenza, cosa che forse non vorrebbe rivelare. per questo non poteva approvare la mozione.


Franz Ploner (Team K) ha ritenuto che fosse da modificare la definizione “geschützer Zugang” nella versione tedesca, e Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) ha chiarito che con accesso protetto non si intende una soglia fisica, ma un atteggiamento di accoglienza, discrezione e accompagnamento della vittima. Si tratta di accorgimenti già adottati altrove, che hanno portato a buoni risultati. Brigitte Foppa (Gruppo Verde) ha ritenuto importante il chiarimento e quindi necessaria una correzione nel testo tedesco.


L’ass. Thomas Widmann ha condiviso i dubbi di Mair, riferendo che solitamente le donne vittime di violenza cercano l’anonimato, e se questo viene messo in dubbio c’è un rischio. La mozione è stata quindi respinta con 12 sì, 14 no e 3 astensioni.


Con la mozione n. 216/19: Alloggi per lavoratori e studenti, Sandro Repetto (Partito democratico - Liste civiche) ha fatto quindi riferimento al fatto che mercato del lavoro e quello edilizio sono in trasformazione, sempre più lavoratori arrivano da altri territori, sia a livello nazionale che a livello internazionale, e che in questo quadro la situazione abitativa la concezione di acquisto di una prima casa va un po' a scemare, ma aumenta la domanda di alloggi in affitto, e questo fa si che vi sia bisogno di avere un mercato più mobile, che dia la possibilità a questi lavoratori di poter accedere ad un alloggio. Nello stesso tempo, anche gli studenti si trovano in una situazione simile: hanno difficoltá a trovare alloggi o stanze in affitto, come ribadito anche dal Rettore dell'Università di Bolzano. Egli ha chiesto quindi di impegnare la Giunta (versione emendata) a individuare delle modifiche di norme e regolamenti per favorire i privati nell’investimento e nella gestione di (a) case albergo per lavoratori che contribuiscono allo sviluppo economico della nostra provincia e necessitano di alloggi temporanei, creando anche i presupposti di un patto tra datori di lavoro e lavoratori, (b) studentati per garantire alloggi ai giovani che decidono di venire a studiare o a fare ricerca presso la nostra Università.


Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha ritenuto che per quanto riguarda le case per i lavoratori non deve impegnarsi solo la mano pubblica, ma debba essere chiamata a contribuire anche l’economia privata. Devono essere poi previste soluzioni abitative per il personale sanitario di cui c’è necessità. Non va inoltre dimenticata la periferia, per esempio a Brunico ci sono 115 posti per studenti, ma gli alloggi disponibili sono di meno, e questo in una località fortemente turistica: non bisogna pensare solo a Bolzano o Merano.


Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha sostenuto la mozione che proponeva alloggi per chi viene da fuori a studiare o a lavorare, anche se bisogna poi vedere come si interviene. Per esempio, con gli studentati hanno fatto un sacco di soldi soprattutto gli istituti religiosi, grazie alla generositá della Provincia e ai soldi dei contribuenti: gli studentati altoatesini sono i più cari dell’Euregio. Il mercato della casa attuale, compreso l’IPES, è troppo rigido. Dello Sbarba si è rammaricato che nella nuova versione dispositiva non fosse più citato un intervento sul mercato degli affitti: egli ha ricordato che la quota di proprietá di alloggi pari in provincia all’80% avvicina a paesi come Spagna e Grecia, non al nord Europa o alla germania dove questa quota è del 40%.


Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha segnalato che i molti lavoratori del settore edilizio, provenienti da fuori, devono cercare un alloggio sul mercato libero, cosa che è molto difficile. Bisogna quindi intervenire per fare un passo avanti, e la proposta di case albergo è sicuramente importante. Inq uanto al settore infermieristico, anche qui ci sono molte persone che vengono da fuori, ma di norma hanno l’alloggio dove lavorano. La proposta è buona.


Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha ritenuto difficile garantire un alloggio per migliaia di persone che vengono da fuori, soprattutto nel settore alberghiero. ha quindi annunciato astensione.


L’ass. Waltraud Deeg ha chiarito che anche questo tema sará considerato nell’ambito della riforma delL’edilizia abitativa agevolata, e richiamato alla responsabilità del settore economico di contribuire garantendo retribuzioni adeguati e possibilità di alloggio: le soluzioni non sono unicamente gli alberghi per lavoratori. Ha aggiunto che una delegazione tedesca ha fatto un sopralluogo in Venosta proprio per studiare il modello abitativo locale considerato una best practice: in germania è stato verificato che il mercato libero non porta allÄ’abbasamentod ei prezzi, ci vogliono misure regolamentari. Repetto ha chiarito che il ragionamento riguarda tutta la provincia e non solo la città di Bolzano, e ribadito la necessità di un patto tra datori di lavoro e lavoratori. La mozione è stata approvata con 27 sì e 5 astensioni.


