Bibione - Sostenibilità ambientale, economica e sociale, adattamento ai cambiamenti climatici e supporto agli investimenti. Superate le sfide legate alla pandemia e all’esplosione del costo dell’energia e delle materie prime, gli impiantisti, reduci da una stagione finalmente positiva, chiedono un cambio di passo: il ddl Montagna che sarà discusso nelle prossime settimane è atteso per segnare una svolta nella considerazione che le “Terre alte” avranno in seno alle istituzioni.
“La montagna è un valore trasversale, non è né di destra né di sinistra ma è una comunità che dobbiamo tutelare e difendere e a cui dobbiamo dare l’opportunità di lavorare” - ha spiegato Valeria Ghezzi, presidente di ANEF.
Dialogo è la parola chiave per costruire con le istituzioni, le associazioni ambientaliste e tutti gli attori della filiera il futuro della montagna. Gli impiantisti hanno scelto anche quest’anno una località di mare per lanciare il loro messaggio e per discutere delle sfide che si trovano ad affrontare nel percorso verso una concreta sostenibilità delle imprese funiviarie. Un settore che ha il suo core business nello sci ma che guarda sempre più alla destagionalizzazione dell’offerta turistica.
Gli imprenditori che lavorano negli impianti a fune sottolineano la propria centralità nell’economia di montagna, e il proprio fondamentale ruolo nell’offerta di posti di lavoro e nella creazione di valore nelle terre alte, di insostituibile supporto alle comunità locali e di attivo presidio del territorio. Questo si traduce in 400 aziende, 1,5 mld di fatturato, 2,2 mld gli immobilizzi, 15.000 persone di cui un terzo a tempo indeterminato, numeri che, considerando l’intero indotto, vanno moltiplicati fino a 7 volte per i fatturati e per 5 quando si parla dei lavoratori. Un’industria che opera in piena sintonia con l’ambiente, visto che i 1500 impianti di risalita e i 3500 km di piste esistenti occupano in tutto 90,5 km quadrati, lo 0,03% del territorio italiano e lo 0,07% del territorio italiano montano.
Conoscenza e consapevolezza – del ruolo e dell’impatto delle aziende funiviarie oltre che del contesto climatico in mutamento in cui operano – è il secondo concetto fondamentale per affrontare le sfide del futuro: essere sostenibili e adattarsi ai cambiamenti climatici.
“L’impatto zero non esiste, ogni azione comporta una effetto - ha commentato Ada Rosa Balzan, responsabile sostenibilità di Federturismo Confindustria e presidente di ARB SPBA - È sempre più importante che le aziende siano in grado di misurare il proprio impatto e avviare così le azioni necessarie per essere sostenibili. Sostenibilità che, come le aziende impianti a fune ben testimoniano, non è solo ambientale ma anche sociale e di governance".
La sfida dell’”adattamento” è ben conosciuta dagli impiantisti.