ROMA - Caccia in montagna, approvato alla Camera l’emendamento che salva la caccia sui valichi montani lombardi.
"Con l’inserimento dell’articolo 14-bis nel Disegno di legge Montagna, viene finalmente riconosciuta la specificità dei valichi montani attraversati dalle rotte migratorie dell’avifauna e l’esigenza di una loro gestione coordinata, rispettosa dell’ambiente ma anche delle attività tradizionali e della sicurezza del territorio”, dichiarano in una nota congiunta il deputato della Lega
Francesco Bruzzone e il consigliere regionale lombardo
Floriano Massardi, presidente della Commissione ‘Agricoltura, montagna e foreste’ di Regione Lombardia.

L’emendamento approvato in Aula alla Camera, presentato dal gruppo della Lega, prevede che sui valichi montani, siti ad almeno 1.000 metri di quota, con caratteristiche orografiche particolari – dove si concentrano i flussi migratori e i passaggi di fauna selvatica – la caccia potrà continuare a essere svolta, nei limiti e alle condizioni previste per le ZPS (Zone di Protezione Speciale) che verranno istituite tramite decreto ministeriale, in accordo con le Regioni.
“Si tratta – spiegano Massardi e Bruzzone – di un provvedimento equilibrato che coniuga la protezione ambientale con il riconoscimento delle competenze territoriali e delle esigenze delle comunità locali.
Grazie al lavoro silenzioso ma concreto della Lega, per la prossima stagione venatoria, in attesa dell’adozione del decreto ministeriale, il numero dei valichi torna a 23 (anziché 475) come nella stagione 2023/24”.
“Un plauso al lavoro svolto anche con il supporto dei migliori legali costituzionalisti e un particolare ringraziamento al Ministro Roberto Calderoli per la determinazione, la competenza e l’impegno costante nel portare avanti con coraggio e visione questo percorso: un segnale forte di attenzione verso le terre alte, dove tutela ambientale e presidio umano devono procedere insieme” concludono Bruzzone e Massardi.
Il consigliere regionale Diego Invernici (Fdl) sottolonea: "L’approvazione dell’emendamento al DDL Montagna rappresenta una soluzione fondamentale per garantire l’avvio della prossima stagione venatoria”. “Insieme ai colleghi e all'assessore regionale Alessandro Beduschi, in questi mesi abbiamo chiesto a Regione Lombardia di farsi parte attiva per intervenire su questo tema urgente, che interessa migliaia di cacciatori e le comunità montane. La sentenza del TAR, priva di basi scientifiche, avrebbe danneggiato non solo il mondo venatorio, ma anche la gestione del territorio e una parte importante del tessuto socioeconomico locale".
“In questo primo passaggio, grazie al ministro all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida, abbiamo dato una risposta concreta e tempestiva. Confido che la questione venga risolta definitivamente con la riforma organica della Legge 157/1992, già in discussione al Senato. Serve applicare criteri scientifici oggettivi e forme di tutela coerenti con la normativa europea, evitando divieti anacronistici".