È ripresa quindi la trattazione della mozione n. 112/19: Evitare lo svuotamento dei bacini artificiali grazie alle draghe aspiranti di Andreas Leiter Reber (Die Freihietlichen), avviata questa mattina. Il proponente ha proposto una versione emendata la fine di impegnare la Giunta “a esortare e sollecitare i concessionari e i gestori di centrali e bacini idroelettrici in provincia di Bolzano ad utilizzare draghe aspiranti e altre soluzioni ecologiche alternative ai classici svuotamenti dei bacini al fine di rimuovere i sedimenti presenti nell’invaso, riducendo così al minimo l’impatto ambientale”. Il consigliere ha evidenziato che in futuro questo dovrá essere previsto anche nelle concessioni.


La versione emendata è stata molto apprezzata, perché molto chiara, da Hanspeter Staffler (Gruppo verde), che ha annunciato sostegno. La mozione è stata votata per parti separate: le premesse sono state respinte con 14 sì e 14 no, la parte deliberante emendata approvata con 28 sì e 1 no.


Mozioni di Gruppo Verde, L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia


Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha quindi presentato la mozione n. 217/19: Senzatetto: serve un piano per sostenere i comuni e il volontariato, con la quale ricordava che, come ogni inverno, anche nel 2019/2020 si è riproposto il dramma delle persone senza dimora che vivono per strada, un problema particolarmente acuto nei centri maggiori e soprattutto nel capoluogo Bolzano, dove si riversa la maggior parte dei senza fissa dimora. A fine novembre, come indicato nella Relazione al Consiglio comunale di Bolzano, dalla Referente per i richiedenti asilo, circa 450 persone erano accolte nelle strutture per senza fissa dimora esistenti sul territorio del comune capoluogo, e nonostante questo erano in lista d'attesa per un ricovero notturno o sul territorio circa altre 120 persone senza fissa dimora. Si tratta di persone in transito, persone locali, molte di esse lavorano ma non hanno reddito sufficiente per un alloggio, ci sono poi i richiedenti asili che erano nelle strutture di accoglienza straordinaria ma ne sono uscite per via del diniego della richiesta, nonostante i ricorsi e come prevedono i decreti sicurezza, ci sono anche persone la cui domanda è stata accolta ma devono abbandonare le strutture entro un certo termine. Nonostante ormai il fenomeno sia ampiamente prevedibile, con la sua acutizzazione nei periodi freddi, esiste ancora una gestione emergenziale con una situazione non completamente coperta dalle istituzioni e a cui il volontariato e il settore privato si è sentito in dovere di far fronte: Dello Sbarba ha ricordato qui gli interventi dell’imprenditore Heini Oberrauch e la gestione della casa di via Carducci da parte di numerosi volontari, e che invitare le persone ad “arrangiarsi”, come fanno alcuni, non è dignitoso e crea situazioni di insicurezza. Egli ha quindi invitato a impegnare la Giunta provinciale (1) a definire insieme ai Comuni interessati, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato e con il Commissariato del Governo, un piano provinciale sostenibile per affrontare la situazione dei senza dimora presenti sul territorio dell'Alto Adige, (2) a mettere a disposizione le risorse finanziarie e amministrative per attuare il piano concordato, offrendo ai comuni il sostegno di cui hanno bisogno, individuando anche gli opportuni canali di finanziamento, (3) a sostenere le persone che operano nel volontariato per il soccorso delle persone senza dimora, come nel caso dell'edificio di Via Carducci a Bolzano. A queste persone volontarie va garantita una protezione, una copertura assicurativa e, se da loro richiesto, una formazione adeguata. Per i volontari va individuato per il futuro un luogo adatto dove potersi riunire e offrire i servizi a chi vive in strada (coperte, altro materiale, sostegno per la ricerca casa lavoro...), (4) ad attuare programmi in collaborazione con i Comuni per la ricerca di soluzioni abitative rivolte alle persone che stanno per uscire dai centri di accoglienza con titolo di protezione, o comunque che abbiano una attività lavorativa, ma non un alloggio, (5) a richiedere allo Stato e al Commissariato del Governo l’immissione in quota dei richiedenti asilo e famiglie attualmente “fuori quota”, al fine di liberare posti nei centri di bassa soglia per senzatetto ed “emergenza freddo” allestiti dai Comuni, (6) per le persone che devono lasciare i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), ad attivare meccanismi di passaggio ai centri per senzatetto in accordo con i Comuni. Il consigliere ha ricordato che le strutture di accoglienza sono solo notturne, quindi le persone accolte devono trovare un posto dove stare durante il giorno, e che tra esse sono comprese anche famiglie con bambini piccoli. Ci vuole anche una tutela per i volontari.


Franz Ploner (Team K) ha ringraziato per la proposta, che riguarda un tema molto delicato. I senza dimora sono invisibili, ma si tratta di una situazione che potrebbe riguardare tutti. Spesso chi vi si trova si vergogna di chiedere sostegno, pertanto bisogna affrontare la questione con la necessaria sensibilità. Avere un’abitazione è un diritto fondamentale: Dello Sbarba ha proposto una serie di misure, si potrebbe anche prendere esempio dal piano d’azione messo in opera in Baviera.


Brigitte Foppa (Gruppo Verde), cofirmataria, ha invitato a immaginare cosa vuol dire uscire al freddo alle 8 del mattino con bambini piccoli per restare poi all’aperto tutto il giorno, e ritenuto la disponibilitá di dimora una conquista dell’umanitá. Spesso ci si confronta con loro con difficoltá, perché la loro condizione è molto distante da quella delle altre persone: non si può però voltarsi dall’altra parte, fino al prossimo inverno.


Ricordando la sua esperienza da assessore al sociale al Comune di Bolzano, Sandro repetto (Partito Democratico - Liste civiche) ha ricordato che di fatto il problema viene sempre demandato ai Comuni, tuttavia, se all’inizio degli anni 2000 le persone senzatetto a Bolzano erano 30-40, e a loro si dava la possibilitá di dormire presso il Lido o il Palasport, ora si è arrivati ai numeri riportati nella mozione. Il sistema è legato a una dinamica ben precisa, legata a norme e regolamenti che lasciano fuori tante püersone. C’è poi il nuovo fenomeno di persone che hanno un lavoro ma non hanno un posto letto. Le proposte fatte sono intelligenti, si potrebbero ampliare con un Airbnb della solidarietà, come potrebbe essere la casa di via Carducci, ma i Comuni non devono essere lasciati soli, ci vuole un confronto con provincia e Commissariato del governo.


Hanspeter Staffler (Gruppo Verde), cofirmatario, ha sottolineato che il problema riguarda più che altro le città, e che i piccoli Comuni non sono in grado di risolvere il problema da soli, mentre il Comune di Bolzano è al limite delle proprie possibiltá, altrimenti non ci sarebbero i lodevoli interventi dei privati. Staffler ha quindi invitato a prendere esempio da Vienna, dove il problema è ben gestito, e proposto la gestione della situazione da parte di Comuni e Giunta provinciale insieme.


Il problema dei senzatetto è concreto, ha ammesso Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) e piú facilmente affrontabile nelle grandi cittá. è un fenomeno che non si può eliminare, per vari motivi, ma spiace che il fenomeno dell’immigrazione incontrollata venga messo in relazione con quello dei senza dimora.


Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha chiarito che il suo partito si era occupato della questione, che riguarda soprattutto le cittá, e ricordato le affermazioni dell’ex ass. Stocker secondo cui erano sempre più giovani i senza dimora, cosa che l’aveva colpita. Alcuni si rifugiano nelle biblioteche o stanno nei parchi, dove espletano anche i loro bisogni. Bisogna però distinguere tra i problemi dell’immigrazione e il fenomeno dei senzatetto presente da anni in provicnia, che riguarda anche persone locali e dove si sarebbe dovuto intervenire già da tempo. mair ha chiesto quindi votazione separata dei punti del dispositivo, ritenendo problematico il riferimento ai CAs e il punto 3. non va dimenticato che a Bolzano ci sono alloggi privati illegalmente occupati da senzatetto, che non vanno tollerate: il Comune deve intervenire.


L’ass. Waltraud Deeg ha chiarito che la Provincia non abbandona i Comuni, e che proprio due settimane fa si è incontrata al Commissariato del Governo con la Questura e tutti coloro che operano nel settore. Attualmente nelle strutture CAS ci sono 780 persone, nel 2017 erano il doppio; a Bolzano i senzatetto sono 248, e i motivi per cui vivono in strada sono diversi, molti non risolvibili, anche perché mancano le competenze giuridiche. Le persone possono migrare, e la relativa disciplina non è di competenza provinciale, che quindi non può intervenire con legge propria. Inoltre, c’è la libertà di movimento a livello statale per chi lascia i CAS, che quindi non possono essere controllati. La Provincia finanzia i vari servizi. In quanto alla mamma con il piccolo, ha un posto in una struttura, mentre la famiglia libanese è arrivata a Bolzano dopo che la sua domanda d’asilo era stata respinta in Germania: nessuno sapeva che sarebbe arrivata, ma è stato subito attivato il servizio sociale, che ha giá affittato tante stanze a Bolzano per evitare che donne e minori siano sulla strada. Se ci sono delle strutture libere a livello statale, è qui che dovrebbero essere assegnate le persone, ma molti non lo vogliono fare per non cambiare città.

per quanto riguarda le persone che hanno un lavoro, anche l’economia deve fare i propri compiti. Deeg ha fatto riferimento al buon modello di Graz, ed evidenziato la necessitá di trovare una soluzione a livello europeo con il Ministero dell’Interno. Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha chiarito che ci sono 80 persone in lista d’attesa per avere un tetto per la notte, che non si possono impacchettare e mandare in altre regioni. Se l’assessora è convinta che non bisogna fare altro lo dica apertamente, ma dica anche ai sindaci di non fare gli sgomberi sotto i ponti. Al problema delle persone che dormono per strada non può essere data risposta anno dopo anno. Tra il resto, anche alle situazioni attuali si è arrivati solo dopo proteste, spinte e insistenze: è necessario, invece, pianificare. La mozione è stata votata per parti separate e respinta: le premesse con 11 sì, 16 no e 4 astensioni, il punto (1) con 14 sì, 17 no e 1 astensione, il punto (2) con 13 sì, 17 sì e 2 astensioni, il punto (3) con 12 sì 17 no e 3 astensioni, il punto (4) con 12 sì, 19 no e 1 astensione, il punto (5) con 11 sì, 18 no e 2 astensioni, il punto (6) con 11 sì, 17 no e 4 astensioni.


Alessandro Urzì (L’alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) ha quindi presentato la mozione n. 150/19: Accesso al Pronto soccorso riservato alle vittime di violenza, con cui evidenziava che la violenza e l'abuso in tutte le sue forme sono condizioni che comportano ricadute importanti sulla salute e sulla percezione di benessere, e che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indicato come l'abuso fisico e sessuale sia un problema sanitario che colpisce circa un terzo delle donne nel mondo: reati contro minori nonché di abuso, maltrattamenti, violenze, registrano una crescita esponenziale e i casi che emergono rappresentano solo la punta di un iceberg sommerso; secondo le stime del Censis circa due bambini su mille subiscono mediamente ogni anno una violenza fisica o sessuale. Per questo motivo, egli riteneva che l’identificazione di un opportuno percorso di accesso al pronto soccorso riservato fosse obiettivo non differibile per garantire opportuna assistenza medica e psicologica per tutte le vittime di violenza, con particolare attenzione ai soggetti deboli come bambini, donne, anziani e vittime di discriminazioni. Il percorso, ha aggiunto, dovrebbe essere attivo qualunque sia la modalità di accesso al servizio sanitario, sia esso in area di emergenza-urgenza che ambulatoriale o di degenza ordinaria, prevedendo precise procedure di allerta ed attivazione dei successivi percorsi territoriali, nell'ottica di un continuum assistenziale e di presa in carico globale: il personale che opera nel Pronto soccorso dovrà essere in grado di riconoscere le vittime anche quando la violenza non viene esplicitamente dichiarata, e il Pronto soccorso stesso dovrà essere provvisto di un gruppo operativo multidisciplinare, composto da infermieri, psicologi, assistenti sociali e Forze dell'Ordine, che - nel rispetto della riservatezza della persona – sia in grado di dare cura e conforto alla vittima e nello stesso tempo avviare le indagini per identificare l’autore della violenza. Egli ha chiesto quindi di impegnare la Giunta provinciale a prevedere l’attivazione di accessi riservati e protetti nei reparti di Pronto soccorso degli ospedali altoatesini a favore di tutte le vittime di violenza, con particolare attenzione ai soggetti deboli come bambini, donne, anziani e vittime di discriminazioni.
Franz Ploner (Team K) ha ritenuto che la mozione affrontasse una tematica molto importante, spesso trattata come un tabù, e che la violenza su anziani, donne bambini è aumentata negli ultimi anni, tanto che una donna su tre è vittima di violenza fisica, psicologica o in altre forme. gli operatori sanitari sono spesso i primi a constatare gli effetti della violenza su una persona, e possono intervenire precocemente e in maniera discreta. Non si tratta di creare un accesso separato ma di offrire un ambiente discreto per intervenire e sostenere; molti medici sono insicuri in merito all’intervento in queste situazioni. Contenuto e premesse della mozione sono condivisibili, ma la parte deliberante non è una soluzione, importante sarebbe molto più la formazione di medici e operatori sanitari.


Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha riconosciuto la problematica, ribadendo però la necessità di formare e preparare il personale sanitario e dei servizi sociali.Si è detto certo che se una vittima di violenza viene accompagnata in ospedale non sia costretta ad attendere nel Pronto Soccorso. Le priorità vanno valutate dal medico, un accesso separato non è la soluzione.


Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha sottolineato che la tematica è importante, aggiungendo che la violenza ha tanti aspetti e non sempre finisce al Pronto Soccorso, e quindi non viene riconosciuta in quanto tale. Tuttavia, quando una persona viene ricoverata in seguito a episodi di violenza si tativa già ora tutto un sistema; la polizia è formata in questo senso, ed è attiva un’apposita rete. C’è però la zona grigia che è molto antecedente.


L’ass. Thomas Widmann ha spiegato che il sostegno sociosanitario delle donne vittime di violenza è ben definito normativamente: è prevista infatti una procedura attiva su tutto il territorio. All’ospedale di Bolzano esiste il progetto “Erika” che offre un accompagnamento alle persone vittime di violenza e funziona molto bene. Le relative delibere risalgono giá a molti anni fa, e non ci sono criticità. Urzì ha ringraziato i colleghi intervenuti e annunciato un emendamento al fine di garantire percorsi protetti di assistenza e supporto immediati non solo di natura medica a favore di tutte le vittime. Ha invitato a non considerare solo le vittime accompagnate dalla polizia, ma anche quelle che riferiscono di incidenti domestici o altro: dove c’è la percezione che ci possa essere qualcosa di più rispetto alla cura della ferita, bisogna allestire un percorso protetto.


Proposte di Süd-Tiroler Freiheit, Movimento 5 Stelle, L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia


Con la mozione n. 218/19: Far fronte alla mancanza di personale qualificato, presentata questo pomeriggio in Consiglio provinciale, Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), evidenziando che in provincia di Bolzano la mancanza di personale qualificato è sempre più un problema e che tante aziende hanno bisogno di molto tempo per trovarne, che di conseguenza aumentano anche i costi e l’impegno necessari a reclutare tale personale, e i collaboratori già presenti in azienda risentono a volte dell’eccessivo carico di lavoro, segnalava che l'intero Tirolo soffre attualmente di una grave carenza di manodopera qualificata in molti settori: in passato erano le aziende a scegliere i collaboratori; ora è il contrario. Dopo aver fatto una panoramica della situazione nei settori produttivi quali turismo, trasporti, attività produttive e artigianato, chiedeva di incaricare la Giunta provinciale (1) di commissionare un’indagine completa sulla domanda di lavoratori qualificati nei singoli settori, (2) di seguire l’esempio del Land Tirolo, abbreviando anche in questa provincia il periodo di formazione nel settore ricettivo, e di verificare se tale formula si possa estendere ad altri profili professionali, (3) di elaborare, in collaborazione con associazioni e organizzazioni, un progetto volto ad attrarre maggiormente la forza lavoro specializzata per il settore ricettivo dai Paesi di lingua tedesca, (4) di elaborare, insieme al Land Tirolo, un progetto transfrontaliero per offrire ad apprendisti e giovani la possibilità di lavorare nelle più diverse aziende in provincia di Bolzano e nel Tirolo del Nord e dell’Est, per conoscere diverse strutture e modelli di lavoro ed essere preparati al meglio per il mondo del lavoro, (5) di promuovere la cooperazione tra gli uffici del lavoro del Land Tirolo e della Provincia di Bolzano.


Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle), riconoscendo l’esistenza del problema, ha sostenuto di non condividere tutte le proposte: innanzitutto esistono già dei rilevamenti dei dati, inoltre non ha senso promuovere il downgrading formativo. Si è detto invece d’accordo con altre parti della mozione, ovvero sull’apertura di canali.


Anche Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha riferito che esistono già molti studi, e ribadito l’importanza di tenere alta la qualità della formazione. In base a uno studio dell’IRE andrebbero piuttosto aumentate le retribuzioni e favoriti i contratti a tempo indeterminato, perché quelli a tempo determinato sono fonte di insicurezza, e chi lavora con contratto stagionale riceve poi l’indennità di disoccupazione pagata dalla collettività. Un altro problema è la conciliabilità lavoro famiglia, e se si aumenta l’età di ammissione alla scuola dell’infanzia senza garantire posti nei nidi si crea un ulteriore problema.


In certi ambiti, per esempio sanità o assistenza a bambini e anziani, manca in tutta Europa personale qualificato: lo ha detto Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen), sottolineando la necessità di rendere più attrattivi i posti di lavoro locali. Lo studio IRE rileva la necessità di formazione di alta qualità, di bilinguismo e di conciliabilità famiglia-lavoro, di condizioni di mobilità favorevoli, offerte per il tempo libero, adeguato costo della vita. Una collaborazione tra gli uffici del lavoro della provincia di Bolzano e del Tirolo è difficile, sulla base di condizioni giuridiche diverse.


Hanspeter Staffler (Gruppo Verde) ha chiarito che il mercato del lavoro è europeo, e quindi bisogna pensare in una logica europea, non solo guardando al Tirolo o al Trentino. La carenza di personale qualificato c’è ovunque, e la discussione deve considerare tre punti fondamentali: contratti di lavoro più attraenti, al passo con quelli dell’Europa centrale, disponibilità abitative, una società aperta, competitiva in questo senso con altre aree urbane.


Helmuth Renzler (SVP) ha chiarito che la cassa per la disoccupazione è finanziata da lavoratori e datori di lavoro, non dalla comunità. Si prospetta una concorrenza tra datori di lavoro per accaparrarsi i lavoratori migliori, pertanto i datori di lavoro privati e pubblico dovrebbero riflettere su questo. C’è poi il problema del personale qualificati di 62, 63 anni, per il quale dovrebbe essere creata la possibilità di restare sul mercato ancora qualche anno, in modo da ridurre i costi per le imprese.


Helmuth Tauber (SVP) ha chiarito che il problema è mondiale, non solo europeo, e che studi sul tema sono disponibili in abbondanza. Una misura efficace sarebbe l’abbassamento dei costi del lavoro, a cui mira il Governo italiano. Nell’ambito alberghiero, già da tempo si cerca personale oltre frontiera; la provincia di Bolzano potrebbe forse rafforzare la sua partecipazione alle fiere internazionali, ma in linea di massima si agisce già correttamente.


Secondo l’ass. Philipp Achammer le indagini sul tema sono ormai molte, e ogni nuova indagine conferma la precedente. C’è un grande problema demografico, e secondo le stime nel 2035 mancheranno 70.000 forze lavoro: in questo senso, la digitalizzazione va bene, perché libera forze lavoro. Dal 2015 il numero degli apprendisti sta aumentando, ma non sono sufficienti per i posti disponibili. Entro aprile si intende predisporre un pacchetto di misure insieme ai partner sociali; si intende investire nella formazione duale, far rientrare altoatesini qualificati in provincia, mirare a una migrazione qualificata, ma non certo a ridurre la durata della formazione di base, perché si punta alla qualità. Progetti di scambio Euregio e UE ce ne sono già, con risultati deludenti; esiste già anche un collegamento delle agenzie del lavoro, e tutti gli uffici competenti lamentano la mancanza di forza lavoro specializzata. Atz Tammerle ha proposto la creazione di un portale unico del lavoro per tutta l’area pantirolese, e segnalato che in Tirolo non è stato ridotto il periodo di formazione, ma quello di praticantato lavorativo, in modo che si possa iniziare prima a guadagnare. Contratti di lavoro più attraenti sono più facili per le grandi aziende, meno per le PMI. Da enti diversi le era stato confermato che sarebbe stato utile uno studio unitario sul tema. La mozione è stata posta in votazione per punti separati e respinta: le premesse con 4 sì, 17 no e 9 astensioni, i vari punti deliberanti sempre a maggioranza.


Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha quindi presentato la mozione n. 220/19: Bando sistemi di accumulo energia, con cui sottolineando che il documento strategico della Provincia autonoma di Bolzano: "Piano Clima Energia-Alto Adige-2050", più comunemente noto come "Piano KlimaLand", descrive la visione della politica energetica altoatesina per il 2050, e che in tale documento viene affermata la priorità assoluta di ridurre i consumi energetici, di ridurre le emissioni pro capite di CO2 dell'Alto Adige a meno di 4 t/anno entro il 2020 e meno di 1,5 t/a entro il 2050, e di coprire il fabbisogno energetico con energie rinnovabili per almeno il 75% entro il 2020 e oltre il 90% entro il 2050, ed evidenziando che recenti pubblicazioni di EURAC affermano la necessità di un maggiore supporto da parte della mano pubblica per raggiungere gli obiettivi per il fotovoltaico, che ha ancora grande potenziale al contrario di della produzione idroelettrica, ma che rende necessario potenziare l'accessibilità ai sistemi di accumulo con una duplice finalità: aumentare l'autoconsumo di energia e favorire la stabilità della rete nell'ottica di un complessivo aumento della generazione distribuita, chiedeva di impegnare la Giunta (1) ad adoperarsi per l'emissione di un bando contenente incentivi per installare sistemi di accumulo domestici di energia proveniente da impianti fotovoltaici, (2) a valutare l'attuale sistema incentivante connesso ai pannelli fotovoltaici in ottica di incentivare sia l'autoconsumo di energia sia di favorire la stabilità della rete, e quindi le possibilità in scambio dell'energia prodotta, con l'obiettivo di un complessivo aumento della generazione distribuita. È la disponibilità di un sistema d’accumulo che rende vantaggioso l’utilizzo del fotovoltaico.


L’ass. Giuliano Vettorato ha chiesto la sospensione della mozione, in quanto la Giunta sta già facendo valutazioni sul tema proposto e sui possibili investimenti, e in un prossimo futuro potrebbe dare una risposta anche positiva. Nicolini ha quindi sospeso la mozione.


Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) ha presentato poi la mozione n. 30/19: Divieto di fumo in luoghi frequentati dai bambini. Divieto di consumo di alcol nei parchi pubblici, per chiedere di impegnare la Giunta ad assumere le iniziative nell'ambito delle proprie prerogative e per sollecitare i comuni ad attivarsi, nell'ambito delle proprie, per dare esecuzione al divieto esteso di consumo di bevande alcoliche nei parchi pubblici di tutta la provincia e per prevedere forme di limitazione del fumo anche sulla pubblica via in corrispondenza degli spazi pubblici frequentati da minori di 16 anni come centri giovanili, scuole o negozi di articoli per bambini. Il consigliere ha spiegato che la legislazione ha compiuto dei passi verso la tutela passiva della salute, per preservare il diritto della persona ad evitare di dovere sopportare passivamente una serie di condizioni indotte da altre persone per i propri comportamenti. In quest’ambito rientra divieto di fumo in locali pubblici (anche privati), misura che, a differenza che nella vicina repubblica austriaca, virtuosamente tutela i non fumatori dal fumo passivo, così come le misure a tutela delle donne incinte. Il Consiglio provinciale potrebbe dare un forte segnale positivo promuovendo il divieto esteso di consumo di bevande alcoliche nei parchi pubblici di tutta la provincia e il divieto di fumo anche sulla pubblica via, in corrispondenza degli spazi pubblici frequentati da minori di 16 anni come centri giovanili, scuole o negozi di articoli per bambini. Non si tratta di un invito morale, ha detto il consigliere, ma del dovere del rispetto della salute pubblica e del dovere di decoro, in spazi pubblici - come il parco davanti alla stazione a Bolzano - che devono tornare a essere luogo di ritrovo e svago, mentre da anni sono oggetto di vandalismo, con l’amministrazione comunale che, come fanno anche altre amministrazioni, si gira dall’altra.


Alex Ploner (Team K) ha rilevato che il tema è molto sentito, e che egli approverebbe subito simili divieti, tuttavia la libertà delle persone è un bene prezioso, tutelata dalla Costituzione italiana, e l’utilizzo di tabacco e alcool è una scelta personale: tale libertà va limitata quando entra in conflitto con l’incolumità fisica altrui, da qui gli attuali divieti nelle scuole e parchi gioco. Egli avrebbe sostenuto la mozione se fossero state stralciati i divieti nella pubblica via in corrispondenza di spazi pubblici frequentati da minori di anni 16 come centri giovanili, perché non sono possibili. è da dire che gli studi dimostrano la più alta predisposizione al fumo e all’alcool di bambini i cui genitori fumano o bevono.


Brigitte Foppa (Gruppo Verde) ha ritenuto che la proposta non fosse risolutiva, avendo il problema segnalato da Urzì cause ben più profonde: in questo modo si interviene su dei comportamenti semplicemente spostandoli.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha ricordato che fino a poco tempo fa nei cortili scolastici si fumava, mentre ora questo è giustamente vietato, a tutela dei minori. La parte deliberante non risponde al suo spirito liberale e alla sua concezione di una vita determinata, quindi non l’avrebbe appoggiata, puntando piuttosto sull’auto responsabilità.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha ritenuto difficile per le persone comuni sapere se si trovano vicino a una scuola o a un’area sensibile, e ha invitato a puntare piuttosto su informazione e sensibilizzazione dei giovani, facendo vedere quali sono le conseguenze di fumo e di un consumo eccessivo di alcolici, soprattutto sui minori. La consigliera ha annunciato astensione.Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) ha annunciato un emendamento, e la mozione è stata sospesa


Lo stesso Urzì ha quindi poi presentato la mozione n. 60/19: Parchi giochi per i bambini al coperto, con cui, evidenziando che durante l’inverno, per evidenti ragioni climatiche, sarebbe preferibile che i bambini potessero giocare al riparo dai rigori della stagione in aree gioco al chiuso, e che le aree giochi al coperto, se adeguatamente attrezzate, potrebbero diventare dei veri e propri luoghi di ritrovo ed aggregazione per le famiglie con bambini in età prescolare e scolare in cui il divertimento sarebbe assicurato da giochi ed attrezzature di varia tipologia e da spazi per le attività ludico-ricreative, con - per esempio - una saletta per le feste per i compleanni o altri eventi in una realtà di condivisione e divertimento protetta e sicura, totalmente adeguata ai bambini, chiedeva di impegnare la Giunta ad assumere per quanto di propria competenza iniziative per (1) finanziare i progetti dei comuni per la realizzazione di aree giochi e strutture ludico-ricreative al coperto per bambini e (2) sensibilizzare i comuni altoatesini circa l’opportunità di realizzare tali interventi.


Brigitte Foppa (Gruppo Verde) ha ritenuto che si sarebbe anche potuto trattare di una buona idea, mancando occasioni di gioco per bambine e bambini, soprattutto negli spazi urbani, tuttavia fa parte del diventare grandi anche imparare a giocare al freddo e all’aperto. Inoltre, come riconosce Urzì, si tratta di una questione di competenza comunale. I bambini hanno senz’altro bisogno di luoghi, purché non organizzati: spazi dove sia possibile giocare a nascondino per un’ora, spazi dove è possibile non essere visti, spazi non controllati: su questo è opportuna una riflessione.


Ulli Mair (Die Freiheitlichen) si è opposta a una soluzione del genere per motivi meteorologici, essendo invece molto più opportuno che i giovani giochino nella natura anche in inverno, tuttavia, per questo manca il tempo, e tutto è regolamentato e organizzato. Bisogna lasciare ai bambini il tempo sufficiente per giocare.


Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto che per i bambini è senz’altro meglio giovare nella natura, anche con l’acqua e con la neve, e sottolineato anche la piacevolezza di fare un gioco da tavolo o di trascorrere del tempo con i propri genitori, o anche di ascoltare la pioggia: anche questo può essere una fonte di ispirazione per i bambini.


Dai banchi dei consiglieri, Waltraud Deeg (SVP) ha riferito di alcuni progetti già organizzati per il periodo estivo, tra cui MiniBZ: il VKE si è impegnato a strutturarlo anche all’aperto, ma certi genitori non volevano che i figli uscissero, per paura che si facessero male. Un altro caso riguarda un bambino che in prima elementare non riusciva a usare forchetta e coltello, ma mangiava con le dita, perché anche in questo caso i genitori temevano che si ferisse. Un asilo estivo in Val Sarentino, allestito anche nel bosco, ha avuto un grande successo, nonostante i genitori fossero preoccupati di dove i loro figli potessero fare i bisogni: “Diamo ai bambini la possibilità di svilupparsi in spazi liberi”, ha esortato Deeg.


Magdalena Amhof (SVP) ha riferito del suo recente incontro con la futura maestra d’asilo della figlia, che ha annunciato che i bambini usciranno anche se piove o nevica: “Lo ritengo molto positivo, così come è positivo trovare i propri spazi o anche non fare niente”. Si è detta quindi contraria alla mozione.


Helmuth Tauber (SVP) ha ritenuto molto positivo mandare i bambini nella natura il più possibile; anche nelle città c’è la possibilità di giocare all’aperto senza incorrere in rischi. Inoltre, in provincia c’è una grande offerta per i bambini.
L’ass. Arnold Schuler ha ribadito che la competenza spetta ai Comuni, della cui autonomia egli è grande fautore. Essi possono decidere come investire i mezzi che spettano loro per i prossimi anni, stabilendo le priorità, che possono includere anche parchi gioco al coperto. la Provincia non deve interferire. La discussione della mozione è ora interrotta: riprenderà domani alle 10.

Ultimo aggiornamento: 15/01/2020 20:53:43
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